ROSARIOFAGGIANO.IT - NEWS - 10 settembre 2018
SALICE – Ieri sera la Solenne Celebrazione Eucaristica che ha concluso il percorso pastorale, nella Chiesa Madre, dell’arciprete uscente. Presenti rappresentanti delle Istituzioni locali e numerosi cittadini
Don Carmine Canoci: "Vi ringrazio di cuore per questi anni di cammino condiviso"
Momenti toccanti alla conclusione della messa, durante il saluto del parroco e alla chiusura simbolica del libro della Cronaca parrocchiale degli ultimi diciassette anni
SALICE – “Vi ringrazio di cuore per questi anni di cammino condiviso, accompagnati dalla fede, dalla speranza, dalle amicizie, dal servizio per il bene della nostra Comunità parrocchiale e vi ringrazio per la benevola attenzione”. È il saluto che don Carmine Canoci, arciprete uscente della Chiesa Madre "Santa Maria Assunta", ha rivolto alla comunità.
Quella di ieri sera è stata una Celebrazione Eucaristica solenne “di lode e ringraziamento al Signore”, con diversi momenti toccanti. Tantissimi in Chiesa per rendere omaggio al parroco dimissionario che mercoledì prossimo lascerà ufficialmente la guida della Comunità della Chiesa Madre al salicese monsignor Massimo Alemanno.
Hanno concelebrato con don Carmine, fra Sebastiano Sabato, rettore del Convento “Madonna della Visitazione”, don Enzo Prato, venuto dal Lazio per l'occasione, e padre Silvano Fiore, passionista.
La serata è stata emozionante anche grazie alla “Corale don Mario Melendugno”, accompagnata all’organo dal maestro Luigi Mazzotta di Veglie e diretta dal maestro Giuseppe Fantastico, che ha offerto un’accurata selezione di canti religiosi.
Fra gli intervenuti anche il sindaco Tonino Rosato, il comandante della Polizia locale Carlo Cicala e altri rappresentanti delle Istituzioni cittadine.
Alla fine della messa, prima della benedizione, don Carmine ha simbolicamente chiuso il libro della Cronaca parrocchiale “a significare che il tempo dell'uomo si apre al tempo di Dio, che è l'eternità”.
Una Cronaca, durata diciassette anni, iniziata il 19 agosto 2001 (data del suo insediamento nella Chiesa madre), e conclusa ieri sera con la Solenne Celebrazione di fine mandato.
Il libro era stato portato da don Carmine nella processione d’ingresso e lasciato esposto sull’altare per tutta la durata del rito religioso.
Quella di ieri sera è stata una Celebrazione Eucaristica solenne “di lode e ringraziamento al Signore”, con diversi momenti toccanti. Tantissimi in Chiesa per rendere omaggio al parroco dimissionario che mercoledì prossimo lascerà ufficialmente la guida della Comunità della Chiesa Madre al salicese monsignor Massimo Alemanno.
Hanno concelebrato con don Carmine, fra Sebastiano Sabato, rettore del Convento “Madonna della Visitazione”, don Enzo Prato, venuto dal Lazio per l'occasione, e padre Silvano Fiore, passionista.
La serata è stata emozionante anche grazie alla “Corale don Mario Melendugno”, accompagnata all’organo dal maestro Luigi Mazzotta di Veglie e diretta dal maestro Giuseppe Fantastico, che ha offerto un’accurata selezione di canti religiosi.
Fra gli intervenuti anche il sindaco Tonino Rosato, il comandante della Polizia locale Carlo Cicala e altri rappresentanti delle Istituzioni cittadine.
Alla fine della messa, prima della benedizione, don Carmine ha simbolicamente chiuso il libro della Cronaca parrocchiale “a significare che il tempo dell'uomo si apre al tempo di Dio, che è l'eternità”.
Una Cronaca, durata diciassette anni, iniziata il 19 agosto 2001 (data del suo insediamento nella Chiesa madre), e conclusa ieri sera con la Solenne Celebrazione di fine mandato.
Il libro era stato portato da don Carmine nella processione d’ingresso e lasciato esposto sull’altare per tutta la durata del rito religioso.
Dopo la Comunione, il sindaco, a nome dell’Amministrazione comunale, ha consegnato a don Carmine una targa dove si legge: “Nel tuo percorso di guida della nostra comunità ci hai messo il cuore. Il tuo contributo di uomo e sacerdote si è rivelato per tutti significativo e prezioso. Nel porgerti il nostro grazie, ci stringiamo a te in un abbraccio fraterno, con la speranza che tu possa sentire l’affetto e la gratitudine che proviamo per te. Grazie!”.
Il primo cittadino nel suo saluto ha, fra l’altro, sottolineato l’importanza dell’opera del sacerdote ed ha augurato a don Carmine di "continuare ad essere punto fermo della Comunità, con le qualità attraverso le quali ti abbiamo conosciuto ed apprezzato, la genuinità, la misura, la determinazione. Esse ti accompagnino nel tuo cammino spirituale futuro".
Il primo cittadino nel suo saluto ha, fra l’altro, sottolineato l’importanza dell’opera del sacerdote ed ha augurato a don Carmine di "continuare ad essere punto fermo della Comunità, con le qualità attraverso le quali ti abbiamo conosciuto ed apprezzato, la genuinità, la misura, la determinazione. Esse ti accompagnino nel tuo cammino spirituale futuro".
