LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/IV - 3 settembre 2017)

AGRICOLTURA/ANNATA 2017 – Conclusa la prima parte della raccolta, da giorni è il turno dei principali rossi

Vendemmia, entra in scena "sua maestà" il Negroamaro

Vendemmia, entra in scena
DIMINUZIONE DELLA QUANTITÀ – Colpa del caldo e della siccità. Lo stress idrico ha causato la formazione di acini piccoli con alta concentrazione zuccherina
BUONA QUALITÀ – L’uva sta giungendo in cantina sana per la scarsa incidenza di malattie fungine e parassitarie






Fase clou della vendemmia. Entra in scena il ”Re” Negroamaro, il vitigno più diffuso nel Salento, assieme al Primitivo. Conclusa la prima parte della raccolta delle uve, cominciata ai primi di agosto, già da giorni è il turno dei principali rossi.

L’inizio è stato col il Primitivo, poi il Negroamaro, il Cabernet, la Malvasia nera e il Susumaniello.

Nella prima fase, avviata in anticipo di oltre 10 giorni, sono state raccolte le uve Chardonnay base spumante, il Vermentino, il Negroamaro base spumante, il Sauvignon e il Fiano.

Ed ecco le peculiarità dell’annata: calo produttivo, qualità molto promettente. Tendenza che si prevede anche per il grosso delle uve che saranno vendemmiate nelle prossime settimane. A causa dei terreni troppo aridi, infatti, la situazione dovrebbe rimanere invariata sino alla fine della vendemmia, anche se dovessero giungere le piogge.

Il quadro generale dell’annata 2017, sostanzialmente è condiviso da diversi qualificati operatori del settore: Angelo Maci, presidente di “Cantine Due Palme” e del Consorzio di Tutela dei vini doc Brindisi e Squinzano; Marco Mascellani, enologo di “Leone de Castris”; Claudio Quarta, titolare di Moros e Tenute Emera; Nicola Leo, enologo di “Paolo Leo”, Giuseppe Coppola, titolare di “Cantina Coppola”; Ennio Cagnazzo, enologo e direttore tecnico di “Vecchia Torre”; Bepi Povia, titolare di “Giardino dei semplici”; Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo di “Cupertinum”, Salvatore De Falco, titolare delle Cantine De Falco; Alessandro Candido, titolare dell’azienda Candido.

Determinanti per la diminuzione della quantità, rilevata anche a livello nazionale ed internazionale, sono stati il caldo e la prolungata siccità. Il conseguente stress idrico ha causato la formazione di acini piccoli con alta concentrazione zuccherina (previsti 2 gradi babo in più). In compenso, però, l’uva sta giungendo in cantina sana per scarsa incidenza di malattie del vigneto.

Ad oggi, il decremento in Puglia è stimato del 30 per cento. Bisogna aggiungere, tuttavia, che nel Salento la situazione si presenta diversificata. Vi sono zone in cui il calo è stato fino al 50 per cento ed altre, dove si è utilizzata l’irrigazione di soccorso, che hanno contenuto il danno (15 per cento in meno).

“Per le uve raccolte sino ad ora – spiega Angelo Maci - a livello organolettico abbiamo ottenuto risultati eccellenti con una carica aromatica straordinaria ed un equilibrio acido-ph molto buono. Anche gli antociani ed i polifenoli sono molto buoni, non poteva essere diversamente in presenza di un'annata poverissima di piogge e molto caldo”.

“Un’annata estrema – aggiunge Claudio Quarta - con un calo del raccolto che ci ha consegnato, però, uve ottime. Come sempre, la certezza definitiva si avrà quando avremo vinificato tutti i rossi, ma la prospettiva sembra essere positiva”.

“La fase finale della maturazione e la fase vendemmiale – sottolinea Giuseppe Pizzolante - è stata ottima per le bianche precoci; l’attesa è ottima anche per Negroamaro, Merlot e Malvasia nera”.

“Il tratto caratterizzante del 2017 – conferma Ennio Cagnazzo - è la quasi totale assenza delle malattie fungine e parassitarie. La riduzione rilevante delle quantità contribuirà, probabilmente, a riequilibrare le giacenze di cantina a livello nazionale e a dare un nuovo impulso ad un mercato del vino che negli ultimi mesi non è apparso particolarmente dinamico”.

“La precocità dell’annata – ricorda Nicola Leo - si è manifestata su tutte le uve. La presenza di peronospora e oidio è stata pari quasi a zero. Questo è importante perché, avere i residui di veleni ai minimi storici, permette di avere un prodotto più sano, ma anche di avere una fermentazione alcolica molto seguita e regolare. Per questi motivi la nostra azienda ha deciso di convertirsi in Bio”.

“Vendemmia poca ma ottima – conclude Giuseppe Coppola - adesso occorre puntare su un prodotto di altissima qualità, unica soluzione per contenere il danno causato dal calo di produzione”.
Rosario Faggiano