LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/I e Le/IV – 1/9/2016)
Cresce anche nel Salento il numero degli occupati nel settore
I giovani riscoprono il feeling con l'agricoltura
Giovani occupati in campagna in aumento: l’agricoltura diventa settore di forte attrattiva per nuove generazioni di imprenditori e lavoratori. È il dato di maggior rilievo emerso l’altra sera, nella cantina “Cantele” di Guagnano, in occasione dell’incontro promosso nell’ambito della “Summer School” organizzata a Lecce, presso il Must, dall’associazione “Rena”.
L’iniziativa, che ha coinvolto i cinquanta giovani del corso (terminato ieri sera) e diversi specialisti e operatori del settore, ha avuto l’obiettivo di approfondire tematiche sull’agroalimentare ‘Made in Italy” attraverso un confronto con Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele e il presidente regionale “Giovani Coldiretti” Serena Minunni.
Moncalvo, nella relazione che ha preceduto il dibattito, ha in primo luogo evidenziato l’aumento in atto, anche sulla spinta propulsiva di Expo, dei giovani lavoratori agricoli. Una tendenza che interessa sia gli occupati dipendenti (+15 per cento), sia quelli indipendenti (+ 9 per cento). Questi ultimi sono imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari o soci di cooperative agricole.
«L'incremento – ha spiegato - si registra sia tra i ragazzi (+16 per cento) che tra ragazze (+5 per cento). Tutto ciò a testimoniare che l'appeal del settore agricolo tra i giovani è ormai trasversale ai generi. Un risultato record rispetto al dato generale che vede l'occupazione giovanile nei vari settori crescere dell'1 per cento, frutto di un avanzamento del 2 per cento per commercio, alberghi e ristoranti e del 3 per cento negli altri servizi; mentre arretra, sia pure leggermente, l'industria. In generale, dal punto di vista del numero di agricoltori, attualmente l’Italia è la prima in Europa».
I giovani, dunque, hanno saputo individuare in anticipo il percorso necessario per ridare al Paese prospettive di crescita concrete. Una vera e propria «rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina».
«Con l'avvio dei bandi previsti dai piani di sviluppo rurale - ha sottolineato Moncalvo - ci sono opportunità di insediamento nell'agricoltura italiana per almeno ventimila giovani fino al 2020. Abbiamo di fronte un’occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento della nostra agricoltura e la competitività delle imprese, ma occorre un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione per rendere più agevole e veloce l'accesso alle misure previste».
Moncalvo ha poi sottolineato la necessità che l’agricoltura italiana continui ad investire sulla qualità, non perdendo mai di vista la sostenibilità ambientale e il dialogo con i consumatori. Consumatori che devono essere, sempre più, gli “alleati” di un’agricoltura produttivamente “trasparente”. Un’alleanza sul tema del cibo, tuttora solo italiana, che è prima di tutto “culturale”.
«La Coldiretti – ha concluso – conta circa 1.600.000 associati. Una realtà importante che negli ultimi 20 anni ha contribuito molto all’evoluzione, dal punto di vista delle proposte normative, del concetto di “agricoltore”. Oggi, a differenza del passato, oltre che produrre, l’agricoltore può trasformare, vendere, fare agriturismo e così via. La nostra attività di rappresentanza punta all’attenzione vera, completa e quotidiana ai soci; a perseguire gli interessi degli iscritti nell’ambito degli interessi nazionali; a mantenere i rapporti con la società; ad una cultura di “governo” che consenta di dialogare con tutti gli schieramenti politici».
«Parlano il linguaggio dell’innovazione – ha sostenuto da parte sua Cantele – i dati relativi al lavoro nei campi pugliesi, dove il 35 percento delle imprese agricole è condotto da giovani. Le giornate di lavoro in cui sono impegnati lavoratori agricoli tra i 20 ed i 40 anni sono 4.907.478, pari al 15% del totale nazionale. Numeri ragguardevoli per un settore che fino a pochi anni fa ha vissuto un processo di invecchiamento che pareva inarrestabile».
Secondo i dati emersi durante l’incontro, grazie al Psr, in Puglia oltre 2200 agricoltori otterranno un sostegno per la ristrutturazione o l'ammodernamento delle loro aziende. Più di 1700 imprese agricole riceveranno sostegni per la partecipazione a regimi di qualità, a mercati locali e filiere corte, “potendo investire nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli”.
«A crescere è la domanda di livelli più elevati di professionalità – ha infine aggiunto Minunni - con particolare riguardo a figure specializzate in grado di seguire lo sviluppo di specifiche coltivazioni, la conduzione di macchinari o la gestione di attività che oggi si sono integrate con quella agricola. La crescita del digitale e i nuovi strumenti a disposizione sono opportunità che i giovani imprenditori devono cogliere, anche se purtroppo sono ancora troppe le aree rurali che risultano “isolate” e hanno difficoltà di connessione ad internet».
