LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/III – 23 ottobre 2015)
LA DENUNCIA – L’enologo Angelo Maci, presidente della cooperativa “Cantine Due Palme”, amareggiato dagli interventi in atto
Eradicazioni ulivi: "La nostra storia cancellata dall'inerzia delle istituzioni"
Attacco Xylella e strage di ulivi: “L’assenza delle istituzioni nel controllo fa paura. È bastato qualche mezzo cingolato per schiacciare la nostra storia”. L’enologo Angelo Maci, presidente della cooperativa interprovinciale “Due Palme”, interviene per esprimere sconcerto su quanto sta accadendo in questi giorni nelle campagne salentine dove, a causa dell’urgenza d’intervenire dettata dal “Piano Silletti”, sono entrate in azione le ruspe per eliminare piante secolari.
In particolare Maci esprime solidarietà all’azienda agricola Tormaresca che ha iniziato a rimuovere, in agro di San Pietro Vernotico, gli ulivi interessati dal piano.
“Sono serviti due gesti secchi e freddi di una macchina – dice il presidente - per mortificare l’identità del Salento. È stata sufficiente l’assenza delle istituzioni per cancellare secoli e radici, vite e sacrifici, segni identitari di una tradizione che ogni salentino porta nel proprio sangue. Le barbarie cui i colleghi di Tormaresca sono stati costretti, apre una ferita in ciascuno di noi che sin da bambino considera ogni ulivo come elemento fondante della propria cultura familiare. A nome mio personale e di tutti i soci di Cantine Due Palme esprimo solidarietà ai colleghi di Tormaresca”.
Maci, rivolgendosi alle istituzioni locali e scientifiche preposte al controllo, chiede cosa è stato fatto in questi anni per garantire la sicurezza del patrimonio ambientale e culturale del territorio.
“Il problema Xylella – continua - è un cancro noto da almeno tre anni. Oggi giungono nella nostra terra i burocratici del taglio che ordinano di cancellare una storia e che colpevolizzano chi su quegli ulivi sale per difenderli, senza che nessuno si sia ancora assunto la responsabilità per lo scempio ambientale che si sta perpetrando. Siamo sconcertati, ma siamo ancor più preoccupati per la totale assenza di sicurezza e di certezze. La soluzione non può essere la morte. La soluzione deve passare da un confronto e dal costante controllo e, se necessario, anche dall’imposizione di dinamiche di prevenzione e tutela. Oggi viene meno il concetto sacro della democrazia. Il Salento soffre perché è solo in una bagarre che ormai ha assunto i soli toni della burocrazia e che sta perdendo di vista la portata di un patrimonio ambientale, culturale e storico”.
Secondo Maci, tutto ciò sta penalizzando anche gli sforzi che “questa terra sta facendo in termini di marketing territoriale”. E poi conclude: “Nessuna forma di risarcimento economico potrà dare sollievo ai danni che si stanno creando in questi mesi”.
Rosario Faggiano