CORRIERE VINICOLO (pag. 6/Primo piano del 9 marzo 2009)
Nuovo disciplinare in arrivo
Primitivo di Manduria, addio alla regola del 100%
Prevista la possibilità di aggiungere fino al 15% di altri vitigni autorizzati. Produttori concordi: così si può migliorare la qualità sperimentando di più. Accantonato l’obbligo d’imbottigliare in zona
MANDURIA (Ta) – Restyling al vecchio disciplinare della Doc. Il Consorzio di tutela “Primitivo di Manduria” ha da tempo avviato l’iter per la modifica di parti importanti del precedente testo approvato con Dpr del 30 ottobre 1974. La pratica, ormai in dirittura d’arrivo, ha già ottenuto il parere del Comitato vitivinicolo dell’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia. Allo stato attuale mancherebbe soltanto il nullaosta finale del ministero alle Politiche agricole e la successiva pubblicazione dell’apposito decreto. Le novità previste sono diverse. Fra queste, la più rilevante sembra essere quella che modifica la base ampelografica, introducendo la possibilità di attribuire la Doc “ai vini ottenuti dalla vinificazione delle uve provenienti dai vigneti composti dal vitigno Primitivo per almeno l’85%”, contro il 100% previsto dal vigente disciplinare. L’articolo 2 della bozza del nuovo disciplinare precisa che “possono concorrere, in ambito aziendale, da sole o congiuntamente, alla produzione del suddetto vino, le uve dei vitigni a bacca nera non aromatici, raccomandati o autorizzati per le province di Taranto e Brindisi, fino ad un massimo del 15%”. Per la Doc di Manduria si tratta, insomma, di una notevole “svolta”.
Al passo coi tempi. “Abbiamo deciso questa modifica – spiega Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela di Manduria – perché era necessario mettere il nostro disciplinare al passo coi tempi. L’esigenza è scaturita anche dalla presa d’atto del cambiamento delle logiche di mercato e delle logiche colturali dal punto di vista delle produzioni”.
Erario, peraltro, precisa che rimane ferma la facoltà d’imbottigliare il prodotto in purezza poiché “l’utilizzo di altri vitigni non è obbligatorio”.
“E’ stata una decisione lunga e ponderata – aggiunge Ernesto Soloperto, dirigente delle Cantine Soloperto e vicepresidente del Consorzio di tutela – che ci ha impegnati per circa due anni. La possibilità di utilizzare altre uve esiste in quasi tutti i disciplinari delle Doc. Alcune nostre cantine sociali, avendo soci che conferiscono diverse tipologie di uve, hanno chiesto la modifica per avere la possibilità, in annate particolari ed impegnative, di aiutare il prodotto a raggiungere gradazioni ottimali. Per quanto riguarda l’azienda Soloperto – precisa – non cambia molto perché noi abbiamo soltanto vigneti di Primitivo”.
L’iter per la redazione della nuova bozza di disciplinare ha comportato vari passaggi, compreso quello che ha visto impegnata una commissione d’esperti formata da rappresentanti delle organizzazioni di categoria, nonché da tecnici e da enologi delle cantine che aderiscono al Consorzio. Ad alcuni incontri ha preso parte anche Mario Fregoni, professore di viticoltura dell’Università di Piacenza. La bozza elaborata da questo organismo è stata sottoposta, infine, alla Federdoc.
Vini più longevi. L’enologo Dino Pinto, direttore del “Consorzio produttori vini Manduria” e componente della commissione che ha elaborato il nuovo disciplinare, è del parere che la possibilità di “tagliare” il Primitivo, nel limite massimo del 15%, con uve di vitigni raccomandati e autorizzati (tipo Aglianico, Negroamaro o Merlot), soprattutto in annate un po’ difficili, consentirà di migliorare la qualità del prodotto.
“Alle volte – dice Pinto – si gioca anche sulla longevità del vitigno. Il Primitivo non è di grande invecchiamento. E’ un vitigno che non ha polifenoli forti e molto aggressivi e perciò ha bisogno del supporto di vitigni più longevi”.
Anche Piernicola Leone De Castris, titolare dell’omonima azienda di Salice Salentino, accoglie favorevolmente la modifica: “Evidentemente si è preso atto che la base ampelografica del territorio è più ricca rispetto al passato e, quindi, si è voluto dare la possibilità di unire al Primitivo altri vitigni. Non vedo la cosa negativamente. E’ un elemento, anzi, che consentirà maggiore sperimentazione da parte delle aziende”.
Sulla stessa linea Marco Rocca, della Casa vinicola “Angelo Rocca & figli” di Agrate Brianza, azienda imbottigliatrice, fra l’altro, del Primitivo di Manduria, che afferma: “Se la modifica al disciplinare serve a migliorare il vino, ben venga. La possibilità di utilizzare l’aggiunta di uve autorizzate, in annate particolari, può servire a mantenere costantemente alta la qualità”.
L’imbottigliamento. Come accennato, la bozza del disciplinare contiene anche altre novità riguardanti, ad esempio, la regolamentazione del numero dei ceppi per ettaro, una migliore definizione dei profumi e dei colori del prodotto e l’inserimento della tipologia “riserva”.
In una bozza non definitiva, all’art. 5 era stato previsto, oltre al vincolo di vinificare e preparare il vino nel territorio della Doc, anche l’obbligo di imbottigliare il Primitivo di Manduria nell’area di produzione. Strada facendo, questo pesante vincolo per le aziende che non hanno stabilimenti di imbottigliamento nel territorio è poi venuto meno.
