LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/X – 27 gennaio 2012)
GUAGNANO – In centinaia partecipano ai funerali dell’operaio ucciso dal padre, Enzo Caretto
“La morte di Giovanni, una lezione di vita per tutti”
GUAGNANO – Una folla commossa ha salutato per l’ultima volta Giovanni Caretto, il trentaduenne vittima del folle gesto del padre. La bara, partita dall’abitazione delle zie in via Trento, è giunta nella chiesa madre intorno alle 15 di ieri. Nei volti dei numerosi giovani, delle donne e degli uomini che hanno partecipato ai funerali c’era incredulità, ma anche profondo cordoglio per una tragedia familiare che difficilmente sarà cancellata dalla memoria collettiva. Un padre, annebbiato dall’alcol, ha conficcato più volte il coltello nel corpo del figlio.
Dietro il feretro, la mamma Anna, la sorella Marirosa, le zie Silvana e Milvia, e tutti gli altri parenti.
In chiesa, gremita di gente (soprattutto giovani di Guagnano e dei paese limitrofi), durante la celebrazione religiosa curata dal parroco don Salvatore Innocente, c’era molta commozione, contenuta e silenziosa. Particolarmente toccante è stata l’omelia: “Giovanni – ha detto don Salvatore – era una persona serena, sempre pronta a dare una mano. L’ho conosciuto personalmente: era un ragazzo sincero, schietto e buono. Se un giovane come lui oggi può dare una lezione di vita, espressa non con grandi azioni, ma con la semplicità dei rapporti con la madre, la sorella, i parenti e le persone comuni, io penso che sia un esempio di disponibilità verso tutti”.
Don Salvatore, che in apertura del rito religioso ha comunicato che l’arcivescovo di Brindisi Rocco Talucci era idealmente presente in chiesa con la sua preghiera, ha parlato solo del povero Giovanni. Nessun cenno diretto alla tragedia e all’assurdità di un gesto che ha distrutto una famiglia già tanto provata dalla vita. Significativamente, infine, ha concluso la sua omelia con un messaggio di pace.
Dopo le esequie, all’uscita dalla chiesa, la folla ha dato l’addio a Giovanni con un lungo applauso.
La bara è stata poi trasportata nel cimitero cittadino.
Dietro il feretro, la mamma Anna, la sorella Marirosa, le zie Silvana e Milvia, e tutti gli altri parenti.
In chiesa, gremita di gente (soprattutto giovani di Guagnano e dei paese limitrofi), durante la celebrazione religiosa curata dal parroco don Salvatore Innocente, c’era molta commozione, contenuta e silenziosa. Particolarmente toccante è stata l’omelia: “Giovanni – ha detto don Salvatore – era una persona serena, sempre pronta a dare una mano. L’ho conosciuto personalmente: era un ragazzo sincero, schietto e buono. Se un giovane come lui oggi può dare una lezione di vita, espressa non con grandi azioni, ma con la semplicità dei rapporti con la madre, la sorella, i parenti e le persone comuni, io penso che sia un esempio di disponibilità verso tutti”.
Don Salvatore, che in apertura del rito religioso ha comunicato che l’arcivescovo di Brindisi Rocco Talucci era idealmente presente in chiesa con la sua preghiera, ha parlato solo del povero Giovanni. Nessun cenno diretto alla tragedia e all’assurdità di un gesto che ha distrutto una famiglia già tanto provata dalla vita. Significativamente, infine, ha concluso la sua omelia con un messaggio di pace.
Dopo le esequie, all’uscita dalla chiesa, la folla ha dato l’addio a Giovanni con un lungo applauso.
La bara è stata poi trasportata nel cimitero cittadino.
Rosario Faggiano