LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/IV – 7 gennaio 2015)
VEGLIE – Anche i soccorritori piangevano mentre tentavano di rianimare quel piccolo corpo
"Povera creatura innocente"
Il parroco: “Possiamo solo pregare”. Gli amici: “Era un papŕ-modello”
Il sindaco uscente: “Luca, un bravo ragazzo con voglia di lavorare”
VEGLIE – Incredulità, sgomento e costernazione. A breve distanza da un’altra tragedia, il paese è di nuovo in lutto per la scomparsa di due giovani vite. Padre e figlioletto di quasi un anno morti sul colpo in seguito ad un terribile incidente stradale che non ha lasciato loro scampo.
Una famiglia distrutta, quella di Luca Cucurachi, 34 anni, di Veglie, che nel pomeriggio di ieri si trovava alla guida della sua Opel Corsa insieme alla moglie, Maria Antonietta Lezzi, 24 anni, ed ai due suoi figlioletti.
Intorno alle 17, l’auto stava percorrendo la strada provinciale 111 che collega Veglie a Monterruga, Torre Lapillo e San Pancrazio. Tutto è accaduto nel giro di pochi secondi, all’altezza della masseria didattica “Casa Porcara”.
Una Ford Focus station wagon, condotta da A.G., 35 anni, anche lui di Veglie, si stava dirigendo nella direzione opposta rispetto a quella della Opel Corsa, e cioè verso San Pancrazio. Purtroppo, però, le due auto sono finite l’una contro l’altra. Uno schianto violentissimo, in seguito al quale i due mezzi sono finiti nelle campagne circostanti.
I soccorsi sono stati immediati. Ma per Luca e il suo piccolo, che a febbraio avrebbe compiuto un anno, non c’è stato nulla da fare.
La notizia della terribile tragedia si è diffusa rapidamente, soprattutto attraverso i social network. Su Facebook, in particolare, in pochissimo tempo si sono moltiplicati i commenti, naturalmente tutti molto tristi, ma talvolta espressi anche con rabbia per una disgrazia della strada ritenuta inaccettabile.
“Una famiglia distrutta – si legge in un commento - un 2015 che non poteva iniziare peggio!”.
E in numerosi altri viene aggiunto: “Da non crederci”, “Povere famiglie”, “Che tristezza...”, “Manca la prudenza, andiamo tutti di fretta... e poi succedono le disgrazie. Non è possibile!”, “Non si può morire cosi...”. “Povera moglie!”, “E’ morto un ragazzo di 34 anni grandissimo lavoratore e il suo figlioletto....”, “Che tragedia! Non ci sono parole”.
Sandro Aprile, sindaco uscente di Veglie, dimessosi la scorsa primavera, conosceva personalmente Luca.
“Era un ragazzo tranquillo – ricorda – e aveva tanta voglia di lavorare. Purtroppo, a causa della generalizzata mancanza di lavoro, non sempre riusciva ad avere un’occupazione. Veglie viene colpita per l’ennesima volta da un incidente mortale. Ma in questo caso, essendo rimasto coinvolto anche un bambino, la notizia è ancora più tragica. Questa ulteriore gravissima disgrazia deve essere un monito per tutti a guidare con maggiore attenzione e più responsabilmente”.
“E’ una tragedia che lascia senza parole – aggiunge l’arciprete don Piero Tundo, parroco della chiesa madre “Santi Giovanni Battista e Irene” – l’intera comunità è costernata nell’apprendere quanto è accaduto e si stringe attorno alla famiglia con la preghiera e la vicinanza”.
Luca, di tanto in tanto, quando era libero da impegni di lavoro o familiari, frequentava il centrale bar Vittoria dove s’intratteneva con gli amici.
“Era una brava persona – dice uno di loro – e voleva un gran bene ai suoi bambini. Ci teneva molto alla sua famiglia ed era pieno di attenzioni”.
“I soccorritori piangevano mentre cercavano di rianimare il corpicino del bambino – aggiunge commosso un altro amico – è stata una tragedia immane. Una cosa del genere lascia senza parole. Era un ragazzo vivace, intelligente e, anche senza un lavoro stabile, si dava da fare per la sua famiglia. Era una persona dignitosa”. (r.f.)
N.B. Articolo pubblicato nell’ambito di un servizio curato da Linda Cappello e Rosario Faggiano (titolo di apertura: “Scontro Frontale, distrutta una famiglia”); il pezzo è integrato con parte della cronaca iniziale di Linda Cappello.