A tal proposito Rocca commenta: “Mi fa piacere che si sia rinunciato alla proposta di imbottigliamento in zona in quanto, per la miopia di quattro imbottigliatori locali, questa scelta avrebbe quasi certamente determinato il drastico ridimensionamento, se non addirittura la scomparsa, di una Doc prestigiosa che merita, invece, di essere conosciuta ed apprezzata sempre di più nel mondo”.
Contestualmente alla presentazione della modifica al disciplinare della Doc, il Consorzio di tutela ha anche definito e presentato al ministero un nuovo disciplinare per il riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita al Primitivo di Manduria dolce naturale. Nel caso la richiesta venisse accolta, questa sarebbe la prima Docg approvata in Puglia.
Al passo coi tempi. “Abbiamo deciso questa modifica – spiega Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela di Manduria – perché era necessario mettere il nostro disciplinare al passo coi tempi. L’esigenza è scaturita anche dalla presa d’atto del cambiamento delle logiche di mercato e delle logiche colturali dal punto di vista delle produzioni”.
Erario, peraltro, precisa che rimane ferma la facoltà d’imbottigliare il prodotto in purezza poiché “l’utilizzo di altri vitigni non è obbligatorio”.
“E’ stata una decisione lunga e ponderata – aggiunge Ernesto Soloperto, dirigente delle Cantine Soloperto e vicepresidente del Consorzio di tutela – che ci ha impegnati per circa due anni. La possibilità di utilizzare altre uve esiste in quasi tutti i disciplinari delle Doc. Alcune nostre cantine sociali, avendo soci che conferiscono diverse tipologie di uve, hanno chiesto la modifica per avere la possibilità, in annate particolari ed impegnative, di aiutare il prodotto a raggiungere gradazioni ottimali. Per quanto riguarda l’azienda Soloperto – precisa – non cambia molto perché noi abbiamo soltanto vigneti di Primitivo”.
L’iter per la redazione della nuova bozza di disciplinare ha comportato vari passaggi, compreso quello che ha visto impegnata una commissione d’esperti formata da rappresentanti delle organizzazioni di categoria, nonché da tecnici e da enologi delle cantine che aderiscono al Consorzio. Ad alcuni incontri ha preso parte anche Mario Fregoni, professore di viticoltura dell’Università di Piacenza. La bozza elaborata da questo organismo è stata sottoposta, infine, alla Federdoc.
Vini più longevi. L’enologo Dino Pinto, direttore del “Consorzio produttori vini Manduria” e componente della commissione che ha elaborato il nuovo disciplinare, è del parere che la possibilità di “tagliare” il Primitivo, nel limite massimo del 15%, con uve di vitigni raccomandati e autorizzati (tipo Aglianico, Negroamaro o Merlot), soprattutto in annate un po’ difficili, consentirà di migliorare la qualità del prodotto.
“Alle volte – dice Pinto – si gioca anche sulla longevità del vitigno. Il Primitivo non è di grande invecchiamento. E’ un vitigno che non ha polifenoli forti e molto aggressivi e perciò ha bisogno del supporto di vitigni più longevi”.
Anche Piernicola Leone De Castris, titolare dell’omonima azienda di Salice Salentino, accoglie favorevolmente la modifica: “Evidentemente si è preso atto che la base ampelografica del territorio è più ricca rispetto al passato e, quindi, si è voluto dare la possibilità di unire al Primitivo altri vitigni. Non vedo la cosa negativamente. E’ un elemento, anzi, che consentirà maggiore sperimentazione da parte delle aziende”.
Sulla stessa linea Marco Rocca, della Casa vinicola “Angelo Rocca & figli” di Agrate Brianza, azienda imbottigliatrice, fra l’altro, del Primitivo di Manduria, che afferma: “Se la modifica al disciplinare serve a migliorare il vino, ben venga. La possibilità di utilizzare l’aggiunta di uve autorizzate, in annate particolari, può servire a mantenere costantemente alta la qualità”.
L’imbottigliamento. Come accennato, la bozza del disciplinare contiene anche altre novità riguardanti, ad esempio, la regolamentazione del numero dei ceppi per ettaro, una migliore definizione dei profumi e dei colori del prodotto e l’inserimento della tipologia “riserva”.
In una bozza non definitiva, all’art. 5 era stato previsto, oltre al vincolo di vinificare e preparare il vino nel territorio della Doc, anche l’obbligo di imbottigliare il Primitivo di Manduria nell’area di produzione. Strada facendo, questo pesante vincolo per le aziende che non hanno stabilimenti di imbottigliamento nel territorio è poi venuto meno.
A tal proposito Rocca commenta: “Mi fa piacere che si sia rinunciato alla proposta di imbottigliamento in zona in quanto, per la miopia di quattro imbottigliatori locali, questa scelta avrebbe quasi certamente determinato il drastico ridimensionamento, se non addirittura la scomparsa, di una Doc prestigiosa che merita, invece, di essere conosciuta ed apprezzata sempre di più nel mondo”.
Contestualmente alla presentazione della modifica al disciplinare della Doc, il Consorzio di tutela ha anche definito e presentato al ministero un nuovo disciplinare per il riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita al Primitivo di Manduria dolce naturale. Nel caso la richiesta venisse accolta, questa sarebbe la prima Docg approvata in Puglia.
Rosario Faggiano