LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/III – 6 novembre 2015)

Allarme del presidente del Consorzio Dop Salice Salentino

L'embargo alle barbatelle mette a rischio anche la produzione del vino

L'embargo alle barbatelle mette a rischio anche la produzione del vino


“A rischio la nostra viticoltura senza le barbatelle salentine. Lo spettro Xylella allunga la sua ombra”.

Il mancato sblocco della commercializzazione delle barbatelle prodotte nell’area di Otranto, determina allarme anche fra i produttori di uva e vino pregiato.

Damiano Reale, presidente del Consorzio di tutela della Dop “Salice Salentino”, a cui aderiscono circa tremila viticoltori, interviene sulla preoccupante situazione che, da mesi, tiene col fiato sospeso l’intero indotto vivaistico idruntino.

Nonostante risultati scientifici abbiano dimostrato che la Xylella fastidiosa, ceppo co.di.ro, non contagia la vite, il Comitato Fitosanitario Permanente della Ue starebbe valutando l’ipotesi di non cancellare la vite dalla lista nera delle piante ospiti del batterio e, dunque, di non togliere il divieto di movimentazione delle barbatelle salentine.

“Le barbatelle idruntine – spiega Reale - sono di assoluta qualità con Dna locale. Bloccarne la vendita è un danno economico enorme per i vivaisti e per noi vitivinicoltori. Ancora più preoccupante è il rischio di compromettere la biodiversità viticola del nostro territorio. Sono i viticoltori, infatti, a selezionare il materiale produttivo che il vivaista metterà a dimora per ottenere la barbatella. Considerando, però, che gli elementi di propagazione si trovano nelle zone infette, tra qualche anno avremo difficoltà a trovare barbatelle di Negroamaro, Malvasia Nera, Primitivo e altre varietà”.

Il polo vivaistico idruntino è, a livello nazionale, al secondo posto dopo quello del Friuli. I numeri del comparto sono rilevanti: circa 800 addetti, 10 milioni di piantine e un giro d’affari di 20milioni di euro.

“I viticoltori – conclude Reale - hanno investito per mezzo dell’Ocm vino regolata dalla Regione Puglia, ma oggi rischiano di perdere i benefici perché impediti all’acquisto di barbatelle della zona”.
Rosario Faggiano