LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/11 del 2 gennaio 2009)
SALICE Si sono svolti ieri i funerali di Fabrizio Caretto e Alberina Maria Rodio. I coniugi deceduti martedì sera in un terribile scontro
Insieme fino all’ultimo viaggio
Un via vai di amici e conoscenti alla veglia nella chiesa dell’Immacolata
“Chiediamo scusa ai familiari”: don Carmine condanna chi ha esploso petardi e acceso fuochi pirotecnici nonostante il lutto cittadino
SALICE – Uno a fianco all’altra. Come sempre. I coniugi Fabrizio Caretto e Alberina Maria Rodio sono stati posti davanti all’altare così. La folla che ieri mattina gremiva la chiesa madre, ha voluto immaginarli presenti ancora una volta, per l’ultima volta; magari, come solitamente preferivano, discretamente in disparte, ma mano nella mano e con lo sguardo pieno d’amore rivolto verso i loro due figli, Giuseppe e Matilde, a cui mai avrebbero voluto procurare anche il più piccolo dolore. Per tutta la vita hanno dedicato ai loro ragazzi ogni momento e ogni attenzione, anche a costo di grandi sacrifici. Adesso non li potranno mai più riabbracciare. Sull’asfalto della provinciale Campi-Guagnano, la sera di mercoledì scorso, a causa di un tremendo incidente, la loro esistenza si è infranta per sempre, troncando all’improvviso sogni, desideri e speranze di padre e di madre. I funerali di Fabrizio e Alberina, hanno avuto inizio alle 9.30. Dall’altra sera, fino al rito religioso celebrato nella chiesa madre, le due bare sono state costantemente vegliate, dai figli, dai parenti e dagli amici, nella vicina chiesa dell’Immacolata. La cerimonia funebre è stata curata da don Carmine Canoci e don Salvatore Innocente, parroco di Guagnano. La presenza di quest’ultimo è dovuta al fatto che Fabrizio e Alberina, anche se residenti a Salice, avevano un forte legame con il paese vicino; il primo era impiegato del Comune, la seconda era originaria, appunto, di Guagnano. Fra gli altri, in chiesa erano presenti i sindaci delle due comunità (Fernando Leone e Donato De Mitri), tutti i colleghi di Fabrizio e numerosi altri rappresentati delle due cittadine.
La messa si è aperta con un significativo richiamo di don Carmine indirizzato soprattutto a tutti coloro che, durante la notte, nonostante il lutto cittadino proclamato dal sindaco De Mitri, hanno voluto festeggiare il primo dell’anno con fuochi d’artificio, petardi e schiamazzi. “Poteva essere l’occasione – ha detto – per riflettere sull’esistenza dell’uomo, sull’importanza e sulla salvaguardia della vita, invece abbiamo voluto ridurci a comunità ipocrita. Dobbiamo chiedere scusa ai familiari per la nostra dabbenaggine. Fabrizio e Alberina amavano la loro vita e la vita degli altri”. Poi ha ricordato:”Entrambi sono stati donatori record di sangue (nel 2007 Caretto ha ricevuto la medaglia d’oro dall’Avis per aver superato le cinquanta donazioni, ndr). Sono state persone di fede – ha concluso don Carmine - siamo storditi da questa scomparsa”.
I figli, Matilde e Giuseppe, hanno seguito le esequie abbracciati. Erano distrutti. La sera prima, nella chiesa dell’Immacolata, alle persone che si avvicinavano per offrire conforto, Giuseppe aveva risposto: “Siete tutti qui. Allora non è un sogno. E’ tutta realtà. I miei genitori sono morti davvero. Finora ho creduto di vivere un incubo. Come faremo senza di loro. Tutti e due. Capite? Sono morti tutti e due”.
Giuseppe e Matilde, rispettivamente 32 e 27 anni, entrambi laureati, sono ancora alla ricerca di un primo impiego.
Il padre, unico a lavorare in famiglia, per loro si è sottoposto a mille sacrifici. Chi lo conosceva bene, racconta che per lasciare disponibile l’auto per le esigenze della famiglia, molte volte si era recato in ufficio, in bicicletta o, addirittura, a piedi.
Dopo il rito funebre le due salme sono state trasportate nel cimitero di Guagnano, dove la famiglia di Alberina possiede una cappella.
