IL CORRIERE VINICOLO (pagg. 34 e 35 – 14 novembre 11)
SALENTO – Quantità in forte ribasso, non solo per via del meteo, ma anche per gli effetti delle misure Ocm. In compenso la qualità è catalogata ovunque come eccellente. I listini? C’è il rischio di forte speculazione
Vendemmia straordinaria, ma il fattore prezzo è un’incognita
LECCE – Vendemmia di ottima qualità, ma quantità in calo. L’annata 2011 sarà ricordata per l’eccezionale integrità di tutte le varietà di uve, giunte a maturazione sanissime e senza aver subito trattamenti fitosanitari. In particolare, le uve di negroamaro e primitivo sono state eccellenti, le bianche straordinarie. Nel Salento, come nel resto d’Italia, i fattori meteorologici hanno inciso significativamente sul risultato produttivo annuale. La stagione, che può essere considerata “anomala”, è iniziata in ritardo a causa di un inverno prolungato e una primavera fredda e moderatamente piovosa. Le precipitazioni sono poi scomparse del tutto da giugno, quando è iniziato un lungo periodo siccitoso che si è protratto fino alla seconda metà di settembre. Tutto ciò, se da una parte ha determinato un considerevole miglioramento qualitativo del prodotto finale a causa della concentrazione delle uve per disidratazione, dall’altra ha provocato una diminuzione della resa per ettaro quantificabile, mediamente, in 10-15 per cento in meno rispetto al 2010. In compenso, dalle uve bianche precoci, come chardonnay e sauvignon, si prevede di ottenere vini freschi con buona acidità e aromaticità; dalle medio tardive, verdeca, malvasia, fiano e negroamaro destinato alla produzione di rosati, si ricaveranno vini complessi e di buona struttura; dalle uve negroamaro e primitivo, si avranno rossi con elevata gradazione alcolica.
Un’ottima annata
“A causa dell’andamento climatico – conferma l’enologo Angelo Maci, presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino doc e delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco– quest’anno il ceppo ha prodotto di meno. Tuttavia possiamo giudicare l’annata molto buona per tutta la nostra area. Abbiamo ottenuto un ottimo rapporto acidità totale-pH. E questo fa sperare in una buona tenuta negli anni dei nostri vini pregiati”.
“La qualità delle uve – sottolinea Piernicola Leone de Castris, titolare dell’antica azienda salentina “Leone de Castris” – è stata superiore rispetto a quella del 2010. Senz’altro sarà un’annata da ricordare. Quest’anno abbiamo riscontrato una gradazione alcolica molto equilibrata. Prevediamo vini bianchi e rosati freschi, profumati e con gusto armonico, oltre che ottimi rossi riserva Salice Salentino”.
La vendemmia, in anticipo rispetto al 2010, è iniziata con lo chardonnay e il sauvignon nella prima metà di agosto. Successivamente si è passati al primitivo e agli internazionali (cabernet, merlot e syrah) per poi finire con il negroamaro. Per quanto riguarda queste ultime uve, mediamente si sono ottenuti 19 gradi babo di zucchero. Se tutto andrà bene, dunque, il vino da uve negroamaro dovrebbe sviluppare una gradazione alcolica media di 13 gradi.
“L’assenza di piogge nel periodo estivo – spiega Paolo Leo, proprietario delle omonime Cantine di San Donaci - è stato molto positivo per l’aspetto fitosanitario, ma ha messo a dura prova i vigneti che, per fortuna, sono andati a cercare in profondità l’acqua che le piogge invernali avevano depositato in abbondanza. Dal punto di vista aziendale, siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti”.
“Abbiamo avuto – aggiunge Francesco Leuci, direttore della Cantina “Lucio Leuci” di Guagnano - uno chardonnay e un primitivo di qualità eccezionale. Anche per il negroamaro è stata un’ottima annata, sicuramente superiore a quella dell’anno scorso, ma non a livello di quella strepitosa del 2007”.
Forte calo produttivo
Secondo le ultime stime, in Puglia quest’anno ci sarà un calo produttivo pari al 15% (si passerà dai 7.169.000 ettolitri del 2010 a poco più 6.090.000 ettolitri di quest’anno).
