LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/IX – 31 agosto 2014)
L’INIZIATIVA – Si č svolto l’altra sera, nella tenuta “La Mea”, l’appuntamento annuale promosso da “Cantine Due Palme”
Il rito della vendemmia notturna
Angelo Maci: “Una sorta di canto propiziatorio per dare il benvenuto al raccolto”
Erano presenti, tra gli altri, Paolo De Castro, Dario Stefŕno, Fabrizio Nardoni, Antonio Gabellone e Antonio Buccoliero
NORD SALENTO – Vendemmia notturna propiziatoria per un’annata difficile ma ancora molto promettente. La cooperativa “Cantine Due Palme”, operante con oltre 1.200 soci nelle zone doc “Salice Salentino”, “Squinzano”, “Brindisi” e “Primitivo di Manduria”, celebra il rito del taglio dell’uva in uno scenario di riscoperta di antichi riti, fra tradizione e innovazione, al ritmo incalzante della pizzica, di canti e musiche popolari.
Si è svolto l’altra sera, nella tenuta “La Mea” di Cellino San Marco, l’appuntamento annuale promosso dall’azienda guidata dal presidente Angelo Maci “per ringraziare la natura per il raccolto”.
Protagonisti della serata, numerosi ospiti del mondo vitivinicolo, ma anche politici e rappresentanti del panorama culturale, scientifico, giornalistico e artistico non solo salentino.
Hanno simbolicamente impugnato la cesoia per tagliare i grappoli e riempire le ceste di magnifica uva “Fiano”, lo stesso presidente Maci, accompagnato dal deputato europeo Paolo De Castro, dal senatore Dario Stefàno, dall’assessore regionale Fabrizio Nardoni, dal presidente nazionale di Fedagri Giorgio Mercuri, dal presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, dal consigliere regionale Antonio Buccoliero e da tanti altri.
In apertura di serata, dopo la consegna al presidente di Due Palme di un riconoscimento del Rotary Valesio di Brindisi, Maci senior ha voluto dedicare l’evento al nipote Angelo Maci junior, completamente ristabilito dopo il gravissimo incidente subito a Milano durante una partita di basket fra amici.
Sono stati ricordati, infine, i numerosi premi ottenuti dalla cooperativa durante il 2014, in primo luogo il massimo riconoscimento internazionale conseguito al Vinitaly di Verona.
“Nella storia contadina – spiega Maci - la vendemmia è un rito. E’ l’ultimo atto che racchiude i sacrifici di un intero anno. Noi abbiamo voluto offrire un canto propiziatorio, in un contesto di assoluta convivialità, per scacciare simbolicamente le tarante e dare il benvenuto al raccolto affinché sia ricco e portatore di benefici per i contadini”.
“La festa della vendemmia – aggiunge Stefàno – l’abbiamo avviata qualche anno fa ed oggi consolida l’idea di farla tornare evento di comunità. Non un momento per addetti ai lavori, ma una festa popolare che appartiene a tutto il territorio. Qualche anno fa ci vergognavamo di essere una regione agricola, ora ne siamo orgogliosi”.
Rosario Faggiano