LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/VIII – 18 marzo 2012)

SALICE – L’intero paese in lutto per la tragica fine del sedicenne Lorenzo Vecchio. Ieri il vescovo ha fatto visita alla famiglia

La città non si rassegna, vuole la verità

Domani il responso dell’autopsia. I funerali del ragazzo si svolgeranno martedì prossimo alle 16
SALICE - Un paese in lutto per la tragica fine del sedicenne Lorenzo Vecchio. Si svolgeranno martedì prossimo, alle 16, presso la chiesa madre “Santa Maria Assunta”, i funerali del ragazzo che giovedì sera ha perso la vita, per cause che saranno accertate domani dall’autopsia affidata al medico legale Alberto Tortorella, dopo un litigio con un anziano del posto.
“La vicenda - dice il sindaco Donato De Mitri – mi ha sconvolto perché conosco bene il papà che è una persona particolarmente mite e stimata. Il ragazzo, che ho conosciuto in qualche circostanza, era umile e molto schivo. A nome della cittadinanza esprimo profondo cordoglio ai familiari”.
Ieri sera anche il vescovo di Brindisi monsignor Rocco Talucci, in paese per la Cresima, accompagnato dall’arciprete don Carmine Canoci, ha voluto far visita alla famiglia Vecchio per manifestare la vicinanza della comunità diocesana ai genitori di Lorenzo.
Sempre ieri, una docente dello “Scarambone” di Leverano, ha fatto sapere a papà Raffaele che il compagno di banco di Lorenzo, insieme agli altri alunni, costernati dalla tragedia, praticamente non hanno fatto lezione per due giorni
I parenti, intanto, non si rassegnano. La zia Loredana è distrutta dal dolore: “E’ stata una notizia terrificante. Ancora non riesco a crederci. Su tutta questa vicenda noi vogliamo la verità, soltanto così Lorenzo riposerà in pace”.
Anche i nonni Amelia e Valerio vogliono che si faccia piena luce su una morte che considerano inaccettabile e assurda.
“E’ venuto a trovarmi la sera prima della tragedia – ricorda nonna Amelia in lacrime – e io ho insistito per preparargli un panino con la nutella. Era tranquillo e sereno. Stava benissimo. Mio nipote era un ragazzo educato, rispettoso e riservato. Aveva anche cominciato a studiare il clarinetto, lo stesso strumento che insegna suo padre, e a suonare in un gruppo bandistico locale. E proprio con il suo gruppo bandistico doveva suonare, il prossimo venerdì Santo, durante la processione. Il dolore che sento è come una pugnalata al cuore”.
Rosario Faggiano