LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/II – 25 aprile 2015)
VEGLIE – La mobilitazione dei volontari di "Ambiente sano"
"Ma perché non si interviene sui focolai del Sud Salento?"
VEGLIE – “Le scelte calate dall'alto non ci piacciono, la soluzione partecipata e condivisa dei problemi a partire dal basso invece riteniamo sia la doverosa modalità che rispetta e rispecchia l'intelligenza e la dignità dei salentini”.
Il Comitato “Ambiente sano” scrive al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, al presidente della Regione Nichi Vendola, al presidente della Provincia Antonio Gabellone, al commissario Giuseppe Silletti e al commissario prefettizio Matilde Pirrera.
I volontari di “Ambiente sano”, che in passato si sono distinti per diverse battaglie per la salvaguardia del territorio, dopo aver ricordato che gli agricoltori in questi giorni stanno riprendendo le buone prassi di coltivazione degli uliveti mentre “le autorità si affrettano a recidere alberi e a cospargere di pesticidi le campagne, chiedono alle istituzioni maggiore impegno, non solo per fronteggiare l’emergenza nell’immediato, ma soprattutto per la “ricerca di una soluzione sostanziale per debellare del tutto la minaccia”.
“E' vero – scrive Ambiente sano - che la piaga del disseccamento rapido degli ulivi ha gettato da subito tutti nello sconcerto, incredulità e impotenza, mettendo in evidenza a più livelli un sistema di controlli fitosanitari del materiale vegetale importato molto lacunoso e superficiale, ma è vero pure che mentre ci si sta concentrando tanto sulla zona cuscinetto, poco e niente si sta facendo nelle aree del sud Salento, maggiormente colpite, le quali fungono da vero e proprio serbatoio inesauribile di fitopatogeni”.
Poi rivolge una serie di domande per evidenziare “incongruenze e perplessità” sulla gestione della vicenda: “Al di là dei trattamenti con fitofarmaci per fermare l'insetto vettore, trattamento che sembra possa essere preventivamente sostituito dall'aratura e altre buone prassi agronomiche, oltre a estirpare le piante infette, si sta cercando una soluzione che sia meno drastica e invasiva? Quanto sta investendo la Regione Puglia e il governo italiano per capire meglio le cause della malattia? Quale ricerca sta attuando l'Università del Salento? Perché non si aprono tavoli di dialogo con quanti non concordano con il piano?”.
Secondo “Ambiente sano” del disseccamento dell'ulivo sarebbe anche complice un modello di sviluppo “che mira solo alla mera quantificazione economica di un bene prodotto, ignorandone completamente il contorno. I nostri amministratori devono capire che l'agricoltura non è soltanto un comparto specifico dell'economia, ma è vita vera e propria”.
Rosario Faggiano