LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XII– 10 febbraio 2013)
SALICE – Il sindaco rassicura ma valuta il ricorso al Consiglio di Stato
Giunta maschilista? “Presto un nuovo esecutivo”
SALICE – La maggioranza si prepara a ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha disposto l’azzeramento della Giunta formata da soli uomini. Sembra questo l’orientamento dell’Amministrazione guidata dal sindaco Pippi Tondo la quale, incassato l’inaspettato “colpo” determinato dal ricorso del gruppo di opposizione “Primavera salicese”, si dice “tranquilla” in ogni caso, qualunque saranno gli sviluppi della vicenda.
Agli inizi dello scorso settembre, quando il Tar sorvolò sulla richiesta preliminare di sospensiva avanzata dai ricorrenti e fissò l’udienza di merito, la maggioranza interpretò la decisione come un segnale positivo a favore delle proprie ragioni.
“Non ho gioito prima – afferma Tondo – né sono preoccupato adesso. Non mi piace commentare la sentenza né intendo ulteriormente ribadire la stima e la fiducia che nutro per le donne del mio paese. Valuteremo nei prossimi giorni, insieme ai nostri legali Pietro Quinto e Gianluigi Manelli, l'opportunità se ricorrere o meno al Consiglio di Stato. Di una cosa i cittadini possono stare tranquilli, nel giro di qualche settimana, in un modo o nell'altro la Giunta sarà ripristinata. Per coloro che intravedono tegole per noi, posso assicurare che la maggioranza è più coesa di prima; tutti gli attuali assessori mi hanno già manifestato la volontà, qualora ce ne fosse bisogno, a lasciare l'incarico dimostrando alto senso di responsabilità e dedizione verso il paese. Il nostro obiettivo non è quello di occupare poltrone ma di servire la comunità”.
Sull’aspetto tecnico della sentenza interviene Alessandro Ruggeri, avvocato e assessore al contenzioso: “Non è condivisibile la lettura che il Tar ha dato della norma statutaria poiché, nel caso specifico, non attribuisce il giusto valore al tenore eccettuativo dell'obbligo del sindaco di nominare una donna in Giunta. Il Tar ha trascurato che la norma in questione mira ad evitare che si possa creare uno squilibrio politico, attraverso l'imposizione di una nomina di soggetto femminile esterno nell'ipotesi in cui tale figura non sussista all'interno della maggioranza. E' chiaro che questa sentenza si scontra apertamente con i principi già delineati sul punto dal Consiglio di Stato”.
Agli inizi dello scorso settembre, quando il Tar sorvolò sulla richiesta preliminare di sospensiva avanzata dai ricorrenti e fissò l’udienza di merito, la maggioranza interpretò la decisione come un segnale positivo a favore delle proprie ragioni.
“Non ho gioito prima – afferma Tondo – né sono preoccupato adesso. Non mi piace commentare la sentenza né intendo ulteriormente ribadire la stima e la fiducia che nutro per le donne del mio paese. Valuteremo nei prossimi giorni, insieme ai nostri legali Pietro Quinto e Gianluigi Manelli, l'opportunità se ricorrere o meno al Consiglio di Stato. Di una cosa i cittadini possono stare tranquilli, nel giro di qualche settimana, in un modo o nell'altro la Giunta sarà ripristinata. Per coloro che intravedono tegole per noi, posso assicurare che la maggioranza è più coesa di prima; tutti gli attuali assessori mi hanno già manifestato la volontà, qualora ce ne fosse bisogno, a lasciare l'incarico dimostrando alto senso di responsabilità e dedizione verso il paese. Il nostro obiettivo non è quello di occupare poltrone ma di servire la comunità”.
Sull’aspetto tecnico della sentenza interviene Alessandro Ruggeri, avvocato e assessore al contenzioso: “Non è condivisibile la lettura che il Tar ha dato della norma statutaria poiché, nel caso specifico, non attribuisce il giusto valore al tenore eccettuativo dell'obbligo del sindaco di nominare una donna in Giunta. Il Tar ha trascurato che la norma in questione mira ad evitare che si possa creare uno squilibrio politico, attraverso l'imposizione di una nomina di soggetto femminile esterno nell'ipotesi in cui tale figura non sussista all'interno della maggioranza. E' chiaro che questa sentenza si scontra apertamente con i principi già delineati sul punto dal Consiglio di Stato”.
Rosario Faggiano