Questa forte riduzione produttiva, oltre che a fattori climatici, è dovuta anche all’estirpazione massiccia e agli abbandoni delle coltivazioni. La superficie vitata, peraltro, in Puglia si è progressivamente ridotta a partire dal 1979 (dai 153mila ettari di quell’anno si è passati ai 93mila ettari del 2011). La drastica riduzione dei vigneti, più consistente proprio nel Salento, è fonte di preoccupazione soprattutto per le piccole cantine cooperative le quali, se non vi sarà un’inversione di tendenza, molto presto potrebbero essere costrette a chiudere per mancanza di materia prima, ovvero dei quantitativi minimi di uva da lavorare necessari per garantire una proficua attività produttiva.
Aumento dei prezzi
La produzione di qualità, dopo anni di tendenza al ribasso, è stata remunerata meglio rispetto al 2010. Lo chardonnay è stato pagato mediamente il 10 % in più; il primitivo ha registrato un incremento del 20 %; il negroamaro il 2-3% in più (ma alcune uve particolarmente pregiate hanno spuntato prezzi maggiori). Le uve chardonnay, in particolare, sono state pagate in media dai 35 ai 42 euro a quintale, mentre i prezzi del primitivo sono stati di circa 41-48 euro a quintale. Più contenuto l’aumento, con prezzi compresi tra i 38 e i 40 euro, per il negroamaro prodotto nelle zone doc.
“I prezzi - – spiega Gianvito Rizzo, amministratore della Cantina “Feudi di Guagnano” e componente della Commissione prezzi della Camera di Commercio di Lecce - sono indicativi e soggetti a variazioni sensibili in funzione di diverse variabili che sono la zona di provenienza delle uve, le quantità vendute dallo stesso produttore ad un unico acquirente, le modalità di pagamento e il periodo di chiusura dei contratti rispetto alla raccolta”.
“Quest’anno – commenta Marco Rocca, uno dei titolari dell’azienda vitivinicola “Angelo Rocca” di Leverano – abbiamo avuto un’ottima vendemmia, ma i prezzi del vino potrebbero andare alle stelle. Secondo me, anche a causa della diminuzione della produzione provocata dagli incentivi all’estirpazione previsti dall’Ocm, nei prossimi mesi mancherà la quantità di vino richiesto dai mercati, soprattutto da quelli nuovi asiatici e sudamericani. Questa situazione, però, non deve portare i produttori a speculare. Rischiamo, altrimenti, di non essere più competitivi. Dinanzi a un vino venduto più caro, sarà difficile per gli imbottigliatori formulare un prezzo che possa permettere un margine e, nello stesso tempo, che sia appetibile per la grande distribuzione. Al momento gli sviluppi non sono prevedibili, ma certamente bisognerà stare molto attenti. Per quanto riguarda le prospettive di mercato – conclude – è l’anno più difficile che io ricordi da trent’anni a questa parte”.
Un’ottima annata
“A causa dell’andamento climatico – conferma l’enologo Angelo Maci, presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino doc e delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco– quest’anno il ceppo ha prodotto di meno. Tuttavia possiamo giudicare l’annata molto buona per tutta la nostra area. Abbiamo ottenuto un ottimo rapporto acidità totale-pH. E questo fa sperare in una buona tenuta negli anni dei nostri vini pregiati”.
“La qualità delle uve – sottolinea Piernicola Leone de Castris, titolare dell’antica azienda salentina “Leone de Castris” – è stata superiore rispetto a quella del 2010. Senz’altro sarà un’annata da ricordare. Quest’anno abbiamo riscontrato una gradazione alcolica molto equilibrata. Prevediamo vini bianchi e rosati freschi, profumati e con gusto armonico, oltre che ottimi rossi riserva Salice Salentino”.
La vendemmia, in anticipo rispetto al 2010, è iniziata con lo chardonnay e il sauvignon nella prima metà di agosto. Successivamente si è passati al primitivo e agli internazionali (cabernet, merlot e syrah) per poi finire con il negroamaro. Per quanto riguarda queste ultime uve, mediamente si sono ottenuti 19 gradi babo di zucchero. Se tutto andrà bene, dunque, il vino da uve negroamaro dovrebbe sviluppare una gradazione alcolica media di 13 gradi.
