LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/VII - 4 gennaio 2010)
EDITORIA – Trentuno pezzi nel libro più cd a cura di De Blasi e Spagnolo
Preziosi “Canti di terra”
Brani in italiano e dialetto riemersi grazie agli anziani
Un libro e un cd per riscoprire i canti popolari della tradizione orale salentina. E’ in libreria “Canti di terra”, una raccolta di 31 antichi brani riemersi dall’oblio del tempo grazie all’impegnativo lavoro di ricerca, durato cinque anni, di Alessandro De Blasi e Luigi Spagnolo. I due curatori del progetto, sostenuto dall’Associazione “Terre neure”, si sono avvalsi della collaborazione di vecchi “cantori” di Salice, Veglie, Cutrofiano e San Donaci, tutti custodi di vere e proprie “chicche” musicali del passato.
“Durante la ricerca – spiegano gli autori - sono venuti alla luce brani assolutamente originali con tematiche che vanno dai canti relativi all’occupazione delle terre d’Arneo a canti narrativi di pregevole fattura, da canti d’amore sotto forma di stornello a canti religiosi legati al periodo natalizio e pasquale”.
Questo lavoro è stato possibile grazie alla sensibilità e alla disponibilità dei “cantori”: Cosima Frassanito, Maria Marcucci, Gino Mieli e Giovanni Leone di Veglie, Teresa Leo, Cosima Leo, Vita Leo, Maria Bardicchia, Maria Nisi, Giuseppa Pagano e Pierina Pennetta di San Donaci, Pasqualina Bandello di Cutrofiano, Cosimo Palazzo e Agostino Fina di Salice.
Nella raccolta sono presenti brani in dialetto e in italiano. Fra questi si segnalano: “Li muerti te la zappa”, “E n’annu è già passatu”, “Le caruse”, “Santu Frangiscu”, “Ausate mamma”, “Lu surge” e “Fiche ti Lecce fatte”. E poi ancora: “Arneo”, “Vola palomba dai”, “La donna fumarusa” e “Teresina e l’ufficiale”.
“Durante la ricerca – spiegano gli autori - sono venuti alla luce brani assolutamente originali con tematiche che vanno dai canti relativi all’occupazione delle terre d’Arneo a canti narrativi di pregevole fattura, da canti d’amore sotto forma di stornello a canti religiosi legati al periodo natalizio e pasquale”.
Questo lavoro è stato possibile grazie alla sensibilità e alla disponibilità dei “cantori”: Cosima Frassanito, Maria Marcucci, Gino Mieli e Giovanni Leone di Veglie, Teresa Leo, Cosima Leo, Vita Leo, Maria Bardicchia, Maria Nisi, Giuseppa Pagano e Pierina Pennetta di San Donaci, Pasqualina Bandello di Cutrofiano, Cosimo Palazzo e Agostino Fina di Salice.
Nella raccolta sono presenti brani in dialetto e in italiano. Fra questi si segnalano: “Li muerti te la zappa”, “E n’annu è già passatu”, “Le caruse”, “Santu Frangiscu”, “Ausate mamma”, “Lu surge” e “Fiche ti Lecce fatte”. E poi ancora: “Arneo”, “Vola palomba dai”, “La donna fumarusa” e “Teresina e l’ufficiale”.
Rosario Faggiano