LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XI - 19 gennaio 2010)
SCORRANO – “Valutazione di impatto ambientale” obbligatoria per fotovoltaico di potenza superiore a 10 mw
L’impianto si fa in quattro per evitare la Via? Il Tar lo scopre e blocca il progetto
Esultano “Italia nostra” e “Grande Salento”: “Il trucco non ha funzionato
SCORRANO – “Smascherato l’escamotage per costruire il mega impianto fotovoltaico di località Miggianello senza la valutazione d’impatto ambientale. Il Tar blocca lo scempio del territorio”. Ha avuto esito positivo il ricorso promosso dalle associazioni “Italia nostra” e “Grande Salento” presentato ai giudici amministrativi di Lecce contro la centrale di circa 45 ettari prevista tra le campagne di Scorrano, Botrugno, Sanarica e Muro Leccese, in pieno “Parco dei Paduli-Bosco Belvedere”. Nei giorni scorsi il Tar, presidente Aldo Ravalli, ha confermato il precedente provvedimento di sospensione dei lavori adottato con urgenza alla vigilia dello scorso Natale.
“Italia nostra” e “Grande Salento”, nell’evidenziare che la “devastazione” del territorio era già iniziata con chilometriche trincee di scavo, cementificazioni, cavidotti, installazione di pali, disboscamenti e innalzamento di antenne, sostengono che “oltre all’evidente danno ambientale e paesaggistico che si è così frenato, pesa sulla ditta fotovoltaica una scabrosa verità che lo stesso Tar ha richiamato nell’ordinanza di sospensiva: l’impianto andava sottoposto a Via”.
Secondo le due associazioni “ciò non è avvenuto per una omissione della Regione, ma anche per uno stratagemma illegale seguito dalla società che ha suddiviso lo stesso maxi impianto in 4 impianti contigui; due da 1 mega watt e due altri rispettivamente di 5,65 e 7,6 mw. Dove l’arcano? In tal modo nessuno dei due grandi sotto-impianti pur abbisognando di autorizzazione regionale, era assoggettabile a Via. Quest’ultima, infatti, è prevista per centrali di potenza superiore a 10 mw. Durante il dibattimento in aula, i giudici hanno chiesto agli avvocati della società fotovoltaica il perché della frammentazione burocratica dell'impianto: il silenzio è piombato in aula! L’affaire fotovoltaico sta mostrando nel Salento sempre più ombre che luci. Da indiscrezioni emerse durante il Consiglio comunale di Scorrano del 27 novembre 2009 – concludono - anche la Forestale starebbe conducendo delle indagini in merito”.
“Italia nostra” e “Grande Salento”, nell’evidenziare che la “devastazione” del territorio era già iniziata con chilometriche trincee di scavo, cementificazioni, cavidotti, installazione di pali, disboscamenti e innalzamento di antenne, sostengono che “oltre all’evidente danno ambientale e paesaggistico che si è così frenato, pesa sulla ditta fotovoltaica una scabrosa verità che lo stesso Tar ha richiamato nell’ordinanza di sospensiva: l’impianto andava sottoposto a Via”.
Secondo le due associazioni “ciò non è avvenuto per una omissione della Regione, ma anche per uno stratagemma illegale seguito dalla società che ha suddiviso lo stesso maxi impianto in 4 impianti contigui; due da 1 mega watt e due altri rispettivamente di 5,65 e 7,6 mw. Dove l’arcano? In tal modo nessuno dei due grandi sotto-impianti pur abbisognando di autorizzazione regionale, era assoggettabile a Via. Quest’ultima, infatti, è prevista per centrali di potenza superiore a 10 mw. Durante il dibattimento in aula, i giudici hanno chiesto agli avvocati della società fotovoltaica il perché della frammentazione burocratica dell'impianto: il silenzio è piombato in aula! L’affaire fotovoltaico sta mostrando nel Salento sempre più ombre che luci. Da indiscrezioni emerse durante il Consiglio comunale di Scorrano del 27 novembre 2009 – concludono - anche la Forestale starebbe conducendo delle indagini in merito”.
Rosario Faggiano