L’iniziativa, che ha coinvolto i cinquanta giovani del corso (terminato ieri sera) e diversi specialisti e operatori del settore, ha avuto l’obiettivo di approfondire tematiche sull’agroalimentare ‘Made in Italy” attraverso un confronto con Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele e il presidente regionale “Giovani Coldiretti” Serena Minunni.
Moncalvo, nella relazione che ha preceduto il dibattito, ha in primo luogo evidenziato l’aumento in atto, anche sulla spinta propulsiva di Expo, dei giovani lavoratori agricoli. Una tendenza che interessa sia gli occupati dipendenti (+15 per cento), sia quelli indipendenti (+ 9 per cento). Questi ultimi sono imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari o soci di cooperative agricole.
«L'incremento – ha spiegato - si registra sia tra i ragazzi (+16 per cento) che tra ragazze (+5 per cento). Tutto ciò a testimoniare che l'appeal del settore agricolo tra i giovani è ormai trasversale ai generi. Un risultato record rispetto al dato generale che vede l'occupazione giovanile nei vari settori crescere dell'1 per cento, frutto di un avanzamento del 2 per cento per commercio, alberghi e ristoranti e del 3 per cento negli altri servizi; mentre arretra, sia pure leggermente, l'industria. In generale, dal punto di vista del numero di agricoltori, attualmente l’Italia è la prima in Europa».
I giovani, dunque, hanno saputo individuare in anticipo il percorso necessario per ridare al Paese prospettive di crescita concrete. Una vera e propria «rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina».
«Con l'avvio dei bandi previsti dai piani di sviluppo rurale - ha sottolineato Moncalvo - ci sono opportunità di insediamento nell'agricoltura italiana per almeno ventimila giovani fino al 2020. Abbiamo di fronte un’occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento della nostra agricoltura e la competitività delle imprese, ma occorre un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione per rendere più agevole e veloce l'accesso alle misure previste».
Moncalvo ha poi sottolineato la necessità che l’agricoltura italiana continui ad investire sulla qualità, non perdendo mai di vista la sostenibilità ambientale e il dialogo con i consumatori. Consumatori che devono essere, sempre più, gli “alleati” di un’agricoltura produttivamente “trasparente”. Un’alleanza sul tema del cibo, tuttora solo italiana, che è prima di tutto “culturale”.
«La Coldiretti – ha concluso – conta circa 1.600.000 associati. Una realtà importante che negli ultimi 20 anni ha contribuito molto all’evoluzione, dal punto di vista delle proposte normative, del concetto di “agricoltore”. Oggi, a differenza del passato, oltre che produrre, l’agricoltore può trasformare, vendere, fare agriturismo e così via. La nostra attività di rappresentanza punta all’attenzione vera, completa e quotidiana ai soci; a perseguire gli interessi degli iscritti nell’ambito degli interessi nazionali; a mantenere i rapporti con la società; ad una cultura di “governo” che consenta di dialogare con tutti gli schieramenti politici».
«Parlano il linguaggio dell’innovazione – ha sostenuto da parte sua Cantele – i dati relativi al lavoro nei campi pugliesi, dove il 35 percento delle imprese agricole è condotto da giovani. Le giornate di lavoro in cui sono impegnati lavoratori agricoli tra i 20 ed i 40 anni sono 4.907.478, pari al 15% del totale nazionale. Numeri ragguardevoli per un settore che fino a pochi anni fa ha vissuto un processo di invecchiamento che pareva inarrestabile».
Secondo i dati emersi durante l’incontro, grazie al Psr, in Puglia oltre 2200 agricoltori otterranno un sostegno per la ristrutturazione o l'ammodernamento delle loro aziende. Più di 1700 imprese agricole riceveranno sostegni per la partecipazione a regimi di qualità, a mercati locali e filiere corte, “potendo investire nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli”.
«A crescere è la domanda di livelli più elevati di professionalità – ha infine aggiunto Minunni - con particolare riguardo a figure specializzate in grado di seguire lo sviluppo di specifiche coltivazioni, la conduzione di macchinari o la gestione di attività che oggi si sono integrate con quella agricola. La crescita del digitale e i nuovi strumenti a disposizione sono opportunità che i giovani imprenditori devono cogliere, anche se purtroppo sono ancora troppe le aree rurali che risultano “isolate” e hanno difficoltà di connessione ad internet».
Rosario Faggiano
Il titolo dell’articolo riportato è quello del richiamo a pag. Le/I; quello a pag. Le/IV (Lecce primo piano) è: Più giovani nelle campagne per “sposare” l’agricoltura