IL CORRIERE VINICOLO (versione on line – 7 luglio 2015)

Embargo Xylella, a rischio anche le barbatelle del Salento

Embargo Xylella, a rischio anche le barbatelle del Salento
Eppure finora anche la sperimentazione in corso - e che dovrebbe terminare a fine luglio - non ha mostrato nessuna evidenza che l'isolato europeo di Xylella fastidiosa possa attaccare la vite. Il blocco, in due mesi, ha provocato al settore un danno enorme, con una perdita di fatturato export stimato intorno ai 600 mila euro



OTRANTO (Lecce) – La Decisione UE riguardante misure per impedire la diffusione della Xylella fastidiosa, il patogeno che sta aggredendo gli ulivi salentini determinando disseccamento rapido delle piante, colpisce duramente anche gli “incolpevoli” vivaisti di Terra d’Otranto, produttori di barbatelle.

Il provvedimento 2015/789UE, applicato in Italia con Decreto del 19 giugno 2015 del Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, ha incluso, infatti, nell’allegato 1, “Elenco delle piante notoriamente sensibili agli isolati europei e non europei dell’organismo specificato”, anche la “vitis”, ovvero la vite.

Un’inclusione fin da subito apparsa agli interessati molto grave perché, di fatto, vieta la movimentazione e commercializzazione all’interno dell’Unione Europea delle barbatelle prodotte nel Salento, il maggiore polo di produzione del Sud d’Italia.

Per i vivaisti, peraltro, la Decisione UE sarebbe completamente “immotivata” perché il ceppo di Xylella fastidiosa identificato nella zona (ceppo CoDiRo, appartenente alla sub specie “pauca”, presente in Costa Rica ed Honduras dai quali sembra sia arrivato il patogeno attraverso l’importazione di piante ornamentali infette), non sarebbe in grado di svilupparsi sulla vite.

A conferma di ciò ci sarebbe tutta la relativa letteratura scientifica internazionale e, soprattutto, la sperimentazione in corso da parte del Cnr e dell’Università di Bari i quali, in undici mesi di osservazioni ed analisi post-inoculazione del patogeno su piante di vite Cabernet-Sauvignon, non avrebbero riscontrato sviluppo dell’infezione e alcuna sintomatologia.
Fino al termine di questa sperimentazione, prevista per la fine di luglio, il blocco della movimentazione rimarrà fermo, senza possibilità di alcuna deroga, ad eccezione di quelle previste dalla normativa.

Tutto ciò, in poco meno di due mesi, ha provocato al settore un danno enorme, con una perdita di fatturato export stimato intorno ai 600mila euro. Le vendite all’estero, infatti, si sono pressoché bloccate. Algeria, Marocco, Francia, Albania e Grecia, ispirandosi al principio “della prudenza”, hanno immediatamente vietato l’importazione delle barbatelle salentine. Molti Paesi europei, fra cui quelli notoriamente concorrenti dell’Italia per la produzione di barbatelle (Spagna, Portogallo e Francia), fanno pressioni sulla UE affinché siano applicate le misure previste dalla Decisione e siano intensificati i controlli nelle aree interessate all’infezione da Xylella fastidiosa. Non solo, per quanto riguarda la vite, chiedono che la sperimentazione sia effettuata su più tipologie di barbatelle. Questa preoccupazione generalizzata è determinata dal fatto che, nonostante il Governo italiano abbia provveduto fin dal 2014 a nominare un Commissario delegato per l’emergenza Xylella, i risultati sperati non sono arrivati per i ritardi di applicazione del cosiddetto “Piano Silletti”, contenente le azioni contro la diffusione del patogeno, il quale è stato sospeso prima dal Tar Lazio e poi dal Consiglio di Stato.

“L’intera filiera rischia di scomparire – dice Fernando Miggiano, presidente del Consorzio vivaisti viticoli pugliesi - con conseguente perdita di posti di lavoro e dispersione del possente bagaglio di conoscenze sino ad oggi faticosamente costruito. Il polo vivaistico di Terra d’Otranto è fra più importanti d’Italia, secondo solo a quello di Pordenone. Per il nostro territorio rappresenta una fondamentale risorsa economica. Abbiamo già subito, non solo la perdita di importanti commesse verso i paesi del Maghreb, ma anche un enorme danno di immagine. Quello che sta avvenendo è una beffa per il settore vivaistico perché, è dimostrato, la vite non è sensibile agli attacchi dell’isolato europeo di Xylella fastidiosa. Secondo me non sarebbe da escludere l’esistenza di un vero e proprio boicottaggio politico-commerciale da parte di alcuni paesi della Ue, che trova terreno fertile a causa della sostanziale mancata applicazione delle misure contro l’aggressione agli ulivi del patogeno. Chiediamo alla
politica e al Commissario per l’emergenza di agire immediatamente ed attivare tutte le misure necessarie, e là dove possibile, intervenire con ogni mezzo per effettuare l'eradicazione del patogeno, anche perché il persistente temporeggiamento rispetto all’applicazione della misure previste, contribuirà senz’altro ad inasprire l’atteggiamento della Commissione Europea. Se ciò non accadrà, cioè se non si interverrà con la necessaria tempestività, e soprattutto se non sarà stralciata la vitis dall’Allegato 1 della Decisione UE 789, saremo costretti ad agire legalmente per tutelare gli interessi del comparto”.

Del problema si è interessato, nei giorni scorsi, il Consiglio comunale di Otranto il quale, durante una seduta monotematica, ha deliberato “di far proprie le preoccupazioni manifestate dagli operatori locali di barbatelle, circa il nefasto impatto che porterebbe al settore vitivivaistico locale” il mantenimento dell’inclusione della vite nell’elenco di cui all’allegato 1 della Decisione 2015/789UE .

Per tale ragione l’Assise cittadina ha chiesto al ministro Martina, ai deputati e senatori, agli europarlamentari ed ai consiglieri regionali pugliesi, “di attivarsi con ogni mezzo ed in ogni sede, al fine di impedire il mantenimento della vite nell’Allegato 1 al termine del test di patogenicità”.

Il Consiglio ha infine chiesto al Governo “di riconoscere il grave stato di crisi in cui è venuto a trovarsi il settore vitivivaistico locale attivando le procedure per il riconoscimento dei danni subiti dagli operatori”.
Rosario Faggiano