LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XI del 29 aprile 2009)
Salice, il Consiglio pronto a tutelare il rosato doc
SALICE – Il Consiglio approva all’unanimità un ordine del giorno a tutela del vino rosato salentino, contro la decisione della Commissione europea “di dare il via libera alla commercializzazione di prodotto ottenuto dalla miscela di vino bianco e rosato”. Maggioranza e opposizione hanno trovato l’accordo, sul documento da inviare al Governo, nell’ambito della recente seduta monotematica convocata dopo quella infruttuosa dell’inizio della scorsa settimana. Nella precedente circostanza l’opposizione aveva contestato all’Amministrazione di aver portato all’attenzione dell’aula, soltanto “per conferma”, un ordine del giorno già approvato dalla giunta e senza il coinvolgimento della minoranza. Questo modo di agire era stato criticato particolarmente da Cosimo Gravili (per tale ragione è stato l’unico consigliere di opposizione a non aver preso parte alla riunione decisiva che ha approvato il secondo documento).
Con il nuovo ordine del giorno, il Consiglio chiede al ministro per le Politiche agricole Luca Zaia “di prodigarsi, in sede europea, affinché si tutelino le ragioni del vino rosato ottenuto con tecniche tradizionali” e di rendere obbligatoria, nel caso di vino rosato tagliato, la menzione in etichetta della dicitura “rosato da miscelazione”.
“Il prodotto tradizionale – sottolinea l’Assemblea – ha bisogno di procedure di spremitura di uve nere e non certo di miscugli vari”.
Nell’atto deliberativo, viene anche evidenziato il fatto che il rosato classico, apprezzato oggi su scala mondiale, è stato imbottigliato per la prima volta a Salice, nel 1943, a cura della Leone de Castris, con il nome di “Five roses”.
Con il nuovo ordine del giorno, il Consiglio chiede al ministro per le Politiche agricole Luca Zaia “di prodigarsi, in sede europea, affinché si tutelino le ragioni del vino rosato ottenuto con tecniche tradizionali” e di rendere obbligatoria, nel caso di vino rosato tagliato, la menzione in etichetta della dicitura “rosato da miscelazione”.
“Il prodotto tradizionale – sottolinea l’Assemblea – ha bisogno di procedure di spremitura di uve nere e non certo di miscugli vari”.
Nell’atto deliberativo, viene anche evidenziato il fatto che il rosato classico, apprezzato oggi su scala mondiale, è stato imbottigliato per la prima volta a Salice, nel 1943, a cura della Leone de Castris, con il nome di “Five roses”.
Rosario Faggiano