IL CORRIERE VINICOLO (pag. 6 versione cartacea – 7 ottobre 2013)
Salvaguardare l’Alberello pugliese garanzia di eccellenza produttiva
Tutelare l’Alberello pugliese per preservare un sistema d’allevamento che garantisce l’eccellenza produttiva del territorio. Il presidente Maci è stato un fautore convinto della necessità di combattere il rischio di estinzione di questa particolare tipologia d’impianto ritenuta, ormai, non più remunerativa per gli alti costi di gestione e di mano d’opera, a fronte di una resa per ettaro contenuta.
L’Alberello un tempo era il dominatore incontrastato del paesaggio salentino. Proprio dalla necessità di combattere le estirpazioni e gli abbandoni che negli ultimi anni hanno decimato questi antichi vigneti, cinque anni fa, su iniziativa di Due Palme e con il sostegno della Provincia di Lecce e di sette sindaci dei Comuni dell’area, è nata l’Accademia dell’Alberello pugliese.
Obiettivo dell’istituzione, che non ha fini di lucro, è quello di “contribuire al progresso delle conoscenze volte alla valorizzazione e alla tutela della vite allevata ad alberello pugliese e dei suoi prodotti”, anche attraverso la costituzione di commissioni, laboratori e osservatori per il monitoraggio della situazione, oltre che con la promozione di studi, ricerche, corsi di formazione, mostre, pubblicazioni, convegni e altre attività utili per lo scopo.
“Cerchiamo di salvaguardare questi vigneti – spiega Maci – con diverse iniziative. Dopo aver promosso la costituzione dell’Accademia, Due Palme ha avviato anche un progetto interno per il mantenimento e la tutela dei nostri 500 ettari di Alberello pugliese che rappresentano il 20% dell’intera superficie vitata della Cooperativa. Si tratta dei nostri allevamenti più pregiati, ovvero quelli che utilizziamo per le nostre grandi etichette. Oggi sono due i punti di forza dell’etica e della cultura aziendale: il rispetto delle tradizioni in un’ottica di sviluppo sostenibile e una visione fortemente improntata al recupero e alla valorizzazione delle radici del territorio. Cantine Due Palme sta investendo con forza in questo progetto. Per tale ragione da alcuni anni riconosciamo ai nostri produttori un contributo a fondo perduto di 350 euro per ogni ettaro di vigneto allevato ad Alberello. Conservare le peculiarità del territorio, peraltro, rende il nostro paesaggio diverso da tutti gli altri”.
L’Alberello un tempo era il dominatore incontrastato del paesaggio salentino. Proprio dalla necessità di combattere le estirpazioni e gli abbandoni che negli ultimi anni hanno decimato questi antichi vigneti, cinque anni fa, su iniziativa di Due Palme e con il sostegno della Provincia di Lecce e di sette sindaci dei Comuni dell’area, è nata l’Accademia dell’Alberello pugliese.
Obiettivo dell’istituzione, che non ha fini di lucro, è quello di “contribuire al progresso delle conoscenze volte alla valorizzazione e alla tutela della vite allevata ad alberello pugliese e dei suoi prodotti”, anche attraverso la costituzione di commissioni, laboratori e osservatori per il monitoraggio della situazione, oltre che con la promozione di studi, ricerche, corsi di formazione, mostre, pubblicazioni, convegni e altre attività utili per lo scopo.
“Cerchiamo di salvaguardare questi vigneti – spiega Maci – con diverse iniziative. Dopo aver promosso la costituzione dell’Accademia, Due Palme ha avviato anche un progetto interno per il mantenimento e la tutela dei nostri 500 ettari di Alberello pugliese che rappresentano il 20% dell’intera superficie vitata della Cooperativa. Si tratta dei nostri allevamenti più pregiati, ovvero quelli che utilizziamo per le nostre grandi etichette. Oggi sono due i punti di forza dell’etica e della cultura aziendale: il rispetto delle tradizioni in un’ottica di sviluppo sostenibile e una visione fortemente improntata al recupero e alla valorizzazione delle radici del territorio. Cantine Due Palme sta investendo con forza in questo progetto. Per tale ragione da alcuni anni riconosciamo ai nostri produttori un contributo a fondo perduto di 350 euro per ogni ettaro di vigneto allevato ad Alberello. Conservare le peculiarità del territorio, peraltro, rende il nostro paesaggio diverso da tutti gli altri”.
Rosario Faggiano