LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/X – 25 febbr. 2012)

SALICE – Atto d’accusa del segretario cittadino del Pd nei confronti del “Gruppo autonomo degli amministratori”

“Non si vince col partito degli eletti”

Fina denuncia scelte che “rischiano di far saltare, come nel 2007, la coesione del centrosinistra
SALICE – “La coesione del centrosinistra rischia di saltare, come nel 2007, a causa dei personalismi e della prepotenza di chi pensa di poter imporre alleanze e candidature soltanto in virtù del proprio consenso elettorale”. Emanuele Fina, segretario del Pd, interviene per spiegare i motivi della “frattura” fra partito e Amministrazione. Il segretario, che lunedì scorso ha annunciato di volersi dimettere, non risparmia accuse contro il gruppo consiliare uscente il quale, pur non escludendo la possibilità di allargare la maggioranza, vorrebbe ripresentarsi pressoché in blocco. Questa, secondo il segretario, sarebbe una pretesa che renderebbe di fatto impossibile l’apertura a partiti esterni all’Amministrazione. Se si ripresentassero tutti i consiglieri, infatti, in lista rimarrebbe ben poco spazio (i candidati possono essere solo dieci).
“Abbiamo espresso più volte – dice Fina - la volontà di ripartire dal sindaco Donato De Mitri, il cui contributo all’azione amministrativa è stato determinante, a patto che egli affrontasse alcuni nodi politici che, a nostro avviso, hanno offuscato nel paese l’immagine della maggioranza. A malincuore abbiamo preso atto della indisponibilità di De Mitri a ripresentarsi (forse per non affrontare i nodi politici? ) e abbiamo cercato di delineare un nuovo percorso che vedesse partecipe la cittadinanza, le associazioni, l’Udc e il Psi. L’esigenza deriva dalla consapevolezza che per affrontare le difficoltà del Comune non è più sufficiente una minoranza vincente”.
Fina, che considera l’Amministrazione aperta all’esterno solo a parole, evidenzia il fatto che da mesi si tengono riunioni “degli amministratori” senza il coinvolgimento dei partiti. I consiglieri, insomma, ormai sarebbero diventati gruppo autonomo “incurante del sentimento dei suoi stessi elettori”.
“Questo clima – sottolinea - inizia a risultare nauseabondo a gran parte del direttivo. E dal momento che l’impegno e la partecipazione per manifestarsi non richiedono di ricoprire ruoli formali, siamo pronti a fare un passo indietro; ma senza che questo significhi – conclude - abbandonare il partito o rinunciare a difendere le nostre idee che continueremo comunque a portare avanti valutando tutte le soluzioni.”
Rosario Faggiano