IL CORRIERE VINICOLO (versione on line - 12 giugno 2015)

CELLINO SAN MARCO – Frutto della collaborazione con Riccardo Cotarella, č stato presentato con uno speciale “wine tasting” a cui hanno preso parte circa cento esperti, fra giornalisti, sommelier, ristoratori ed enotecari. La degustazione č stata guidata da Luciano Pignataro

Nasce "Selvabianca", il Vermentino di Cantine Due Palme

Nasce



CELLINO SAN MARCO (Brindisi) – La brezza di due mari, una terra generosa e il caldo sole del Sud per un nuovo grande bianco del Salento. Nasce “Selvabianca”, il Vermentino di Cantine “Due Palme”, frutto della collaborazione con Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi.

L’innovativa etichetta della cooperativa vinicola guidata dall’enologo Angelo Maci, è stata presentata nei giorni scorsi nella tenuta “La Mea”, in una delle aree produttive della dinamica azienda costituita da 1.200 soci, operanti nei principali territori dop delle provincie di Brindisi, Lecce e Taranto, su oltre 2.500 ettari vitati.

Il “Selvabianca” è stato sottoposto ad uno speciale “wine tasting” a cui hanno preso parte circa cento esperti, fra giornalisti, sommelier, ristoratori ed enotecari. La degustazione è stata guidata da Luciano Pignataro, giornalista de “Il Mattino” ed esperto di vino (nel 2008 premio “Luigi Veronelli” quale “miglior giornalista di settore”).

“Selvabianca – ha spiegato il presidente Maci - è un’altra sfida vinta da Due Palme. La nuova etichetta è il frutto prezioso di tre ettari di vigneto tra le campagne di Brindisi e di Taranto. Vigne giovani cresciute in terreni fertili. Vigne giovani che sono state accudite dal sole caldo di questo angolo di Mediterraneo. Hanno affrontato le brezze del mar Jonio e dell’Adriatico che ne hanno resi ricchi acini e struttura, con la benedizione di un clima che in Puglia, come in Toscana e in Sardegna, contribuisce in maniera sostanziale all’identità del vino. Sono certo che il Selvabianca otterrà lo stesso successo del Selvarossa dimostrando, così, che il Salento non è soltanto terra di grandi rossi, ma anche di ottimi bianchi”.

“In Salento – ha aggiunto Cotarella - abbiamo trovato condizioni ottimali per ottenere uno straordinario Vermentino. Il territorio ha un’altitudine media di non oltre cento metri; l’inclinazione del suolo, la giacitura, favorisce la migliore e più lunga esposizione al sole. Il che dà luogo a un compiuto processo di maturazione indispensabile al Vermentino per esprimere i suoi particolari caratteri. E poi ci sono i due mari. Selvabianca traduce, con assoluta pienezza, i caratteri e la civiltà di quel Salento in grado di offrirgli gli effluvi iodici e salmastri di due mari”.

Durante la degustazione del Selvabianca, a cui è seguita quella di altre due etichette della cooperativa di Cellino San Marco (Metodo classico “Due Palme” Negroamaro e “Corerosa”, rosato “Salento igp” Primitivo), Pignataro fra l’altro ha detto: “In Italia non c’è ancora una cultura del vino bianco in cui il tempo sia un valore aggiunto. Lo sforzo che bisogna fare per i bianchi, certamente non per tutti, è lo stesso che è stato fatto per i rossi. E’ necessario far capire che i bianchi con spalla acida e buon corpo col tempo migliorano. La sorpresa è che in Puglia questo è possibile. E’ possibile arrivare anche a dieci, quindici anni, senza trovare vini bianchi stanchi o ossidati. La mia sensazione personale è che il Selvabianca potrà sfidare il tempo. E’ un vino che ha personalità; è un vino che parla di Puglia e ne parla in maniera elegante. Si abbina soprattutto con la moderna cucina mediterranea e con tutti i piatti dell’alta ristorazione”.

Selvabianca ha una gradazione alcolica di 13,5% circa. È ottenuto da uve selezionate raccolte manualmente in cassette. La scheda di presentazione del prodotto precisa che le uve, raffreddate in cella frigorifera per 24 ore, sono diraspate e criomacerate a 10°C, per 7 ore. Il mosto-fiore ottenuto dalla pressatura soffice “viene chiarificato tramite decantazione statica. Segue parte della fermentazione alcolica in acciaio inox, a temperatura controllata di 12°C, poi un passaggio in barriques di rovere francese per 3 mesi”.

Le note degustative sono: “Colore giallo paglierino brillante, molto fine all’olfatto con spiccate noti floreali e fruttate. Dal sapore minerale, armonico e persistente. Struttura piena ed elegante”.
Rosario Faggiano






Nella foto: Melissa Maci (direttore generale Due Palme), Luciano Pignataro, Riccardo Cotarella e Angelo Maci (presidente Due Palme)