LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/VI- 11 maggio 2010)
Il paese e gli amici sotto choc, “Un padre e un professionista esemplare”
GUAGNANO – Un intero paese sotto shock per un’altra vittima della strada. Sergio Leone, 48 anni, è stato strappato alla vita, ai suoi due figli Stefano e Sara, all’anziano padre e agli amici di sempre. Una vita che aveva dedicato completamente alla famiglia e al lavoro. Da qualche anno, dopo un periodo di attività professionale al nord, era ritornato a Guagnano per stare vicino al suo papà vedovo e da anni inabile perché costretto su una sedia a rotelle. Nel paese d’origine aveva continuato a svolgere, da casa, l’attività di grafico pubblicitario ed esperto in informatica. Una professione, la sua, che nel passato gli aveva regalato non poche soddisfazioni a seguito di lavori eseguiti per conto di importanti committenti, fra questi la Rai e la Pininfarina. La sua esistenza, tuttavia, gli aveva riservato anche momenti difficili come quelli successivi alla morte della madre. Da qualche tempo, inoltre, si era anche separato dalla moglie.
“Aveva affrontato le difficoltà della vita – ricordano gli amici – grazie all’energia che ricavava dal profondo amore che aveva per i suoi figli e per i genitori. Era discreto, mite, caparbio e grande professionista. Con noi era sempre disponibile. Lo ricordiamo con immenso dolore”.
Leone faceva parte di un gruppo di amici amanti delle moto. Persone a modo, di una certa età, tranquille, con famiglia alle spalle, che coltivano la passione per le due ruote senza eccessi. Un gruppo di amici abituato a ritagliarsi piccoli spazi, soprattutto durante la bella stagione e di domenica, per dedicarsi alle passeggiate fuori paese.
“Era molto prudente e preciso – sottolineano gli amici – e per nessuna ragione saliva in sella senza casco. La sua moto era sempre in perfette condizioni di sicurezza. Sergio - concludono - ci mancherà molto”. (ros.fag.)
Quest’articolo è stato pubblicato nell’ambito del servizio riguardante l’incidente stradale, tra un’auto e la moto (una Suzuki 750 del '92) guidata da Sergio Leone, avvenuto il pomeriggio del 10 maggio 2010 alle porte di Campi Salentina. Leone, a seguito del tremendo urto, ha perso la vita sul colpo.
“Aveva affrontato le difficoltà della vita – ricordano gli amici – grazie all’energia che ricavava dal profondo amore che aveva per i suoi figli e per i genitori. Era discreto, mite, caparbio e grande professionista. Con noi era sempre disponibile. Lo ricordiamo con immenso dolore”.
Leone faceva parte di un gruppo di amici amanti delle moto. Persone a modo, di una certa età, tranquille, con famiglia alle spalle, che coltivano la passione per le due ruote senza eccessi. Un gruppo di amici abituato a ritagliarsi piccoli spazi, soprattutto durante la bella stagione e di domenica, per dedicarsi alle passeggiate fuori paese.
“Era molto prudente e preciso – sottolineano gli amici – e per nessuna ragione saliva in sella senza casco. La sua moto era sempre in perfette condizioni di sicurezza. Sergio - concludono - ci mancherà molto”. (ros.fag.)
Quest’articolo è stato pubblicato nell’ambito del servizio riguardante l’incidente stradale, tra un’auto e la moto (una Suzuki 750 del '92) guidata da Sergio Leone, avvenuto il pomeriggio del 10 maggio 2010 alle porte di Campi Salentina. Leone, a seguito del tremendo urto, ha perso la vita sul colpo.