IL CORRIERE VINICOLO - (pagg. 10/11 - 3 ottobre 2016)
Dopo le piogge torrenziali che hanno messo in difficoltà la regione a inizio settembre, il bel tempo sta aiutando a rimettere il raccolto in carreggiata
Vendemmia Puglia: si riaccende la fiducia
Vendemmia pugliese: l’andamento climatico di nuovo favorevole riaccende la fiducia dei produttori. Dopo le piogge insistenti e le bombe d’acqua che hanno interessato vaste aree della regione dal 6 al 12 settembre, l’allarme danni sembra essere parzialmente rientrato. Il bel tempo, tutto sommato, continua a reggere, a parte la parentesi di nuovo maltempo di mercoledì 21 settembre che, soprattutto nel Nord Puglia, ha fatto registrare un lieve peggioramento della situazione. La raccolta, dopo i sette giorni “d’incubo”, è dunque ripresa ovunque a ritmo accelerato per portare in cantina il maggior quantitativo possibile di uve, prima che l’imprevedibilità meteorologica giochi altri brutti scherzi.
Nella regione, al momento, solo una parte della produzione sembra essere stata esposta allo sviluppo di muffe e marciumi, effetto della forte umidità. Le coltivazioni interessate sono risultate quelle particolarmente “abbondanti”, con bucce poco robuste.
Rispetto all’ottimismo iniziale degli enologi e dei viticoltori, la situazione è cambiata con conseguente ridimensionamento delle aspettative sulla gradazione zuccherina e sulla quantità delle uve raccolte. Le previsioni sull’annata (esattamente sulla seconda parte della vendemmia) passerebbero da eccezionali e “storiche” da tutti i punti di vista, a più o meno nella norma. In altre parole, allo stato attuale, la stagione non appare compromessa. Ovviamente sempre che si riesca a vincere la sfida contro il tempo, completando la raccolta del prodotto prima che arrivino eventuali nuove piogge.
Nel Salento la stagione ha avuto due fasi. Nella prima, la vendemmia delle uve bianche, delle basi spumante, di gran parte del Primitivo e di quasi tutto il Negroamaro per i rosati, è stata più che buona. Nella seconda, invece, la pioggia e gli allagamenti di una parte dei vigneti hanno determinato preoccupazione per l’esito della rimanente raccolta, quella più consistente riguardante la gran parte di Negroamaro e le altre tipologie di uve meno rilevanti dal punto di vista della quantità (Malvasia Nera, Susumaniello, Ottavianello, ecc.).
Nel Centro e nel Nord Puglia, nella prima fase sono state vendemmiate uva a bacca bianca e in minima parte uve a bacca nera. Dopo le piogge, i danni sui vigneti si sono registrati a zone. Nei terreni collinari calcarei e tufacei particolarmente drenanti, come ad esempio quelli di Castel del Monte, non si sono verificati episodi alluvionali con ristagno di acque. In varie zone pianeggianti, invece, i vigneti hanno subito allagamenti notevoli, anche se a macchia di leopardo e in rapporto alla natura del terreno. Come nel Salento, le uve maggiormente esposte a muffe e a marciumi sono state quelle a grappolo serrato.
Nella zona di Cerignola e di San Ferdinado di Puglia, il Lambrusco e il Trebbiano sembrano aver accusato maggiormente il colpo. Si stimano danni intorno al 25 per cento.
Secondo Giuseppe Colopi, direttore tecnico di Agricola Candida di Trinitapoli, “nelle aree danneggiate dalla pioggia, gli acini delle varietà a produzione intensiva potrebbero rompersi. Gli agricoltori, nel limite delle loro possibilità, stanno cercando di salvare il prodotto, addirittura vendemmiando l'uva con molta celerità per paura di eventuali nuove piogge. Nelle zone non danneggiate, invece, il prodotto promette qualità”
“Nell’area collinare di Castel del Monte – dice Sebastiano De Corato, titolare dell’azienda “Rivera” di Andria - le piogge non hanno causato danni. L’unico timore è la rottura degli acini in maturazione dovuta all’abbondante suzione idrica delle viti. Per scongiurare questo stiamo procedendo a trattamenti a base di calce che ha forte potere idrofilo”.