La messa si è aperta con un significativo richiamo di don Carmine indirizzato soprattutto a tutti coloro che, durante la notte, nonostante il lutto cittadino proclamato dal sindaco De Mitri, hanno voluto festeggiare il primo dell’anno con fuochi d’artificio, petardi e schiamazzi. “Poteva essere l’occasione – ha detto – per riflettere sull’esistenza dell’uomo, sull’importanza e sulla salvaguardia della vita, invece abbiamo voluto ridurci a comunità ipocrita. Dobbiamo chiedere scusa ai familiari per la nostra dabbenaggine. Fabrizio e Alberina amavano la loro vita e la vita degli altri”. Poi ha ricordato:”Entrambi sono stati donatori record di sangue (nel 2007 Caretto ha ricevuto la medaglia d’oro dall’Avis per aver superato le cinquanta donazioni, ndr). Sono state persone di fede – ha concluso don Carmine - siamo storditi da questa scomparsa”.
I figli, Matilde e Giuseppe, hanno seguito le esequie abbracciati. Erano distrutti. La sera prima, nella chiesa dell’Immacolata, alle persone che si avvicinavano per offrire conforto, Giuseppe aveva risposto: “Siete tutti qui. Allora non è un sogno. E’ tutta realtà. I miei genitori sono morti davvero. Finora ho creduto di vivere un incubo. Come faremo senza di loro. Tutti e due. Capite? Sono morti tutti e due”.
Giuseppe e Matilde, rispettivamente 32 e 27 anni, entrambi laureati, sono ancora alla ricerca di un primo impiego.
Il padre, unico a lavorare in famiglia, per loro si è sottoposto a mille sacrifici. Chi lo conosceva bene, racconta che per lasciare disponibile l’auto per le esigenze della famiglia, molte volte si era recato in ufficio, in bicicletta o, addirittura, a piedi.
Dopo il rito funebre le due salme sono state trasportate nel cimitero di Guagnano, dove la famiglia di Alberina possiede una cappella.
Rosario Faggiano
“Fabrizio era prudente”
SALICE – “Fabrizio non percorreva mai la provinciale per venire a trovarci. Lui preferiva, prudente com’era, prendere la stradina secondaria che dalla periferia di Salice conduce alla mia abitazione”. A parlare è il cognato Totino Pagliara, coniugato con Rosalba, la sorella minore di Alberina. I due coniugi mercoledì scorso avevano preso la provinciale perché di ritorno da una visita effettuata ad una conoscente di Campi. Intorno alle 19, dunque, si erano immessi sulla Campi-Guagnano con l’intento di fermarsi per un saluto al cognato e alla sorella.
“Fabrizio non correva mai con l’auto – precisa Pagliara – ed era sempre rispettoso della segnaletica. Al momento dell’incidente lui era fermo e aspettava il passaggio dell’auto che arrivava di fronte per poi raggiungere la mia abitazione”.
Antonio Malerba, legale della famiglia delle vittime, è d’accordo:
“Tenuto conto dello stato dei mezzi, le verifiche sembrano confermare l’ipotesi che, al momento del primo impatto, l’auto di Caretto fosse ferma. La Punto blu, che è sopraggiunta ad elevata velocità, l’ha violentemente tamponata proiettandola sulla corsia opposta, proprio mentre transitava la Mitsubishi Colt con la quale c’è stato lo scontro frontale. L’auto, infine, ha preso fuoco. A mio parere, considerato la violenza dei due contrapposti impatti e la loro repentina sequenza, i coniugi sono morti sul colpo”. (r.f.)
“Fabrizio non correva mai con l’auto – precisa Pagliara – ed era sempre rispettoso della segnaletica. Al momento dell’incidente lui era fermo e aspettava il passaggio dell’auto che arrivava di fronte per poi raggiungere la mia abitazione”.
Antonio Malerba, legale della famiglia delle vittime, è d’accordo:
“Tenuto conto dello stato dei mezzi, le verifiche sembrano confermare l’ipotesi che, al momento del primo impatto, l’auto di Caretto fosse ferma. La Punto blu, che è sopraggiunta ad elevata velocità, l’ha violentemente tamponata proiettandola sulla corsia opposta, proprio mentre transitava la Mitsubishi Colt con la quale c’è stato lo scontro frontale. L’auto, infine, ha preso fuoco. A mio parere, considerato la violenza dei due contrapposti impatti e la loro repentina sequenza, i coniugi sono morti sul colpo”. (r.f.)