LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XI – 11 aprile 2012)

SALICE – Già incandescente il clima della campagna elettorale appena avviata. Tutta colpa di una mancata affissionme

Il Comune “oscura” un manifesto e scatena le ire dei dissidenti Pd

L’ex segretario Fina grida all’ostracismo. De Mitri: “Era abusivo”
SALICE – Il Comune blocca l’affissione di un manifesto dei dissidenti Pd e l’ex segretario Emanuele Fina accusa di “ostracismo” l’Amministrazione di centrosinistra uscente. Il caso, che contribuisce non poco a rendere “incandescente” l’avvio della campagna elettorale, è esploso dopo che, giovedì scorso, un rappresentante del gruppo dei sette dimissionari del direttivo del Pd ha depositato, presso l’ufficio comunale preposto, un manifesto contenente le motivazioni del loro disimpegno (scaturito dalle scelte non condivise che hanno determinato la nascita della lista “Salice bene comune” capeggiata da Giuseppe Tondo). A quanto è dato sapere, l’incaricato avrebbe pure pagato i diritti di affissione. Il tutto mentre scattavano i vincoli, deliberati in mattinata dalla Giunta, che “vietano l’affissione di qualsiasi materiale di propaganda fuori dagli spazi assegnati”. Il manifesto, con il simbolo del Pd, doveva essere affisso il giorno dopo. Come detto, però, l’attesa di vederlo sui muri del paese è risultata vana.
“Non capisco – dice l’ex segretario Fina - questo ostracismo nei nostri confronti. Il manifesto non aveva alcuna finalità elettorale ma semplicemente quella di spiegare ai nostri elettori le ragioni delle nostre dimissioni e di ricordare che la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. Piuttosto da questi tristi episodi di nervosismo sembrerebbe che qualcuno abbia la stessa allergia verso il dissenso di qualche suo antico maestro e predecessore… Peccato, in nome del “Bene comune” si poteva programmare un debutto più decoroso”.
Dopo le dimissioni di Fina, il sindaco Donato De Mitri è stato nominato “reggente” della locale sezione del Pd. All’ex segretario, dunque, replica il primo cittadino: “Non so di cosa Fina stia parlando. Forse dovrebbe conoscere meglio le leggi che regolano la competizione elettorale. La richiesta di svolgere la propaganda indiretta da parte degli interessati deve essere presentata prima della delibera di Giunta che assegna gli spazi. Queste cose probabilmente le conosce persino l’attacchino. Nessuno, comunque, ha detto all’attacchino di non affiggere il manifesto: semplicemente lo stesso avrà chiesto a qualcuno chiarimenti normativi. Solo oggi apprendo che la richiesta di affiggere il manifesto era venuta da alcuni iscritti del Pd locale e tra questi Fina che si firmava segretario. Non capisco come possa firmarsi segretario chi segretario non è più per aver rassegnato le dimissioni, dopo aver scoperto di essere in minoranza. Il suo messaggio era, pertanto, abusivo. E mi fermo qui”.
 
Rosario Faggiano