LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/VII - 28 agosto 2017)
IL RITRATTO – Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lecce, Giuseppe Bennardo, ricorda il giovane pompiere in servizio a Veglie
"Perdiamo un collega bravo e capace"
"Questo lavoro ci insegna a valutare i nostri limiti, ma può sempre esserci l’imponderabile"
«Il Comando ha perso un collega prezioso ed appassionato del proprio lavoro». L’ingegnere Giuseppe Bennardo, comandante provinciale dei Vigili del fuoco, ricorda così Davide Innocente.
Il giovane salicese veniva apprezzato in primo luogo per le sue doti professionali ed umane.
«Era sempre rispettoso e propositivo – dice Bennardo - e ciò lascia tanti ricordi e un senso di vuoto nella squadra, nel turno, nel Comando”. Poi aggiunge: “Il lavoro di vigile del fuoco ci insegna a valutare i nostri limiti nell’effettuazione delle azioni da compiere, ma sappiamo che può esserci sempre l’imponderabile».
Nato nel 1978, Innocente entrò nel corpo nazionale nel 2005, dopo il corso di formazione a Roma presso le Scuole centrali antincendio di Capannelle.
L’anno dopo fu assegnato al Comando di Torino, dove rimase fino al 2014. In quel periodo partecipò a diverse attività di soccorso, tra cui l’incendio alla Thyssen Krupp (2007) e le emergenze nazionali del terremoto dell’Aquila (2009) e dell’Emilia Romagna (2012).
Ritornò nel Salento nel 2015, assegnato prima al Comando di Brindisi e poi a quello di Lecce, presso la squadra del distaccamento di Veglie. In questo periodo più volte è stato impiegato nelle operazioni di soccorso alle popolazioni terremotate del centro Italia (Lazio, Abruzzo, Marche ed Umbria).
«Innocente – conclude il comandante Bennardo - aveva acquisito l’abilitazione “Speleo Alpino Fluviale 1B” che ne permetteva l’impiego in soccorso in ambienti impervi e nei fiumi. La sua passione per l’acquaticità lo aveva portato ad avvicinarsi alla disciplina sportiva delle immersioni in apnea, anche perché aspirava ad acquisire, in un imminente futuro, l’abilitazione di soccorritore acquatico che ne permetteva l’impiego in tutti i soccorsi di superficie di mare e laghi».
Anche Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Canapo del vigili del fuoco, ha espresso “cordoglio e profonda vicinanza ai familiari di Davide e ai colleghi dei vigili del fuoco”.
Il giovane salicese veniva apprezzato in primo luogo per le sue doti professionali ed umane.
«Era sempre rispettoso e propositivo – dice Bennardo - e ciò lascia tanti ricordi e un senso di vuoto nella squadra, nel turno, nel Comando”. Poi aggiunge: “Il lavoro di vigile del fuoco ci insegna a valutare i nostri limiti nell’effettuazione delle azioni da compiere, ma sappiamo che può esserci sempre l’imponderabile».
Nato nel 1978, Innocente entrò nel corpo nazionale nel 2005, dopo il corso di formazione a Roma presso le Scuole centrali antincendio di Capannelle.
L’anno dopo fu assegnato al Comando di Torino, dove rimase fino al 2014. In quel periodo partecipò a diverse attività di soccorso, tra cui l’incendio alla Thyssen Krupp (2007) e le emergenze nazionali del terremoto dell’Aquila (2009) e dell’Emilia Romagna (2012).
Ritornò nel Salento nel 2015, assegnato prima al Comando di Brindisi e poi a quello di Lecce, presso la squadra del distaccamento di Veglie. In questo periodo più volte è stato impiegato nelle operazioni di soccorso alle popolazioni terremotate del centro Italia (Lazio, Abruzzo, Marche ed Umbria).
«Innocente – conclude il comandante Bennardo - aveva acquisito l’abilitazione “Speleo Alpino Fluviale 1B” che ne permetteva l’impiego in soccorso in ambienti impervi e nei fiumi. La sua passione per l’acquaticità lo aveva portato ad avvicinarsi alla disciplina sportiva delle immersioni in apnea, anche perché aspirava ad acquisire, in un imminente futuro, l’abilitazione di soccorritore acquatico che ne permetteva l’impiego in tutti i soccorsi di superficie di mare e laghi».
Anche Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Canapo del vigili del fuoco, ha espresso “cordoglio e profonda vicinanza ai familiari di Davide e ai colleghi dei vigili del fuoco”.
Rosario Faggiano