LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/III – 16 sett. 2011)
L’OMELIA – Don Nino Ricorda alcuni momenti della fanciullezza della studentessa
“E ora vai accanto a tuo fratello”
“Paola era un vulcano e ogni tanto mi faceva arrabbiare”
VILLA BALDASSARRI (GUAGNANO) – “Paola aveva quasi ventiquattro anni e ora lassù incontrerà suo fratello Mirko, anche lui scomparso all’età di ventiquattro anni. A tutti e due chiedo di non litigare come quando eravate bambini”. L’omelia di don Nino ha richiamato spesso momenti della fanciullezza e dell’adolescenza di Paola nel tentativo, forse, di dare un senso alla morte assurda di una giovane ragazza “prorompente e piena di vita”.
“Era un vulcano – ha detto don Nino – e ogni tanto mi faceva arrabbiare”. Poi, rivolgendosi verso la bara ai piedi dell’altare, ha aggiunto: “Cara Paola, ora voglio che ti assumi un impegno davanti alla tua mamma, a tuo papà, a tuo fratello Diego, a me e a tutti i tuoi amici: quando arriverai dinanzi al Signore non girarti dall’altra parte. Sei stata debole, ma ora incontrerai la forza. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ora ti chiediamo una cortesia: fatti sentire e pensa a noi”.
Nella sua commossa omelia, don Nino si è anche soffermato sulla situazione giovanile in generale e sul ruolo positivo che i mezzi di comunicazione devono svolgere per non rischiare di precipitare in una società senza valori e priva di insegnamenti cristiani, con pericolosi “tunnel che mortificano la nostra personalità”.
“Nessuno ci proibisce il divertimento – ha sottolineato – ma tutto deve rimanere nella moderazione. Non c’è legalità in questi divertimenti fuori dalle norme. Dobbiamo vivere da esseri umani, altrimenti saremmo al di sotto delle bestie. Noi tutti siamo degli attori in questo parco del creato e ognuno ha una sua parte da compiere, non nell’ozio, nel divertimento assoluto, ma in quelle che sono le esperienze del dolore, della gioia e della sofferenza. I giovani non vogliono riconoscere l’esistenza di Dio nelle loro distrazioni”.
Don Nino, con gli occhi lucidi, rivolgendosi a Paola, ha infine concluso: “Dopo ventidue anni di parroco a Villa Baldassarri mi hai fatto un bel regalo. Ti prometto, verrò a trovarti ogni giorno in cappella e voglio un segno che sei col Signore. Adesso vai accanto a tuo fratello Mirko”.
“Era un vulcano – ha detto don Nino – e ogni tanto mi faceva arrabbiare”. Poi, rivolgendosi verso la bara ai piedi dell’altare, ha aggiunto: “Cara Paola, ora voglio che ti assumi un impegno davanti alla tua mamma, a tuo papà, a tuo fratello Diego, a me e a tutti i tuoi amici: quando arriverai dinanzi al Signore non girarti dall’altra parte. Sei stata debole, ma ora incontrerai la forza. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ora ti chiediamo una cortesia: fatti sentire e pensa a noi”.
Nella sua commossa omelia, don Nino si è anche soffermato sulla situazione giovanile in generale e sul ruolo positivo che i mezzi di comunicazione devono svolgere per non rischiare di precipitare in una società senza valori e priva di insegnamenti cristiani, con pericolosi “tunnel che mortificano la nostra personalità”.
“Nessuno ci proibisce il divertimento – ha sottolineato – ma tutto deve rimanere nella moderazione. Non c’è legalità in questi divertimenti fuori dalle norme. Dobbiamo vivere da esseri umani, altrimenti saremmo al di sotto delle bestie. Noi tutti siamo degli attori in questo parco del creato e ognuno ha una sua parte da compiere, non nell’ozio, nel divertimento assoluto, ma in quelle che sono le esperienze del dolore, della gioia e della sofferenza. I giovani non vogliono riconoscere l’esistenza di Dio nelle loro distrazioni”.
Don Nino, con gli occhi lucidi, rivolgendosi a Paola, ha infine concluso: “Dopo ventidue anni di parroco a Villa Baldassarri mi hai fatto un bel regalo. Ti prometto, verrò a trovarti ogni giorno in cappella e voglio un segno che sei col Signore. Adesso vai accanto a tuo fratello Mirko”.
Rosario Faggiano
N.B. : Quest’articolo è stato pubblicato nell’ambito del servizio riguardante i funerali della ventitreenne Paola Caputo, rimasta soffocata in un garage di via Settebagni, alla periferia di Roma, dalle corde usate per un gioco erotico orientale organizzato con un'amica (ricoverata in ospedale in grave condizioni) e l’ingegnere romano Soter Mulè (42 anni). Quest’ultimo è stato arrestato per omicidio colposo