“L’assenza di piogge nel periodo estivo – spiega Paolo Leo, proprietario delle omonime Cantine di San Donaci - è stato molto positivo per l’aspetto fitosanitario, ma ha messo a dura prova i vigneti che, per fortuna, sono andati a cercare in profondità l’acqua che le piogge invernali avevano depositato in abbondanza. Dal punto di vista aziendale, siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti”.
“Abbiamo avuto – aggiunge Francesco Leuci, direttore della Cantina “Lucio Leuci” di Guagnano - uno chardonnay e un primitivo di qualità eccezionale. Anche per il negroamaro è stata un’ottima annata, sicuramente superiore a quella dell’anno scorso, ma non a livello di quella strepitosa del 2007”.
Forte calo produttivo
Secondo le ultime stime, in Puglia quest’anno ci sarà un calo produttivo pari al 15% (si passerà dai 7.169.000 ettolitri del 2010 a poco più 6.090.000 ettolitri di quest’anno).
Questa forte riduzione produttiva, oltre che a fattori climatici, è dovuta anche all’estirpazione massiccia e agli abbandoni delle coltivazioni. La superficie vitata, peraltro, in Puglia si è progressivamente ridotta a partire dal 1979 (dai 153mila ettari di quell’anno si è passati ai 93mila ettari del 2011). La drastica riduzione dei vigneti, più consistente proprio nel Salento, è fonte di preoccupazione soprattutto per le piccole cantine cooperative le quali, se non vi sarà un’inversione di tendenza, molto presto potrebbero essere costrette a chiudere per mancanza di materia prima, ovvero dei quantitativi minimi di uva da lavorare necessari per garantire una proficua attività produttiva.
Aumento dei prezzi
La produzione di qualità, dopo anni di tendenza al ribasso, è stata remunerata meglio rispetto al 2010. Lo chardonnay è stato pagato mediamente il 10 % in più; il primitivo ha registrato un incremento del 20 %; il negroamaro il 2-3% in più (ma alcune uve particolarmente pregiate hanno spuntato prezzi maggiori). Le uve chardonnay, in particolare, sono state pagate in media dai 35 ai 42 euro a quintale, mentre i prezzi del primitivo sono stati di circa 41-48 euro a quintale. Più contenuto l’aumento, con prezzi compresi tra i 38 e i 40 euro, per il negroamaro prodotto nelle zone doc.
“I prezzi - – spiega Gianvito Rizzo, amministratore della Cantina “Feudi di Guagnano” e componente della Commissione prezzi della Camera di Commercio di Lecce - sono indicativi e soggetti a variazioni sensibili in funzione di diverse variabili che sono la zona di provenienza delle uve, le quantità vendute dallo stesso produttore ad un unico acquirente, le modalità di pagamento e il periodo di chiusura dei contratti rispetto alla raccolta”.
“Quest’anno – commenta Marco Rocca, uno dei titolari dell’azienda vitivinicola “Angelo Rocca” di Leverano – abbiamo avuto un’ottima vendemmia, ma i prezzi del vino potrebbero andare alle stelle. Secondo me, anche a causa della diminuzione della produzione provocata dagli incentivi all’estirpazione previsti dall’Ocm, nei prossimi mesi mancherà la quantità di vino richiesto dai mercati, soprattutto da quelli nuovi asiatici e sudamericani. Questa situazione, però, non deve portare i produttori a speculare. Rischiamo, altrimenti, di non essere più competitivi. Dinanzi a un vino venduto più caro, sarà difficile per gli imbottigliatori formulare un prezzo che possa permettere un margine e, nello stesso tempo, che sia appetibile per la grande distribuzione. Al momento gli sviluppi non sono prevedibili, ma certamente bisognerà stare molto attenti. Per quanto riguarda le prospettive di mercato – conclude – è l’anno più difficile che io ricordi da trent’anni a questa parte”.
Rosario Faggiano