Analoghe le considerazioni di Francesco Liantonio, presidente di “Torrevento” di Corato: “Il nostro territorio esprime vigneti collocati ad un’altitudine che oscilla tra i 100 e i 500 metri. Dunque non hanno subito danni. Le operazioni vendemmiali sono molto intense per garantire la migliore selezione possibile ed evitare di far entrare in cantina partite di uva con eventuale muffa”.
Come detto, anche nel Salento la vendemmia è stata ripresa a pieno regime. Ecco come viene presentata l’attuale situazione dagli operatori.
“Siamo ripartiti con la vendemmia del Negroamaro – afferma l’enologo Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme di Cellino San Marco – con una parte dei vigneti ancora allagati. Nonostante tutto sono fiducioso e i nostri soci lo sono ancor di più. In alcuni areali l'uva è compromessa; in altri, invece, i grappoli sono risultati sani; ma bisogna affrettarsi a ultimare la raccolta. Se non piove più, riusciremo a prendere per la coda l’annata".
“Il maltempo – sostiene Gianni Cantele, titolare dell’omonima cantina e presidente regionale di Coldiretti - ha senza dubbio cambiato la prospettiva dei viticoltori, soprattutto lì dove si sono verificate bombe d’acqua. Il percorso di qualità fatto dalle aziende pugliesi negli ultimi anni, è passato anche e soprattutto da una grande attenzione alla gestione agronomica dei vigneti, oggi sempre più sottoposti alle stranezze del clima. E’ per questo motivo che sono ancora ottimista sul fatto che, dove si è fatta viticoltura con solide fondamenta tecniche, con diradamenti e sfogliature opportune, si possano ottenere buoni risultati”.
“Ad oggi – aggiunge Marco Mascellani, enologo dell’azienda Leone de Castris di Salice Salentino – hanno tenuto i vigneti arieggiati e con rese contenute; questo ha permesso un buon ispessimento della buccia nelle fasi iniziali della maturazione e, quindi, una maggiore resistenza alla rottura. I maggiori problemi si stanno verificando nei vigneti particolarmente produttivi e vigorosi dove, a causa delle piogge, le bucce stanno cedendo. Qui il danno qualitativo e quantitativo sarà elevato, con possibilità di contenere il primo solo attraverso un’accurata selezione dei grappoli in fase di raccolta manuale”.
“Va considerato - dice l’enologo Nicola Leo, di Cantine “Paololeo” di San Donaci – che l’estate non è stata tanto umida. Le giornate di tramontana hanno mantenuto asciutti e secchi i terreni, impedendo il proliferarsi di batteri e malattie. La pioggia ha determinato un forte tasso di umidità, ma il lavoro realizzato tra i filari prima che si arrivasse alla vendemmia ci permette di essere relativamente tranquilli”.
“Le piogge – afferma Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo della cooperativa “Cupertinum” di Copertino - dove sono cadute hanno fatto danni importanti. Ci sarà un abbassamento della gradazione zuccherina che, però, dovrebbe risultare nella media degli ultimi anni. Il danno c’è stato, ma se l’andamento climatico dovesse continuare ad essere favorevole, la stagione sarà accettabile”.
“Stavamo pregustando un’annata a cinque stelle – commenta Ennio Cagnazzo, enologo della cooperativa “Vecchia Torre” di Leverano – e ora dobbiamo ridurre le aspettative, senza però fare conclusioni pessimistiche affrettate. Fino a questo momento in cantina sono state conferite uve senza eccessivi problemi sanitari. Vedremo nei prossimi giorni. Secondo me, se procederemo in fretta, il risultato sarà positivo “.
“Nell’area dove operiamo – assicura Alessandro Candido, titolare della cantina “Candido” di San Donaci – non ho visto situazioni drammatiche. Le piogge, dove hanno colpito, non hanno provocato grossi danni. Siamo già ripartiti con la vendemmia del Sangiovese rosso, Cabernet sauvignon e Negroamaro”.
