LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/VII - 3 gennaio 2020)
SALICE – Lo sfogo del consigliere del locale direttivo Pd, Donato Arnesano, dopo la “sfuriata” del sindaco Tonino Rosato nell’ultimo Consiglio comunale
Sorride a una battuta: cacciato dall’aula
Tutta colpa della rovinosa caduta di un uomo seduto tra il pubblico. “Sono rimasto, non possono trattarmi così”
SALICE – Sorride a una battuta durante il Consiglio, il sindaco Tonino Rosato gli ordina di uscire dall’aula. È accaduto nell’ultima seduta, durante l’intervento del primo cittadino sull’argomento riguardante, in primo luogo, l’azzeramento della Commissione elettorale finalizzato all’estromissione dei dissidenti Gianpiero Manno e Sonia Cuppone.
Donato Arnesano, giovane consigliere del direttivo Pd locale, riferisce sui social che era seduto in prima fila, nello spazio riservato al pubblico. Seguiva i lavori accanto ad altri cittadini, uno dei quali, d’un tratto, si è ritrovato per terra a causa della rottura della sedia di plastica sulla quale era seduto. Spavento fra i presenti, ma fortunatamente nulla di grave per il “malcapitato”.
Chiuso l’incidente, il sindaco ha continuato il suo intervento. Qualcuno, però, ha voluto fare una battuta sull’episodio appena verificatosi. E da qui il sorriso di alcuni, compreso quello di Arnesano. Rosato, probabilmente ritenendo il sorriso di scherno, ha preso di mira il giovane avversario politico intimandogli di abbandonare l’aula (cosa che poi non è avvenuta).
“È stato – dice Arnesano - un fatto spiacevole. La reazione del sindaco, esclusivamente nei miei confronti, è stata incontrollata e aggressiva. Il tutto è dimostrabile dai filmati di Salic'è. Naturalmente ci siamo chiariti fuori. Il fatto di interrompere un Consiglio, una discussione su problemi seri, per aggredirmi davanti alle telecamere la trovo di poco gusto. Qualora avesse voluto dei chiarimenti sulla mia risata, ci sarebbero stati modi differenti dai suoi, tipo il semplice dialogo. Come ho già detto al sindaco, i problemi di Salice sono tanti e tra questi non rientra il mio sorriso che non disturbava nessuno. Forse non gradiva la mia presenza a causa di "scontri" passati. Stare lì era un mio diritto di cittadino. D'altra parte, comprendo la tensione del sindaco: stavano uscendo pubblicamente tutti gli accordi pre elettorali fatti. Concludo invitando il sindaco a moderare i suoi modi autoritari e i suoi "termini", tanto ormai non intimorisce nessuno”.
Rosario Faggiano