Il CORRIERE VINICOLO (pagg. 4-5 – 19 novembre 2012)
SALENTO – Lo scenario sta cambiando
Non chiamatelo più “serbatoio” d’Italia
L’ottima qualità della vendemmia 2012 darà una mano a un’area che da tempo ha abbandonato la politica di vendere “tanto sfuso a buon prezzo” e ha scelto di puntare sull’eccellenza. Prezzi in tensione, però, per il significativo calo produttivo (-20%) e gli aumenti dei costi di lavorazione
Annata storica nel Salento: qualità superlativa, ma produzione in picchiata. Il valore del segno negativo sulla quantità prodotta ha superato quello registrato l’anno scorso. Si è passati dal meno 10-15 per cento del 2011, al meno 20 per cento del 2012. Dati, questi, non irrilevanti. In due anni, infatti, il territorio ha perduto il 35 per cento del proprio potenziale produttivo. Un calo preoccupante, dovuto non soltanto all’andamento climatico, caratterizzato da temperature primaverili ed estive particolarmente elevate e da piogge molto scarse, ma anche alla massiccia estirpazione dei vigneti, favorita dalla politica di incentivi e dall’abbandono delle coltivazioni non più remunerative. Lo scenario salentino sta cambiando. La significativa riduzione delle superfici vitate e lo sforzo degli operatori locali di rendere qualitativamente competitivi i vini offerti ai mercati nazionali ed internazionali, stanno portando l’area a non essere più un “serbatoio nazionale” a disposizione delle grandi case d’imbottigliamento interessate ad acquisire grossi quantitativi di sfuso a buon prezzo. Il Salento vinicolo è ormai orientato verso l’eccellenza produttiva. E la vendemmia di quest’anno darà una mano a tutte le cantine dell’area che hanno scelto di puntare sulla qualità. Secondo tutti gli operatori del territorio, la vendemmia di quest’anno si è caratterizzata per la sanità di tutte le tipologie di uva, a bacca bianca e a bacca rossa.
La vendemmia è stata inaugurata, in anticipo rispetto al 2011, nella prima decade di agosto con la raccolta delle uve Chardonnay, Verdeca e Fiano. E’ poi proseguita, alla fine dello stesso mese, con il Primitivo e, dalla prima settimana di settembre, con il Negroamaro. La raccolta delle uve Aleatico e Moscato, avvenuta fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, ha chiuso la stagione.
L’enologo Angelo Maci, presidente delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco e del Consorzio di Tutela del “Salice Salentino doc”, afferma: “E’ stata un’ottima annata anche se un po’ avara come quantità”. Poi spiega: “Abbiamo avuto una stagione eccellente per la vite: il clima mite, le precipitazioni scarse e la buona ventilazione hanno consentito alle uve di maturare senza bisogno di cure particolari”.
Della stessa opinione è Francesco Zonin, vicepresidente dell’omonima Casa vinicola proprietaria, nell'agro del territorio di Torre Santa Susanna, della tenuta “Masseria Altemura” : “Il 2012 sarà un’annata da ricordare. Per i bianchi, certamente, ma anche per i rossi, verso i quali c’è grande attesa e ci aspettiamo costanti successi di mercato e di pubblico”.
La prospettiva, dunque, è quella di ottenere vini di eccezionale qualità, maggiore perfino a quella del 2011, considerata unanimemente una delle migliori annate degli ultimi anni.
Piernicola Leone de Castris, titolare dell’antica Casa vitivinicola di Salice Salentino, conferma: “Avremo dei vini bianchi e rosati con una piacevole impronta aromatica e una gradevole freschezza. Anche per i rossi, ottenuti da uve Primitivo e Negroamaro, ci sono tutti i presupposti per l’ottenimento di prodotti ben strutturati e con un’elevata intensità colorante. Vini rossi, quindi, sicuramente destinati ad esaltare le grandi potenzialità del territorio”.
Paolo Leo, proprietario della Cantina “Paolo Leo” di San Donaci, aggiunge: “Il Negroamaro è stato vendemmiato con tutti gli elementi che compongono la bacca (tannini, antociani, zuccheri ed acidi) in giusto equilibrio. Ciò consentirà, anche quest’anno, di ottenere un prodotto finale di eccellenza”.
“Da anni – dice Sergio Leonardo, enologo della Cantina “Castello Monaci” di Salice Salentino - non si avevano delle concentrazioni in zuccheri così elevate. Si otterranno vini di elevata portata, con dei profumi pronunciati ed intensi di frutta macerata e con dei tannini molto presenti ma dolci e nello stesso tempo eleganti”.
Secondo Mario Petito, presidente della Cantina sociale cooperativa “Cupertinum” di Copertino, “è ancora troppo presto per dare un giudizio sui vini che usciranno da questa vendemmia, ma i profumi e la sanità delle uve di Negroamaro ci permettono di affermare che la nostra produzione di qualità avrà fragranza e struttura adeguata”.