“Il sole di questi giorni – conclude Marco Rocca, titolare dell’azienda “Rocca” di Leverano - ci ha permesso di riprendere la vendemmia con Merlot, Syrah e Negroamaro che si presentano, al momento, ancora sani. Fare previsioni sull’esito finale è difficile e azzardato per quella che per noi si presentava fino a qualche giorno fa come un’annata eccezionale. Niente, comunque, è compromesso e, con un po’ di fortuna, confidiamo di completare la stagione con un ottimo risultato”.
Nella regione, al momento, solo una parte della produzione sembra essere stata esposta allo sviluppo di muffe e marciumi, effetto della forte umidità. Le coltivazioni interessate sono risultate quelle particolarmente “abbondanti”, con bucce poco robuste.
Rispetto all’ottimismo iniziale degli enologi e dei viticoltori, la situazione è cambiata con conseguente ridimensionamento delle aspettative sulla gradazione zuccherina e sulla quantità delle uve raccolte. Le previsioni sull’annata (esattamente sulla seconda parte della vendemmia) passerebbero da eccezionali e “storiche” da tutti i punti di vista, a più o meno nella norma. In altre parole, allo stato attuale, la stagione non appare compromessa. Ovviamente sempre che si riesca a vincere la sfida contro il tempo, completando la raccolta del prodotto prima che arrivino eventuali nuove piogge.
Nel Salento la stagione ha avuto due fasi. Nella prima, la vendemmia delle uve bianche, delle basi spumante, di gran parte del Primitivo e di quasi tutto il Negroamaro per i rosati, è stata più che buona. Nella seconda, invece, la pioggia e gli allagamenti di una parte dei vigneti hanno determinato preoccupazione per l’esito della rimanente raccolta, quella più consistente riguardante la gran parte di Negroamaro e le altre tipologie di uve meno rilevanti dal punto di vista della quantità (Malvasia Nera, Susumaniello, Ottavianello, ecc.).
Nel Centro e nel Nord Puglia, nella prima fase sono state vendemmiate uva a bacca bianca e in minima parte uve a bacca nera. Dopo le piogge, i danni sui vigneti si sono registrati a zone. Nei terreni collinari calcarei e tufacei particolarmente drenanti, come ad esempio quelli di Castel del Monte, non si sono verificati episodi alluvionali con ristagno di acque. In varie zone pianeggianti, invece, i vigneti hanno subito allagamenti notevoli, anche se a macchia di leopardo e in rapporto alla natura del terreno. Come nel Salento, le uve maggiormente esposte a muffe e a marciumi sono state quelle a grappolo serrato.
Nella zona di Cerignola e di San Ferdinado di Puglia, il Lambrusco e il Trebbiano sembrano aver accusato maggiormente il colpo. Si stimano danni intorno al 25 per cento.
Secondo Giuseppe Colopi, direttore tecnico di Agricola Candida di Trinitapoli, “nelle aree danneggiate dalla pioggia, gli acini delle varietà a produzione intensiva potrebbero rompersi. Gli agricoltori, nel limite delle loro possibilità, stanno cercando di salvare il prodotto, addirittura vendemmiando l'uva con molta celerità per paura di eventuali nuove piogge. Nelle zone non danneggiate, invece, il prodotto promette qualità”
“Nell’area collinare di Castel del Monte – dice Sebastiano De Corato, titolare dell’azienda “Rivera” di Andria - le piogge non hanno causato danni. L’unico timore è la rottura degli acini in maturazione dovuta all’abbondante suzione idrica delle viti. Per scongiurare questo stiamo procedendo a trattamenti a base di calce che ha forte potere idrofilo”.
Analoghe le considerazioni di Francesco Liantonio, presidente di “Torrevento” di Corato: “Il nostro territorio esprime vigneti collocati ad un’altitudine che oscilla tra i 100 e i 500 metri. Dunque non hanno subito danni. Le operazioni vendemmiali sono molto intense per garantire la migliore selezione possibile ed evitare di far entrare in cantina partite di uva con eventuale muffa”.
