LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/7 dell’11 giugno 2008)
SALICE – Confronto a tratti aspro all’interno del Partito democratico
Pascali: “Non si governa al chiuso del proprio clan”
SALICE – “Il partito deve essere molto di più che una stampella dell’Amministrazione”. La polemica sull’ipotesi di costruzione di centrali fotovoltaiche ed eoliche, presso la masseria San Paolo, si sposta dal piano amministrativo a quello politico. Eduardo Pascali, docente universitario di matematica, ex esponente del circolo della Margherita “Partecipazione e solidarietà” ed attuale iscritto Pd, non ha gradito la replica di Emanuele Fina (segretario cittadino del partito di Veltroni) contro Ninì Cagnazzo (componente della Consulta comunale per l’Ambiente). Quest’ultimo, nei giorni scorsi, ha accusato la maggioranza di centrosinistra guidata dal sindaco Donato De Mitri di aver operato scelte di politica energetica locale con “poca trasparenza”. A questo intervento Fina aveva risposto rigettando l’accusa e sottolineando che Cagnazzo, “singolo cittadino, non fa parte degli organismi dirigenti del Pd”.
Pascali esordisce bacchettando Fina: “E’ buona regola per i dirigenti di partito essere attenti ai problemi della gente e rispettare, valorizzandole, le persone che esprimono pubblicamente le loro motivate opinioni. Il buon politico, se tale, è aperto al confronto e sa che non può governare ogni decisione al chiuso del proprio gruppo o clan. Non può correre il rischio di far apparire il partito un accampamento con tante tende spesso piene di soldati di ventura, come ha lasciato scritto il segretario provinciale Pd, Sergio Blasi, nel rimettere il proprio mandato”.
Pascali entra poi nel cuore della questione: “Ho seguito con interesse le vicende salicesi sull’eolico e sul fotovoltaico. Ho sperato che per gestire un così importante problema si potesse procedere in modo nuovo: informando, ascoltando, discutendo, proponendo, coinvolgendo, programmando. Mi ritrovo invece a dover stigmatizzare i comportamenti soliti di politici poco politici, solo accorti a non si sa cosa, solo attenti che vada in porto quello che hanno deciso nelle stanze chiuse del potere”. “Che il segretario cittadino del Pd abbia risposto ad un intervento critico e di puntualizzazione di un nostro concittadino, iscritto Pd, è quantomeno fuori luogo. L’interlocutore cercato non era il Pd, il suo segretario o gli organi dirigenti, ma l’Amministrazione e su un tema rispetto al quale l’oscurità regna sovrana: la conferenza di servizi per il fotovoltaico”.
Secondo l’ex Margherita, comunque, i problemi sollevati da Cagnazzo sarebbero reali e riguardanti sia questioni tecniche, sia questioni squisitamente politiche e di partito.
“Il segretario cittadino – aggiunge - può rispondere nei modi a lui più congeniali: per esempio, organizzando un’assemblea degli iscritti del Pd. Fina, con la sua risposta, ha dimostrato una tale accondiscendenza verso l’Amministrazione, da apparire quasi coincidenza, che non può essere data per scontata”.
Pascali così conclude il suo intervento: “Occorre ricordare a Fina la posizione di una parte degli iscritti Pd, quella alla quale faceva riferimento Cagnazzo, già candidato all’assemblea costituente regionale e nazionale del Pd, in occasione dell’elezione degli organi dirigenti locali e quanto espresso al garante dell’assemblea Flavio Fasano?”.
In quella circostanza, a quanto è dato di sapere, tutti i rappresentanti della ex Margherita “Partecipazione e libertà” (Pascali, Cagnazzo, Franco Simmini, Franco D’Oria e Battista Briganti) ritirarono la propria candidatura protestando per la modalità di svolgimento della campagna elettorale interna.
Pascali esordisce bacchettando Fina: “E’ buona regola per i dirigenti di partito essere attenti ai problemi della gente e rispettare, valorizzandole, le persone che esprimono pubblicamente le loro motivate opinioni. Il buon politico, se tale, è aperto al confronto e sa che non può governare ogni decisione al chiuso del proprio gruppo o clan. Non può correre il rischio di far apparire il partito un accampamento con tante tende spesso piene di soldati di ventura, come ha lasciato scritto il segretario provinciale Pd, Sergio Blasi, nel rimettere il proprio mandato”.
Pascali entra poi nel cuore della questione: “Ho seguito con interesse le vicende salicesi sull’eolico e sul fotovoltaico. Ho sperato che per gestire un così importante problema si potesse procedere in modo nuovo: informando, ascoltando, discutendo, proponendo, coinvolgendo, programmando. Mi ritrovo invece a dover stigmatizzare i comportamenti soliti di politici poco politici, solo accorti a non si sa cosa, solo attenti che vada in porto quello che hanno deciso nelle stanze chiuse del potere”. “Che il segretario cittadino del Pd abbia risposto ad un intervento critico e di puntualizzazione di un nostro concittadino, iscritto Pd, è quantomeno fuori luogo. L’interlocutore cercato non era il Pd, il suo segretario o gli organi dirigenti, ma l’Amministrazione e su un tema rispetto al quale l’oscurità regna sovrana: la conferenza di servizi per il fotovoltaico”.
Secondo l’ex Margherita, comunque, i problemi sollevati da Cagnazzo sarebbero reali e riguardanti sia questioni tecniche, sia questioni squisitamente politiche e di partito.
“Il segretario cittadino – aggiunge - può rispondere nei modi a lui più congeniali: per esempio, organizzando un’assemblea degli iscritti del Pd. Fina, con la sua risposta, ha dimostrato una tale accondiscendenza verso l’Amministrazione, da apparire quasi coincidenza, che non può essere data per scontata”.
Pascali così conclude il suo intervento: “Occorre ricordare a Fina la posizione di una parte degli iscritti Pd, quella alla quale faceva riferimento Cagnazzo, già candidato all’assemblea costituente regionale e nazionale del Pd, in occasione dell’elezione degli organi dirigenti locali e quanto espresso al garante dell’assemblea Flavio Fasano?”.
In quella circostanza, a quanto è dato di sapere, tutti i rappresentanti della ex Margherita “Partecipazione e libertà” (Pascali, Cagnazzo, Franco Simmini, Franco D’Oria e Battista Briganti) ritirarono la propria candidatura protestando per la modalità di svolgimento della campagna elettorale interna.
Rosario Faggiano