LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/IV – 29 giugno 2014)
PORTO CESAREO – IERI POMERIGGIO LE ESEQUIE – L’OMELIA DEL PARROCO – Don Antonio Bottazzo: “È un bruttissimo momento: la comunità non lascerà soli Fabio ed Alessandra”
Le majorettes per l'addio alla coppia
Un nipote: “Mia zia ci aveva detto che voleva una festa per il suo funerale”
IL SINDACO ALBANO – “Tutti cerchiamo giustizia divina e terrena, ma senza cercare alcun gesto di giustizia personale”
PORTO CESAREO – La banda, le majorettes e tanti palloncini bianchi per l’ultimo saluto ai coniugi massacrati da una mano assassina. Si sono svolti ieri, alle 17, i funerali di Antonella Parente e Luigi Ferrari.
Per loro una “festa”, una grande festa, proprio come avrebbe voluto la povera Antonella. Aveva confidato il desiderio ai suoi familiari durante un pranzo in casa di un nipote. Una premonizione, un’inspiegabile coincidenza? Nessuno potrà dare una risposta.
“Ci siamo visti il giorno prima – dice il nipote – e ci aveva detto di volere una festa per il suo funerale. Noi abbiamo cercato di assecondare il desiderio. I miei zii erano persone meravigliose. Nessuno si merita una morte simile, ma loro meno degli altri”.
Alle esequie, che si sono svolte nella chiesa parrocchiale “Beata Vergine Maria del perpetuo soccorso”, ha partecipato l’intera comunità, in lutto cittadino proclamato dall’Amministrazione comunale.
Il corteo funebre è partito dall’abitazione dei coniugi dove, a piano terra, nella sala del “Club degli amici”, era stata allestita la camera ardente. Aprivano le majorettes di Veglie, con tamburi e ponpon, poi la banda con musiche festose, infine il gruppo scout di Porto Cesareo e tantissimi ragazzi vestiti di rosso, ognuno dei quali munito di un palloncino bianco.
Seguivano, portate a spalla una a fianco all’altra, le due bare. Dietro i feretri, i figli Alessandra e Fabio, i parenti, le autorità cittadine e tantissimi amici e conoscenti. Molti ed intensi gli applausi lungo il tragitto. Durante il rito religioso, concelebrato da cinque sacerdoti, si sono vissuti momenti di grande commozione.
“Il nostro paese - ha detto il parroco don Antonio Bottazzo nell’omelia - è sconvolto, ma non rassegnato alla cultura della morte. E’ un bruttissimo momento. Noi diciamo a Fabio e ad Alessandra che la loro ferita forse non guarirà mai, ma la comunità non li lascerà soli”.
Dopo la messa sono stati letti tre messaggi. Il primo, dei ragazzi della scuola di danza diretta da Alessandra Ferrari, ha ricordato le qualità di Antonella e Luigi: “Grandi genitori, persone umili, altruiste ed esempio per tutti”.
Il secondo, letto da una nipote, è stato fra l’altro riservato all’assassino: “Una mente malata, contorta, accecata dall’odio, ha spezzato la serenità familiare. Noi preghiamo perché le autorità tutte possano fare giustizia”.
Nel terzo messaggio, il sindaco Salvatore Albano, ha attestare alla famiglia la vicinanza della comunità ed ha concluso: “Tutti cerchiamo giustizia divina e terrena, ma senza cercare alcun gesto di giustizia personale”.
Domani sera, alle 20, è prevista una fiaccolata per ricordare le due vittime.
Per loro una “festa”, una grande festa, proprio come avrebbe voluto la povera Antonella. Aveva confidato il desiderio ai suoi familiari durante un pranzo in casa di un nipote. Una premonizione, un’inspiegabile coincidenza? Nessuno potrà dare una risposta.
“Ci siamo visti il giorno prima – dice il nipote – e ci aveva detto di volere una festa per il suo funerale. Noi abbiamo cercato di assecondare il desiderio. I miei zii erano persone meravigliose. Nessuno si merita una morte simile, ma loro meno degli altri”.
Alle esequie, che si sono svolte nella chiesa parrocchiale “Beata Vergine Maria del perpetuo soccorso”, ha partecipato l’intera comunità, in lutto cittadino proclamato dall’Amministrazione comunale.
Il corteo funebre è partito dall’abitazione dei coniugi dove, a piano terra, nella sala del “Club degli amici”, era stata allestita la camera ardente. Aprivano le majorettes di Veglie, con tamburi e ponpon, poi la banda con musiche festose, infine il gruppo scout di Porto Cesareo e tantissimi ragazzi vestiti di rosso, ognuno dei quali munito di un palloncino bianco.
Seguivano, portate a spalla una a fianco all’altra, le due bare. Dietro i feretri, i figli Alessandra e Fabio, i parenti, le autorità cittadine e tantissimi amici e conoscenti. Molti ed intensi gli applausi lungo il tragitto. Durante il rito religioso, concelebrato da cinque sacerdoti, si sono vissuti momenti di grande commozione.
“Il nostro paese - ha detto il parroco don Antonio Bottazzo nell’omelia - è sconvolto, ma non rassegnato alla cultura della morte. E’ un bruttissimo momento. Noi diciamo a Fabio e ad Alessandra che la loro ferita forse non guarirà mai, ma la comunità non li lascerà soli”.
Dopo la messa sono stati letti tre messaggi. Il primo, dei ragazzi della scuola di danza diretta da Alessandra Ferrari, ha ricordato le qualità di Antonella e Luigi: “Grandi genitori, persone umili, altruiste ed esempio per tutti”.
Il secondo, letto da una nipote, è stato fra l’altro riservato all’assassino: “Una mente malata, contorta, accecata dall’odio, ha spezzato la serenità familiare. Noi preghiamo perché le autorità tutte possano fare giustizia”.
Nel terzo messaggio, il sindaco Salvatore Albano, ha attestare alla famiglia la vicinanza della comunità ed ha concluso: “Tutti cerchiamo giustizia divina e terrena, ma senza cercare alcun gesto di giustizia personale”.
Domani sera, alle 20, è prevista una fiaccolata per ricordare le due vittime.
Rosario Faggiano