LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XI del 28 maggio 2009)
“Giustizia troppo lenta”, convegno alle Cantelmo
LECCE - “Riforme urgenti per una durata ragionevole del processo”. E’ questo il tema del convegno che si terrà oggi, alle 15.30, presso le “Officine Cantelmo”, in viale De Pietro. L’iniziativa, coordinata dalla docente di procedura penale Paola Balducci, è stata promossa dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Salento, in collaborazione con Eurispes, Dsg, Ordine degli avvocati, Associazione nazionale magistrati e Camera penale di Lecce. Interverranno, fra gli altri, il presidente dell’Anm Luca Palamara, il docente de “La Sapienza” di Roma Giorgio Spangher, il preside della Facoltà di Giurisprudenza Raffaele De Giorgi, il docente dell’Università del Salento Rossano Adorno e il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara.
Balducci così sottolinea l’importanza dell’incontro: “Mentre la questione sicurezza tiene banco in Parlamento, la giustizia italiana continua ad essere afflitta dall’annosa questione legata alla lentezza dei processi. Una situazione, questa, più volte denunciata da parte delle associazioni di categoria che hanno posto l’indice sulla mancanza di riforme appropriate. Anche l’Europa ha richiamato l’Italia sul problema della lentezza dei processi, invitandola a porvi rimedio in maniera strutturale. Basti pensare che sono quasi 9 milioni i procedimenti pendenti, tra cause civili e processi penali: un arretrato di fronte al quale occorre al più presto attivare riforme risolutive. A ciò – conclude - si aggiunge la necessità di modificare le procedure di indennizzo, ritenute dall’Europa troppo farraginose.
Balducci così sottolinea l’importanza dell’incontro: “Mentre la questione sicurezza tiene banco in Parlamento, la giustizia italiana continua ad essere afflitta dall’annosa questione legata alla lentezza dei processi. Una situazione, questa, più volte denunciata da parte delle associazioni di categoria che hanno posto l’indice sulla mancanza di riforme appropriate. Anche l’Europa ha richiamato l’Italia sul problema della lentezza dei processi, invitandola a porvi rimedio in maniera strutturale. Basti pensare che sono quasi 9 milioni i procedimenti pendenti, tra cause civili e processi penali: un arretrato di fronte al quale occorre al più presto attivare riforme risolutive. A ciò – conclude - si aggiunge la necessità di modificare le procedure di indennizzo, ritenute dall’Europa troppo farraginose.
Rosario Faggiano