LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XII – 13 febbr. 2011)

SALICE – Il Tar ribalta una precedente fecisione e accoglie le ragioni della ditta arrivata seconda nella gara

Perde l’appalto ma vince il ricorso, alla “Opus” danni per 200mila euro

Doppio esborso del Comune. L’assessore assicura: “Pronti all’Appello”
SALICE – In vista una grossa tegola per le casse comunali. Il Tar di Lecce, a seguito di udienza di merito su ricorso promosso dalla seconda classificata al bando per l’affidamento di lavori di adeguamento degli scarichi e delle immissioni nel sottosuolo di acque meteoriche, nei giorni scorsi ha ribaltato una sua precedente ordinanza con la quale, lo scorso settembre, aveva respinto l’istanza cautelare della ditta “Opus” finalizzata all’ottenimento del riconoscimento a subentrare alla “Ipr costruzioni” (vincitrice della gara espletata alla fine di giugno 2010) o, in alternativa, il riconoscimento ad essere risarcita “per equivalente”. Il Comune, a seguito di questa nuova sentenza, potrebbe adesso essere costretto a sborsare una cifra intorno ai 200mila euro, più spese e competenze di giudizio, a titolo di risarcimento dei danni subiti dalla Opus per non aver eseguito i lavori. Questi ultimi, avviati alla fine di ottobre (dopo la prima ordinanza del Tar), saranno comunque completati dalla Ipr, così come da contratto sottoscritto con il Comune il 13 ottobre 2010. L’opera in questione, ormai a buon punto di realizzazione, è stata finanziata dalla Regione con fondi Por per complessivi 2 milioni e 475mila euro. Una volta ultimata consentirà, fra l’altro, di fronteggiare il rischio di allagamenti in occasione di piogge di eccezionale intensità.
“Siamo in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza – precisa l’assessore Paolo Quaranta – dopodiché valuteremo l’opportunità di ricorrere al Consiglio di Stato. Per noi l’opera è di fondamentale importanza. Questa vicenda non comporterà rallentamenti dei lavori”.
“Seguiremo gli sviluppi – aggiunge il sindaco Donato De Mitri – e poi agiremo di conseguenza. L’opera doveva essere appaltata necessariamente perché, in caso contrario, si sarebbe corso il rischio di perdere il finanziamento. Il progetto – conclude – contempla anche la riqualificazione di un’area degradata”.
La Opus ha ottenuto la sentenza di merito del Tar dopo essersi rivolta al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, con ordinanza del 9 novembre, tenendo conto dell’interesse pubblico di “non interruzione dei lavori ormai avviati” ha accolto l’appello della Opus “limitatamente alla sollecita fissazione dell’udienza di merito dinanzi al giudice di primo grado”. Il Tar, dunque, si è poi espresso definitivamente a favore della Opus (a quanto è dato sapere, sarebbe stato ritenuto motivo di esclusione della Ipr dalla gara la mancata sottoscrizione di documentazione allegata alla sua istanza di partecipazione).
Rosario Faggiano