LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/IV - 3 settembre 2017)
Secondo Marco Mascellani, enologo di “Leone de Castris”, si tratta di “una delle annate di più difficile interpretazione di sempre”
"La differenza sui rossi adesso si farà in cantina con la gestione delle fermentazioni e macerazioni"
Anticipo della vegetazione fra i 10 e i 15 giorni, caldo torrido, siccità eccessiva e scarsa incidenza delle malattie sulle piante. Questi i fattori che hanno caratterizzato le diverse fasi vegetative del vigneto e che hanno reso particolare la raccolta 2017.
Secondo Marco Mascellani, la vendemmia verrà ricordata come “una delle annate di più difficile interpretazione di sempre”.
“La stagione – dice - è partita male con i drastici abbassamenti di temperatura di fine aprile che, in alcune zone della Puglia, hanno causato ingenti perdite di produzione, già scarsa per la bassa differenziazione di infiorescenze. Il prosieguo della stagione è stato invece caratterizzato da alte temperature con assenza di piovosità. Certo, da un punto di vista fitopatologico abbiamo avuto una stagione tranquilla, perché l’assenza di pioggia ha creato condizioni ostili alla proliferazione di patogeni pericolosi come Peronospora e Botrite. Detto questo, portare uve sane in cantina è stato più semplice rispetto alle ultime annate”
Per Mascellani, però, a questo punto il rischio “è che non ci sia allineamento tra la maturazione tecnologica (zuccheri e acidità) e quella fenolica (tannini e antociani)”.
“Quest’anno, più del passato – spiega - la differenza sui rossi si farà in cantina con la gestione delle fermentazioni e macerazioni . Solo un’attenta vinificazione ci potrà consentire di avere dei rossi non eccessivamente duri e magari anche con una buona stoffa, destinati ad un lungo invecchiamento”.
Come sempre, insomma, decisivo sarà il lavoro in azienda. È lì che si giocherà una parte importante della partita della qualità. Una partita che, soprattutto negli ultimi anni, grazie alla competenza e professionalità di enologi e tecnici, è stata sempre vinta. Ed è per questo che i vini salentini e pugliesi hanno conquistato rilevanti mercati nazionali e mondiali.
Secondo Marco Mascellani, la vendemmia verrà ricordata come “una delle annate di più difficile interpretazione di sempre”.
“La stagione – dice - è partita male con i drastici abbassamenti di temperatura di fine aprile che, in alcune zone della Puglia, hanno causato ingenti perdite di produzione, già scarsa per la bassa differenziazione di infiorescenze. Il prosieguo della stagione è stato invece caratterizzato da alte temperature con assenza di piovosità. Certo, da un punto di vista fitopatologico abbiamo avuto una stagione tranquilla, perché l’assenza di pioggia ha creato condizioni ostili alla proliferazione di patogeni pericolosi come Peronospora e Botrite. Detto questo, portare uve sane in cantina è stato più semplice rispetto alle ultime annate”
Per Mascellani, però, a questo punto il rischio “è che non ci sia allineamento tra la maturazione tecnologica (zuccheri e acidità) e quella fenolica (tannini e antociani)”.
“Quest’anno, più del passato – spiega - la differenza sui rossi si farà in cantina con la gestione delle fermentazioni e macerazioni . Solo un’attenta vinificazione ci potrà consentire di avere dei rossi non eccessivamente duri e magari anche con una buona stoffa, destinati ad un lungo invecchiamento”.
Come sempre, insomma, decisivo sarà il lavoro in azienda. È lì che si giocherà una parte importante della partita della qualità. Una partita che, soprattutto negli ultimi anni, grazie alla competenza e professionalità di enologi e tecnici, è stata sempre vinta. Ed è per questo che i vini salentini e pugliesi hanno conquistato rilevanti mercati nazionali e mondiali.
Rosario Faggiano