IL CORRIERE VINICOLO (versione cartacea pag. 11 – 3 giugno 2013)
OTRANTO – Convegno in occasione della seconda edizione del concorso nazionale
Rosati: aromi varietati e colori resistenti nel tempo
Oggi sono due le proprietà più ricercate in questa tipologia di prodotti che sta vivendo un momento estremamente positivo. Un vino all’apparenza “facile” che in realtà richiede un importante e delicato lavoro di vinificazione e tecnica enologica alle spalle. Tre consumatori su cinque lo vogliono frizzante
Alla manifestazione, condotta da Antonio Stornaiolo e Adua Villa, hanno partecipato anche il direttore delle Guide de “L’Espresso” Enzo Vizzari, il giornalista Bruno Vespa e il presidente di Assoenologi di Puglia, Calabria e Basilicata Massimiliano Apollonio
OTRANTO (Lecce) – Eccellenze produttive sul prestigioso podio del 2° Concorso enologico nazionale dei vini rosati. La cerimonia di premiazione dell’iniziativa, promossa dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia in collaborazione con Assoenologi, Accademia italiana della vite e del vino e Unioncamere, si è tenuta nei giorni scorsi nella splendida cornice del castello aragonese.
Ben 19 etichette, sei venete, cinque emiliane e romagnole, tre pugliesi, due lombarde e due campane, hanno conquistato massimi riconoscimenti dalla giuria di esperti, formata da enologi e giornalisti del settore, che con rigore ha valutato i 363 campioni di vini rosati presentati da 292 cantine in rappresentanza di quasi tutte le regioni d’Italia. All’Abruzzo, che ha conquistato una sola medaglia, è andata la “corona” di vino col punteggio più alto in assoluto.
La cerimonia è stata preceduta da un convegno internazionale sui vini rosati. Dopo l’introduzione di Antonio Calò, le relazioni hanno riguardato la sintesi di un contributo sul tema “Charme e carattere dei vini rosati” inviato dal filosofo inglese Barry Smith (a cura di Lorenzo Corino), lo studio “Osservazioni sulla tecnologia di produzione e sul colore dei vini rosati” (a cura di Rocco Di Stefano, già direttore dell’Istituto Sperimentale Enologia), l’approfondimento “I vini rosati in Spagna” (a cura Vicente Sotes, dell’Università di Madrid) e la ricerca “Indagine sul consumo dei vini rosati in Italia” (a cura di Davide Gaeta e Paola Corsinovi, dell’Università di Verona).
“I vini rosati – ha affermato Di Stefano - stanno vivendo un periodo estremamente positivo e, se fino ad ora avevano il proprio principale mercato in Francia, da qualche anno questa tipologia enologica è tra le più richieste e apprezzate in tanti mercati internazionali, dove si ricercano prevalentemente due proprietà fondamentali: aromi varietali e un colore resistente nel tempo, caratteristiche strettamente legate a particolari accorgimenti di produzione. Oggi, attraverso le moderne tecnologie, c’è un ritorno ai vecchi ed autentici sapori dei rosati, ed è possibile ottenere vini che abbiano colori resistenti nel tempo, aromi varietali e sapori più pieni. Se per i vini bianchi esiste una certa determinazione della scala dei colori e per i rossi una più ampia varietà, il ventaglio cromatico diventa ancor più vasto per i vini rosati, andando dalla buccia di cipolla al porpora tenue”.
Dalla di ricerca di Gaeta e Corsinovi, emerge che sono soprattutto i giovani, tra i 20 e i 29 anni (38% dei consumatori di questo vino) e tra i 30 e 39 anni (29%), a bere il rosato. Tre consumatori di rosato su cinque (il 63% del campione) preferiscono quello frizzante.
Grande soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti delle Istituzioni per la buona riuscita dell’iniziativa autorizzata, peraltro, dal Ministero delle Politiche agricole: “La nostra regione – ha detto l’assessore regionale Fabrizio Nardoni - ha vinto contro il pregiudizio su una specialità enologica, superficialmente poco considerata negli scorsi anni, e che invece dimostra grande carattere e versatilità oltre che un importante e delicato lavoro di vinificazione e tecnica enologica alle spalle”.
