ROSARIOFAGGIANO.IT - NEWS – 23 aprile 2020

ROMA - Le cooperative francesi, italiane e spagnole, che sono responsabili per metà della produzione europea di vino (quasi 75 milioni di ettolitri all'anno), esortano la Commissione europea ad agire prima che la crisi causata dalla pandemia Covid-19 danneggi irreversibilmente il settore vitivinicolo

Vino, le Cooperative francesi, italiane e spagnole chiedono distillazione, ammasso privato e flessibilità nei piani nazionali

Vino, le Cooperative francesi, italiane e spagnole chiedono distillazione, ammasso privato e flessibilità nei piani nazionali
Lettera di “Alleanza delle Cooperative italiane – Agroalimentare”, “La Coopération agricole - Vignerons coopérateurs” e “Cooperativas agro-alimentarias – España”


ROMA – “L’apertura immediata di una distillazione di crisi europea di 10 milioni di ettolitri con un budget europeo specifico di 350 milioni di euro, per fornire risposte immediate e concrete a un settore fortemente colpito e da cui dipende l'economia di intere regioni”. É questa una delle richieste avanzate dalle organizzazioni cooperative vitivinicole di Francia, Italia e Spagna, i tre paesi principali produttori dell'Europa e del mondo, in una lettera che è stata inviata alle principali istituzioni comunitarie.

La misura della distillazione “deve essere europea e prevedere un tasso di 35 euro a ettolitri e la possibilità che gli Stati membri aumentino la quota comunitaria per raggiungere prezzi specifici nei diversi paesi produttori dell'Unione europea”.

Le tre organizzazioni cooperative (La Coopération agricole - Vignerons coopérateurs, Alleanza delle Cooperative italiane – Agroalimentare e Cooperativas agro-alimentarias – España) chiedono inoltre di prevedere una misura di ammasso privato per i vini di fascia alta, la cui commercializzazione può essere posticipata.

Per le cooperative vitivinicole francesi, italiane e spagnole, “queste misure devono essere finanziate da un bilancio europeo e non dai bilanci del programma nazionale di supporto al settore vitivinicolo, da un lato perché le azioni previste dai PNS sono quasi tutte in fase di realizzazione o in pagamento; dall’altro lato, perché tali misure per essere efficaci, devono essere attivate e finanziate da un bilancio specifico comunitario e non dipendere dalla sussidiarietà concessa a ciascuno Stato membro”.

Infine, il settore cooperativo vitivinicolo europeo ha accolto positivamente l’annuncio della Commissione di rendere più flessibili i termini dei programmi nazionali di sostegno per il settore vitivinicolo, per consentire agli Stati membri di adattarli alle reali esigenze dei produttori e di rispondere efficacemente a questa crisi.

“Dall'inizio della crisi il settore vitivinicolo è stato particolarmente colpito – si legge ancora nella lettera – per via del rallentamento delle esportazioni, della chiusura di bar, hotel e ristoranti e del congelamento delle attività turistiche. Il settore vitivinicolo europeo ha già subito una notevole crisi del mercato a causa dei dazi del 25% imposte a determinati vini europei nell'ottobre 2019 e la futura recessione economica ridurrà ulteriormente il consumo di un prodotto come il vino. I volumi non venduti in questi mesi potrebbero pesare sul prossimo raccolto a causa della mancanza di capacità di stoccaggio nelle cantine”.


*Comunicato di “Alleanza delle Cooperative italiane – Agroalimentare”, “La Coopération agricole - Vignerons coopérateurs” e “Cooperativas agro-alimentarias – España”