(Ed. Panico, Galatina, 1992)
Per colpa di Eva
Il volume contiene otto racconti: Lo Stilita (1987), Il monumento (1991), Natale (1990), Per colpa di Eva (1989), La caverna d'argento (1992), Dorotea (1992), La verità (1975), Fantasia (1976).
La copertina e i disegni che illustrano i racconti sono dell'artista salicese Rino Fantastico.
La copertina e i disegni che illustrano i racconti sono dell'artista salicese Rino Fantastico.
Critiche e Recensioni
“Rosario Faggiano è un autore abbastanza anomalo, decisamente innovatore nel panorama tradizionale della narrativa salentina. (…) Leggendo le sue pagine, nulla, o quasi, traspare del nostro paesaggio, delle condizioni di vita della nostra gente, delle usanze popolari; non racconti dallo sfondo storico o nutriti di sentimento romanticheggiante. (…) Le pagine scoppiettano di un continuo umorismo, piacevole, senza velenosi sarcasmi.”
“Negli otto racconti, si nota una certa linearità di stile, seppure, quelli più brevi, denotano una scrittura nuova, non rispondente ai canoni letterari tradizionali.”
“Una lettura in un certo senso sorprendente, per il clima narrativo diverso da quello solito. C’è subito l’impatto con un linguaggio scarno, preciso; Con un periodare breve, aforistico; un sentenziare ironico e autoironico. (…) Racconti di un realismo magico, metafisico, intesi quasi a saggiare la realtà e la verità dell’essere. (…) I fatti della vita comune sono trattati con un umorismo che ricorda il ritmo stilistico-comico di Campanile. Questo vale a dare alla lettura una piacevole levità, in cui si risolvono anche gli aspetti oscuri e pessimistici.”
“Lo stile – ma anche le tematiche – ricordano un poco Luigi Malerba. Il libro ha un buon passo narrativo. Ma l’elemento che, a mio avviso, è caratterizzante è l’ironia che mi sembra assuma il significato – anzi: la valenza – di un metodo di osservazione e descrizione della realtà.”
“C’è in queste pagine molta satira, irrisione, anche dolcezza, ma soprattutto c’è molta fantasia, fresca, semplice, forse talvolta “rovinata” dall’eccessivo gusto per la metafora che rende il testo meno leggibile a più livelli e più faticoso nell’interpretazione. (…) E, se è vero che l’immaginazione e la fantasia allignano nel cuore degli uomini, allora qui c’è tanto amore.”
“Otto storie lievi in bilico fra reale e surreale percorse da una sottile vena ironica. Di tono diseguale ma di agile scrittura, immettono nel mondo del paese di provincia o nell’intimità del monologo interiore.”
“(…) Le conclusioni contengono sempre un insegnamento, anche se non espresso come una definizione didattica. (…) Nel libro c’è molta immaginazione e fantasia.”
“I racconti si leggono tutti con molta godibilità, perché Faggiano ha una scrittura rapida, suggestiva e di piacevole e accattivante approccio.”
“Questi otto racconti sono molto promettenti. (…) Sono quasi stelloncini che però hanno un valore di surrealità, tuttavia facili a comprendersi, non sono astrusi, né sono assolutamente distaccati dalla realtà.”
“Questo libro piace e si fa leggere, nonostante richieda – un vero handicap, al giorno d’oggi – molta attenzione e concentrazione per riuscire a comprendere il vero livello di lettura cui bisogna ricorrere, per dare all’autore un giusto risalto.”
“Nel libro c’è un vivo senso della contraddizione della vita, un umorismo fine, un vivo desiderio di rivalsa.”
“Ci troviamo dinnanzi ad un narratore capace di costruire storie e di saperle rappresentare in modo espressivo, originale, sobrio e piacevole. (…) Il giovane scrittore salentino è visibilmente legato ai temi decadenti della malattia, dell’inettitudine, del monologo interiore, del freudismo, del velleitarismo, della negazione di una realtà e verità oggettive: i nomi di Svevo e Pirandello valgono per tutti. Ma vi si coglie anche la tendenza al visionarismo e al surrealismo.”
Luciano Graziuso (Il Cittadino)
“Negli otto racconti, si nota una certa linearità di stile, seppure, quelli più brevi, denotano una scrittura nuova, non rispondente ai canoni letterari tradizionali.”
Luigi Caricato ( La Voce del Sud)
“Una lettura in un certo senso sorprendente, per il clima narrativo diverso da quello solito. C’è subito l’impatto con un linguaggio scarno, preciso; Con un periodare breve, aforistico; un sentenziare ironico e autoironico. (…) Racconti di un realismo magico, metafisico, intesi quasi a saggiare la realtà e la verità dell’essere. (…) I fatti della vita comune sono trattati con un umorismo che ricorda il ritmo stilistico-comico di Campanile. Questo vale a dare alla lettura una piacevole levità, in cui si risolvono anche gli aspetti oscuri e pessimistici.”
Luciano De Rosa
“Lo stile – ma anche le tematiche – ricordano un poco Luigi Malerba. Il libro ha un buon passo narrativo. Ma l’elemento che, a mio avviso, è caratterizzante è l’ironia che mi sembra assuma il significato – anzi: la valenza – di un metodo di osservazione e descrizione della realtà.”
Antonio Errico
“C’è in queste pagine molta satira, irrisione, anche dolcezza, ma soprattutto c’è molta fantasia, fresca, semplice, forse talvolta “rovinata” dall’eccessivo gusto per la metafora che rende il testo meno leggibile a più livelli e più faticoso nell’interpretazione. (…) E, se è vero che l’immaginazione e la fantasia allignano nel cuore degli uomini, allora qui c’è tanto amore.”
(Espresso Sud)
“Otto storie lievi in bilico fra reale e surreale percorse da una sottile vena ironica. Di tono diseguale ma di agile scrittura, immettono nel mondo del paese di provincia o nell’intimità del monologo interiore.”
(L’immaginazione)
“(…) Le conclusioni contengono sempre un insegnamento, anche se non espresso come una definizione didattica. (…) Nel libro c’è molta immaginazione e fantasia.”
Pasquale Infante (La Gazzetta del Mezzogiorno)
“I racconti si leggono tutti con molta godibilità, perché Faggiano ha una scrittura rapida, suggestiva e di piacevole e accattivante approccio.”
Gigi Montonato (Presenza Taurisanese)
“Questi otto racconti sono molto promettenti. (…) Sono quasi stelloncini che però hanno un valore di surrealità, tuttavia facili a comprendersi, non sono astrusi, né sono assolutamente distaccati dalla realtà.”
Ennio Bonea (rubrica “Lo scaffale” – Telelecce)
“Questo libro piace e si fa leggere, nonostante richieda – un vero handicap, al giorno d’oggi – molta attenzione e concentrazione per riuscire a comprendere il vero livello di lettura cui bisogna ricorrere, per dare all’autore un giusto risalto.”
(Notes)
“Nel libro c’è un vivo senso della contraddizione della vita, un umorismo fine, un vivo desiderio di rivalsa.”
Antonio Piromalli
“Ci troviamo dinnanzi ad un narratore capace di costruire storie e di saperle rappresentare in modo espressivo, originale, sobrio e piacevole. (…) Il giovane scrittore salentino è visibilmente legato ai temi decadenti della malattia, dell’inettitudine, del monologo interiore, del freudismo, del velleitarismo, della negazione di una realtà e verità oggettive: i nomi di Svevo e Pirandello valgono per tutti. Ma vi si coglie anche la tendenza al visionarismo e al surrealismo.”
Gerardo Trisolino (Corriere del giorno)