LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/III – 22 novembre 12)

L’ALLARME

L’alberello pugliese rischia l’estinzione

L’alberello pugliese rischia di scomparire dalle campagne salentine. Questa millenaria forma di allevamento della vite, da sempre considerata ricchezza del territorio da preservare, da qualche anno non è più considerata remunerativa. Al suo posto sono nate sterminate coltivazioni a spalliera, il sistema di lavorazione del ceppo che consente l’impiego di macchine. L’enorme superficie vitata ad alberello un tempo esistente, ormai ridotta a poche migliaia di ettari in tutto il Salento a causa degli incentivi comunitari per l’estirpazione e per il reimpianto, è stata sacrificata per consentire alle aziende di puntare su forme di allevamento più produttive e meno costose. All’alberello, peraltro, spesso sono stati preferiti i pannelli fotovoltaici.
“Le nostre migliori eccellenze – spiega Angelo Maci – si ottengono da vigneti ad alberello vecchi anche di 100 anni. Questa straordinaria forma di allevamento, nei nostri territori anticamente quasi obbligata a causa della limitata disponibilità idrica, è caratterizzata da uno sviluppo contenuto della pianta e da un limitato carico di gemme e quindi di produzione di uva. Oggi, a causa dei costi di gestione, mantenere in vita questi vigneti è difficile. Per tali ragioni la Due Palme ha deciso di sostenere i soci proprietari di vigneti ad alberello, concedendo loro un contributo annuale pari a 300 euro ad ettaro. Purtroppo, oltre ai nostri, non esistono altri incentivi”.
“L’importanza storica, culturale e paesaggistica dell’alberello è enorme – conclude Mario Petito – credo che l’ente pubblico debba sostenere i viticoltori con incentivi programmati ed organici”. (ros.fag.)