Come detto, anche nel Salento la vendemmia è stata ripresa a pieno regime. Ecco come viene presentata l’attuale situazione dagli operatori.
“Siamo ripartiti con la vendemmia del Negroamaro – afferma l’enologo Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme di Cellino San Marco – con una parte dei vigneti ancora allagati. Nonostante tutto sono fiducioso e i nostri soci lo sono ancor di più. In alcuni areali l'uva è compromessa; in altri, invece, i grappoli sono risultati sani; ma bisogna affrettarsi a ultimare la raccolta. Se non piove più, riusciremo a prendere per la coda l’annata".
“Il maltempo – sostiene Gianni Cantele, titolare dell’omonima cantina e presidente regionale di Coldiretti - ha senza dubbio cambiato la prospettiva dei viticoltori, soprattutto lì dove si sono verificate bombe d’acqua. Il percorso di qualità fatto dalle aziende pugliesi negli ultimi anni, è passato anche e soprattutto da una grande attenzione alla gestione agronomica dei vigneti, oggi sempre più sottoposti alle stranezze del clima. E’ per questo motivo che sono ancora ottimista sul fatto che, dove si è fatta viticoltura con solide fondamenta tecniche, con diradamenti e sfogliature opportune, si possano ottenere buoni risultati”.
“Ad oggi – aggiunge Marco Mascellani, enologo dell’azienda Leone de Castris di Salice Salentino – hanno tenuto i vigneti arieggiati e con rese contenute; questo ha permesso un buon ispessimento della buccia nelle fasi iniziali della maturazione e, quindi, una maggiore resistenza alla rottura. I maggiori problemi si stanno verificando nei vigneti particolarmente produttivi e vigorosi dove, a causa delle piogge, le bucce stanno cedendo. Qui il danno qualitativo e quantitativo sarà elevato, con possibilità di contenere il primo solo attraverso un’accurata selezione dei grappoli in fase di raccolta manuale”.
“Va considerato - dice l’enologo Nicola Leo, di Cantine “Paololeo” di San Donaci – che l’estate non è stata tanto umida. Le giornate di tramontana hanno mantenuto asciutti e secchi i terreni, impedendo il proliferarsi di batteri e malattie. La pioggia ha determinato un forte tasso di umidità, ma il lavoro realizzato tra i filari prima che si arrivasse alla vendemmia ci permette di essere relativamente tranquilli”.
“Le piogge – afferma Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo della cooperativa “Cupertinum” di Copertino - dove sono cadute hanno fatto danni importanti. Ci sarà un abbassamento della gradazione zuccherina che, però, dovrebbe risultare nella media degli ultimi anni. Il danno c’è stato, ma se l’andamento climatico dovesse continuare ad essere favorevole, la stagione sarà accettabile”.
“Stavamo pregustando un’annata a cinque stelle – commenta Ennio Cagnazzo, enologo della cooperativa “Vecchia Torre” di Leverano – e ora dobbiamo ridurre le aspettative, senza però fare conclusioni pessimistiche affrettate. Fino a questo momento in cantina sono state conferite uve senza eccessivi problemi sanitari. Vedremo nei prossimi giorni. Secondo me, se procederemo in fretta, il risultato sarà positivo “.
“Nell’area dove operiamo – assicura Alessandro Candido, titolare della cantina “Candido” di San Donaci – non ho visto situazioni drammatiche. Le piogge, dove hanno colpito, non hanno provocato grossi danni. Siamo già ripartiti con la vendemmia del Sangiovese rosso, Cabernet sauvignon e Negroamaro”.
“Il sole di questi giorni – conclude Marco Rocca, titolare dell’azienda “Rocca” di Leverano - ci ha permesso di riprendere la vendemmia con Merlot, Syrah e Negroamaro che si presentano, al momento, ancora sani. Fare previsioni sull’esito finale è difficile e azzardato per quella che per noi si presentava fino a qualche giorno fa come un’annata eccezionale. Niente, comunque, è compromesso e, con un po’ di fortuna, confidiamo di completare la stagione con un ottimo risultato”.
Rosario Faggiano
Il servizio rappresenta la situazione in Puglia al 22 settembre 2016