LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/V - 20 febbraio 2017)
SALICE – Disappunto per il metodo di scelta
Fibrillazioni nel Pd, la minoranza contesta la candidatura Ruggeri
SALICE – Fibrillazione nel centrosinistra. Dopo l’ufficializzazione del capolista Alessandro Ruggeri, vicesindaco uscente dell’Amministrazione guidata da Pippi Tondo, la minoranza interna del Pd esce allo scoperto manifestando disappunto per una metodologia di scelta, a loro dire, discutibile.
Emanuele Fina ed Emanuele Parlangeli, entrambi del direttivo cittadino, avrebbero voluto una designazione condivisa del candidato sindaco. Ma quali erano le proposte della minoranza Pd?
Spiegano Fina e Parlangeli: “Abbiamo fatto due proposte. La prima consisteva nell'individuazione di un candidato sindaco esterno in grado di allargare la coalizione oltre la maggioranza uscente; richiesta avanzata anche da altre forze politiche, Udc e “Salice popolare”, che per un momento hanno guardato al centrosinistra prima che venissero allontanate e consegnate agli avversari. La seconda riguardava la possibilità di primarie aperte a chiunque si riconosca nel centrosinistra. Sulle primarie, si era d’accordo, ma la maggioranza avrebbe voluto farle escludendo i consiglieri di opposizione per trasformarle in una conta interna, che è l'ultima cosa di cui si ha bisogno”.
Proprio su quest’ultima posizione, in particolare si soffermano Fina e Parlangeli: “Fare primarie non aperte sarebbe stata un scelta miope ed incomprensibile. Tutto ciò dimostra, ancora una volta, come l'Amministrazione sia stata un ostacolo alla partecipazione, alla ricomposizione e all’allargamento del centrosinistra. Spiace che Ruggeri abbia avallato la scelta e non abbia avvertito l'esigenza di una legittimazione più forte della sua candidatura. A nostro avviso era necessario un segnale di forte discontinuità rispetto all'esperienza amministrativa che sta chiudendosi. Quest’ultima non ha trovato grandi consensi nel paese e tra le forze politiche dal momento che la maggioranza uscente ha perso pezzi importanti e non è stata in grado di attrarne degli altri”.
Per Fina e Parlangeli, infine, la candidatura di Ruggeri sarebbe stata “imposta dal sindaco Tondo”.
Emanuele Fina ed Emanuele Parlangeli, entrambi del direttivo cittadino, avrebbero voluto una designazione condivisa del candidato sindaco. Ma quali erano le proposte della minoranza Pd?
Spiegano Fina e Parlangeli: “Abbiamo fatto due proposte. La prima consisteva nell'individuazione di un candidato sindaco esterno in grado di allargare la coalizione oltre la maggioranza uscente; richiesta avanzata anche da altre forze politiche, Udc e “Salice popolare”, che per un momento hanno guardato al centrosinistra prima che venissero allontanate e consegnate agli avversari. La seconda riguardava la possibilità di primarie aperte a chiunque si riconosca nel centrosinistra. Sulle primarie, si era d’accordo, ma la maggioranza avrebbe voluto farle escludendo i consiglieri di opposizione per trasformarle in una conta interna, che è l'ultima cosa di cui si ha bisogno”.
Proprio su quest’ultima posizione, in particolare si soffermano Fina e Parlangeli: “Fare primarie non aperte sarebbe stata un scelta miope ed incomprensibile. Tutto ciò dimostra, ancora una volta, come l'Amministrazione sia stata un ostacolo alla partecipazione, alla ricomposizione e all’allargamento del centrosinistra. Spiace che Ruggeri abbia avallato la scelta e non abbia avvertito l'esigenza di una legittimazione più forte della sua candidatura. A nostro avviso era necessario un segnale di forte discontinuità rispetto all'esperienza amministrativa che sta chiudendosi. Quest’ultima non ha trovato grandi consensi nel paese e tra le forze politiche dal momento che la maggioranza uscente ha perso pezzi importanti e non è stata in grado di attrarne degli altri”.
Per Fina e Parlangeli, infine, la candidatura di Ruggeri sarebbe stata “imposta dal sindaco Tondo”.
Rosario Faggiano