Ma quali potrebbero essere gli aspetti negativi dell’annata? Se da una parte gli operatori esprimono soddisfazione per la certezza di poter ottenere vini di altissima qualità, dall’altra, oltre ad essere costretti a prendere atto della vendemmia non abbondante, sanno di correre il rischio di dover mettere mano ai listini, proprio a causa del calo produttivo registrato e del contestuale aumento dei costi di lavorazione e d’imbottigliamento.
“I prezzi sono in forte tensione – avverte Marco Rocca, dell’azienda vitivinicola “Angelo Rocca” di Leverano - e gli aumenti già partiti dagli acquisti delle uve, a mio avviso anche un po’ avventurosi di qualche operatore, dovranno essere confermati da un mercato che vive una congiuntura a dir poco sfavorevole”.
A parere di Dino Pinto, enologo e direttore tecnico del Consorzio “Produttori vini Manduria”, “i listini saranno certamente aumentati del 5-10 per cento. Ciò potrebbe comportare, per un settore già in crisi, il rischio di diminuzione dei consumi per perdita di competitività a livello internazionale e nell’ambito della grande distribuzione”.
La vendemmia è stata inaugurata, in anticipo rispetto al 2011, nella prima decade di agosto con la raccolta delle uve Chardonnay, Verdeca e Fiano. E’ poi proseguita, alla fine dello stesso mese, con il Primitivo e, dalla prima settimana di settembre, con il Negroamaro. La raccolta delle uve Aleatico e Moscato, avvenuta fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, ha chiuso la stagione.
L’enologo Angelo Maci, presidente delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco e del Consorzio di Tutela del “Salice Salentino doc”, afferma: “E’ stata un’ottima annata anche se un po’ avara come quantità”. Poi spiega: “Abbiamo avuto una stagione eccellente per la vite: il clima mite, le precipitazioni scarse e la buona ventilazione hanno consentito alle uve di maturare senza bisogno di cure particolari”.
Della stessa opinione è Francesco Zonin, vicepresidente dell’omonima Casa vinicola proprietaria, nell'agro del territorio di Torre Santa Susanna, della tenuta “Masseria Altemura” : “Il 2012 sarà un’annata da ricordare. Per i bianchi, certamente, ma anche per i rossi, verso i quali c’è grande attesa e ci aspettiamo costanti successi di mercato e di pubblico”.
La prospettiva, dunque, è quella di ottenere vini di eccezionale qualità, maggiore perfino a quella del 2011, considerata unanimemente una delle migliori annate degli ultimi anni.
Piernicola Leone de Castris, titolare dell’antica Casa vitivinicola di Salice Salentino, conferma: “Avremo dei vini bianchi e rosati con una piacevole impronta aromatica e una gradevole freschezza. Anche per i rossi, ottenuti da uve Primitivo e Negroamaro, ci sono tutti i presupposti per l’ottenimento di prodotti ben strutturati e con un’elevata intensità colorante. Vini rossi, quindi, sicuramente destinati ad esaltare le grandi potenzialità del territorio”.
Paolo Leo, proprietario della Cantina “Paolo Leo” di San Donaci, aggiunge: “Il Negroamaro è stato vendemmiato con tutti gli elementi che compongono la bacca (tannini, antociani, zuccheri ed acidi) in giusto equilibrio. Ciò consentirà, anche quest’anno, di ottenere un prodotto finale di eccellenza”.
“Da anni – dice Sergio Leonardo, enologo della Cantina “Castello Monaci” di Salice Salentino - non si avevano delle concentrazioni in zuccheri così elevate. Si otterranno vini di elevata portata, con dei profumi pronunciati ed intensi di frutta macerata e con dei tannini molto presenti ma dolci e nello stesso tempo eleganti”.
Secondo Mario Petito, presidente della Cantina sociale cooperativa “Cupertinum” di Copertino, “è ancora troppo presto per dare un giudizio sui vini che usciranno da questa vendemmia, ma i profumi e la sanità delle uve di Negroamaro ci permettono di affermare che la nostra produzione di qualità avrà fragranza e struttura adeguata”.
Ma quali potrebbero essere gli aspetti negativi dell’annata? Se da una parte gli operatori esprimono soddisfazione per la certezza di poter ottenere vini di altissima qualità, dall’altra, oltre ad essere costretti a prendere atto della vendemmia non abbondante, sanno di correre il rischio di dover mettere mano ai listini, proprio a causa del calo produttivo registrato e del contestuale aumento dei costi di lavorazione e d’imbottigliamento.
“I prezzi sono in forte tensione – avverte Marco Rocca, dell’azienda vitivinicola “Angelo Rocca” di Leverano - e gli aumenti già partiti dagli acquisti delle uve, a mio avviso anche un po’ avventurosi di qualche operatore, dovranno essere confermati da un mercato che vive una congiuntura a dir poco sfavorevole”.
A parere di Dino Pinto, enologo e direttore tecnico del Consorzio “Produttori vini Manduria”, “i listini saranno certamente aumentati del 5-10 per cento. Ciò potrebbe comportare, per un settore già in crisi, il rischio di diminuzione dei consumi per perdita di competitività a livello internazionale e nell’ambito della grande distribuzione”.
Rosario Faggiano