LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/IX – 28 maggio 2013)

Enoturisti e studiosi da tutto il mondo per visitare il museo

La storia della viticoltura salentina nel museo aziendale della Leone de Castris. A quattro anni dall’inaugurazione dell’istituzione, dedicata a Piero e Salvatore Leone de Castris, il bilancio dell’iniziativa è estremamente positivo. I preziosi cimeli, le antiche attrezzature, gli impianti della prima metà del ‘900 e i diversi documenti storici esposti, sono stati ammirati da migliaia di visitatori, molti enoturisti provenienti da tutto il mondo, ma anche da decine di scolaresche.

Numerose sono state le iniziative organizzate all’interno del museo. Si sono svolti convegni e tavole rotonde, ma anche eventi per la presentazione e promozione di nuovi vini, nonché degustazioni verticali, offerte a giornalisti, enologi, sommelier e operatori del settore, delle annate più significative dei prodotti classici aziendali.

“L’iniziativa – spiega Piernicola Leone De Castris – è una testimonianza non solo dell’attività della Cantina nel corso dei secoli, ma anche della presenza sul territorio di un’importante realtà produttiva che ha contribuito, assieme ai viticoltori locali, per fare emergere nel panorama italiano ed internazionale un’area che esprime prodotti di eccellenza”.

Il museo, che occupa una superficie di circa mille metri quadri, dispone di ampi spazi dove sono esposti oltre 30 antichi macchinari, un vecchio “traìno”, impianti di imbottigliamento, torchi, pompe, tappatrici e tanto altro.

Nelle bacheche a muro, inoltre, sono esposte foto e tanti documenti storici originali, fra cui un libro giornale aziendale dell’800, la nomina di Arcangelo De Castris a senatore del regno (1890) e la nomina di cavaliere del lavoro di Salvatore Leone de Castris (1979).

Sono custoditi, inoltre, i premi più significativi ricevuti dall’azienda ed alcune produzioni storiche della Leone De Castris: la prima bottiglia di “Moscatello” del 1925, il “Five Roses” del 1943 (primo rosato imbottigliato in Italia), il “Negrino” del 1948 e il “Salice Salentino” del 1954.
Rosario Faggiano