«Quando le buone idee hanno gambe per camminare – ha sottolineato il senatore Dario Stefàno, ideatore dell’iniziativa - allora è più facile centrare anche gli obiettivi più ambiziosi. La solidità delle gambe è tutta nella qualità delle cantine e dei vini che hanno partecipato anche a questa seconda edizione del concorso, condividendo con noi l’aspirazione di consolidare una specificità ed un target produttivo che ha crescenti chance di affermazione sul mercato internazionale”.
Ben 19 etichette, sei venete, cinque emiliane e romagnole, tre pugliesi, due lombarde e due campane, hanno conquistato massimi riconoscimenti dalla giuria di esperti, formata da enologi e giornalisti del settore, che con rigore ha valutato i 363 campioni di vini rosati presentati da 292 cantine in rappresentanza di quasi tutte le regioni d’Italia. All’Abruzzo, che ha conquistato una sola medaglia, è andata la “corona” di vino col punteggio più alto in assoluto.
La cerimonia è stata preceduta da un convegno internazionale sui vini rosati. Dopo l’introduzione di Antonio Calò, le relazioni hanno riguardato la sintesi di un contributo sul tema “Charme e carattere dei vini rosati” inviato dal filosofo inglese Barry Smith (a cura di Lorenzo Corino), lo studio “Osservazioni sulla tecnologia di produzione e sul colore dei vini rosati” (a cura di Rocco Di Stefano, già direttore dell’Istituto Sperimentale Enologia), l’approfondimento “I vini rosati in Spagna” (a cura Vicente Sotes, dell’Università di Madrid) e la ricerca “Indagine sul consumo dei vini rosati in Italia” (a cura di Davide Gaeta e Paola Corsinovi, dell’Università di Verona).
“I vini rosati – ha affermato Di Stefano - stanno vivendo un periodo estremamente positivo e, se fino ad ora avevano il proprio principale mercato in Francia, da qualche anno questa tipologia enologica è tra le più richieste e apprezzate in tanti mercati internazionali, dove si ricercano prevalentemente due proprietà fondamentali: aromi varietali e un colore resistente nel tempo, caratteristiche strettamente legate a particolari accorgimenti di produzione. Oggi, attraverso le moderne tecnologie, c’è un ritorno ai vecchi ed autentici sapori dei rosati, ed è possibile ottenere vini che abbiano colori resistenti nel tempo, aromi varietali e sapori più pieni. Se per i vini bianchi esiste una certa determinazione della scala dei colori e per i rossi una più ampia varietà, il ventaglio cromatico diventa ancor più vasto per i vini rosati, andando dalla buccia di cipolla al porpora tenue”.
Dalla di ricerca di Gaeta e Corsinovi, emerge che sono soprattutto i giovani, tra i 20 e i 29 anni (38% dei consumatori di questo vino) e tra i 30 e 39 anni (29%), a bere il rosato. Tre consumatori di rosato su cinque (il 63% del campione) preferiscono quello frizzante.
Grande soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti delle Istituzioni per la buona riuscita dell’iniziativa autorizzata, peraltro, dal Ministero delle Politiche agricole: “La nostra regione – ha detto l’assessore regionale Fabrizio Nardoni - ha vinto contro il pregiudizio su una specialità enologica, superficialmente poco considerata negli scorsi anni, e che invece dimostra grande carattere e versatilità oltre che un importante e delicato lavoro di vinificazione e tecnica enologica alle spalle”.
«Quando le buone idee hanno gambe per camminare – ha sottolineato il senatore Dario Stefàno, ideatore dell’iniziativa - allora è più facile centrare anche gli obiettivi più ambiziosi. La solidità delle gambe è tutta nella qualità delle cantine e dei vini che hanno partecipato anche a questa seconda edizione del concorso, condividendo con noi l’aspirazione di consolidare una specificità ed un target produttivo che ha crescenti chance di affermazione sul mercato internazionale”.
Rosario Faggiano