LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/XVIII - 11 giugno 2017)
LECCE – Si è concluso ieri sera l’evento organizzato da “deGusto Salento”
Un grande plauso a "Roséxpo", firmato da esperti e produttori
Ilaria Donatei: “abbiamo registrato un incremento del 20 per cento di aziende vinicole estere partecipanti”
Bepi Povia: “Roséxpo ha il merito di mettere a confronto le nostre etichette pugliesi con quelle di altre regioni italiane e di molti Paesi stranieri”
Tre giorni densi di appuntamenti, oltre tremila visitatori, 180 etichette di rosati sui banchi di assaggio, 63 aziende italiane partecipanti, 44 cantine provenienti da diversi paesi dell’America, dell’Australia, dell’Asia e dell’Europa, Questi i numeri di “Roséxpo” 2017 organizzato da “deGusto Salento” nel Castello Carlo V di Lecce.
Ieri sera, quando mancava poco alla chiusura, i promotori hanno fatto un primo bilancio della kermesse.
“Abbiamo registrato – ha spiegato Ilaria Donateo, presidente di “degusto Salento” – un incremento del 20 per cento di aziende vinicole straniere partecipanti. Anche i visitatori, stando alle prime stime, sono risultati in aumento rispetto all’anno scorso. L’edizione del 2017 si è caratterizzata, oltre che per la qualità della produzione rosé presentata, anche per l’elevato livello dei momenti tecnici. I seminari di degustazione, condotti da esperti di primo piano del mondo dell’enologia italiana, hanno dato ulteriore lustro all’appuntamento”.
Quattro i seminari tecnici curati da Slow Wine e Ais. Venerdì scorso di scena la verticale “Letrari sta a Trento doc come Dubl sta ad Aglianico”, con Lucia Letrari, Federico Graziani, Luciano Pignataro, Francesco Muci e Fabio Giavedoni; poi il seminario “Dalla Valtenesi alla Provenza”, con Mattia Vezzola, Carlo Alberto Panont, Francesco Muci e Fabio Giavedoni.
Ieri sera gli altri due seminari: il primo, “Rosado de Espana”, con Giuseppe Baldassarre, Fabrizio Miccoli, e Domenico Stanzione; il secondo, “Ferrari Perlè Rosè”, con Francesco Muci e Giuseppe Baldassarre. Quest’ultimo, componente della commissione nazionale didattica Ais, in apertura dei due seminari, ha voluto sottolineare l’importanza del ruolo svolto dall’associazione “deGusto Salento” la quale “dà la possibilità, anno dopo anno, di confrontarci tra territori".
Roséxpo è stata l’occasione anche per fare il punto della situazione.
“La produzione dei rosati – ha aggiunto Donatei – ha enormi potenzialità. È una tipologia di vino che può crescere molto. La prossima edizione, che si terrà dall’8 al 9 giugno 2018, si arricchirà di ulteriori espositori internazionali, soprattutto Usa e Francia. Sarà l’occasione per capire ancora meglio gli orientamenti dei mercati internazionali”.
Secondo Bepi Povia, produttore bio e partecipante al Salone con “Somarello”, rosé da Susumaniello, il rosato “prende sempre più il posto di vino di eccellenza. In passato questa tipologia era considerata un gradino inferiore rispetto al rosso perché nei mercati c’era l’idea che fosse generato dal miscuglio tra bianchi e rossi. In realtà la vinificazione del rosato implica una tecnologia e una conoscenza del saper fare vino addirittura più complessa e difficoltosa rispetto a quella del bianco e del rosso. Oggi anche i grandi sommelier considerano il rosato al pari del rosso. Roséxpo ha il merito di mettere a confronto le nostre etichette pugliesi con quelle di altre regioni italiane e di molti paesi stranieri”.
Ieri sera, quando mancava poco alla chiusura, i promotori hanno fatto un primo bilancio della kermesse.
“Abbiamo registrato – ha spiegato Ilaria Donateo, presidente di “degusto Salento” – un incremento del 20 per cento di aziende vinicole straniere partecipanti. Anche i visitatori, stando alle prime stime, sono risultati in aumento rispetto all’anno scorso. L’edizione del 2017 si è caratterizzata, oltre che per la qualità della produzione rosé presentata, anche per l’elevato livello dei momenti tecnici. I seminari di degustazione, condotti da esperti di primo piano del mondo dell’enologia italiana, hanno dato ulteriore lustro all’appuntamento”.
Quattro i seminari tecnici curati da Slow Wine e Ais. Venerdì scorso di scena la verticale “Letrari sta a Trento doc come Dubl sta ad Aglianico”, con Lucia Letrari, Federico Graziani, Luciano Pignataro, Francesco Muci e Fabio Giavedoni; poi il seminario “Dalla Valtenesi alla Provenza”, con Mattia Vezzola, Carlo Alberto Panont, Francesco Muci e Fabio Giavedoni.
Ieri sera gli altri due seminari: il primo, “Rosado de Espana”, con Giuseppe Baldassarre, Fabrizio Miccoli, e Domenico Stanzione; il secondo, “Ferrari Perlè Rosè”, con Francesco Muci e Giuseppe Baldassarre. Quest’ultimo, componente della commissione nazionale didattica Ais, in apertura dei due seminari, ha voluto sottolineare l’importanza del ruolo svolto dall’associazione “deGusto Salento” la quale “dà la possibilità, anno dopo anno, di confrontarci tra territori".
Roséxpo è stata l’occasione anche per fare il punto della situazione.
“La produzione dei rosati – ha aggiunto Donatei – ha enormi potenzialità. È una tipologia di vino che può crescere molto. La prossima edizione, che si terrà dall’8 al 9 giugno 2018, si arricchirà di ulteriori espositori internazionali, soprattutto Usa e Francia. Sarà l’occasione per capire ancora meglio gli orientamenti dei mercati internazionali”.
Secondo Bepi Povia, produttore bio e partecipante al Salone con “Somarello”, rosé da Susumaniello, il rosato “prende sempre più il posto di vino di eccellenza. In passato questa tipologia era considerata un gradino inferiore rispetto al rosso perché nei mercati c’era l’idea che fosse generato dal miscuglio tra bianchi e rossi. In realtà la vinificazione del rosato implica una tecnologia e una conoscenza del saper fare vino addirittura più complessa e difficoltosa rispetto a quella del bianco e del rosso. Oggi anche i grandi sommelier considerano il rosato al pari del rosso. Roséxpo ha il merito di mettere a confronto le nostre etichette pugliesi con quelle di altre regioni italiane e di molti paesi stranieri”.
Rosario Faggiano