Il sindaco Tonino Rosato consegna a don Carmine Canoci la targa del Comune
Durante la Celebrazione, particolarmente apprezzato è stato l’intervento di Coralba Rosato, moderatrice del Consiglio pastorale, letto all’inizio della messa. Intenso ed emozionante, infine, è stato il saluto finale di don Carmine. Ecco di seguito i due interventi.
Messaggio di ringraziamento al carissimo don Carmine
“Il Signore e il suo popolo si parlano in mille modi direttamente, senza intermediari. Tuttavia nell’omelia, vogliono che qualcuno faccia da strumento ed esprima i sentimenti, in modo tale che in seguito ciascuno possa scegliere come continuare la conversazione”.
Con queste parole, Papa Francesco presenta in modo splendido e chiaro, il legame che unisce il parroco alla sua comunità nel momento più familiare dell’annuncio ed interpretazione della Parola di Dio e dell’ascolto.
Ecco, lo interpretiamo così il nostro convenire e il nostro essere qui, questa sera, intorno alla mensa eucaristica. Vogliamo ancora una volta assaporare e gustare tutto il bene e la grazia che ne deriva quando una comunità si ritrova intorno al suo pastore per celebrare il grande mistero eucaristico dal quale promana ogni forma di comunione e condivisione.
Ma, oggi, quest’incontro assume dei connotati particolari, potremmo dire speciali…
Con immensa gratitudine, vogliamo rendere lode al Signore, perché ci ha fatto dono di te, don Carmine, della tua persona, inviandoti tra noi a svolgere la missione sacerdotale, nel nome e con la sua stessa autorità, come guida e pastore di questa Chiesa locale. Sono trentuno, gli anni della tua presenza qui a Salice. Una partecipazione così corale e rappresentativa non si configura come una fredda risposta ad un obbligo di pura convenienza, ma è l’espressione sincera, certamente condivisa anche dagli assenti, di tutta la stima, l’affetto e la gratitudine che Tu, don Carmine, hai saputo meritarti in questo trentennio di servizio apostolico nella nostra Comunità salicese.
Diciassette anni in questa comunità parrocchiale Santa Maria Assunta, da quel pomeriggio del 19 agosto 2001. Sei arrivato quasi in punta di piedi…, in spirito di obbedienza a Cristo e alla Chiesa, a dire il vero, accompagnato anche da tanto coraggio, quel coraggio e quella passione che non ti hanno abbandonato mai.
Tu ci hai accompagnato in questi lunghi anni con una presenza costante e discreta. La parrocchia è stata da te considerata come la tua “Sposa”, ricevuta da Cristo e amata con tutto te stesso, in risposta ad una chiamata, ad un atto di fiducia da parte di Dio. Perciò hai saputo misurarti con la vita degli altri, immedesimandoti nei drammi umani di tutti, testimoniando in ogni circostanza, lieta o triste, che la Fede è la vera nostra forza e Cristo l’unica nostra gioia, il resto conta ben poco.
Hai fatto risplendere in te la figura del Padre che ama e vigila, dice il Vangelo….Sì, ecco, il verbo che caratterizza il tuo essere è: VIGILARE. Sei stato una sentinella sempre all’erta, in qualsiasi ora, di qualunque giorno, di qualsiasi stagione, a scrutare i segni di un eventuale passaggio, di una richiesta, di uno squillo telefonico o di campanello. Non hai disdegnato tempo, energie e forze perché questa comunità, pur non tralasciando il suo passato, facesse un salto di qualità.
Con queste parole, Papa Francesco presenta in modo splendido e chiaro, il legame che unisce il parroco alla sua comunità nel momento più familiare dell’annuncio ed interpretazione della Parola di Dio e dell’ascolto.
Ecco, lo interpretiamo così il nostro convenire e il nostro essere qui, questa sera, intorno alla mensa eucaristica. Vogliamo ancora una volta assaporare e gustare tutto il bene e la grazia che ne deriva quando una comunità si ritrova intorno al suo pastore per celebrare il grande mistero eucaristico dal quale promana ogni forma di comunione e condivisione.
Ma, oggi, quest’incontro assume dei connotati particolari, potremmo dire speciali…
Con immensa gratitudine, vogliamo rendere lode al Signore, perché ci ha fatto dono di te, don Carmine, della tua persona, inviandoti tra noi a svolgere la missione sacerdotale, nel nome e con la sua stessa autorità, come guida e pastore di questa Chiesa locale. Sono trentuno, gli anni della tua presenza qui a Salice. Una partecipazione così corale e rappresentativa non si configura come una fredda risposta ad un obbligo di pura convenienza, ma è l’espressione sincera, certamente condivisa anche dagli assenti, di tutta la stima, l’affetto e la gratitudine che Tu, don Carmine, hai saputo meritarti in questo trentennio di servizio apostolico nella nostra Comunità salicese.
Diciassette anni in questa comunità parrocchiale Santa Maria Assunta, da quel pomeriggio del 19 agosto 2001. Sei arrivato quasi in punta di piedi…, in spirito di obbedienza a Cristo e alla Chiesa, a dire il vero, accompagnato anche da tanto coraggio, quel coraggio e quella passione che non ti hanno abbandonato mai.
Tu ci hai accompagnato in questi lunghi anni con una presenza costante e discreta. La parrocchia è stata da te considerata come la tua “Sposa”, ricevuta da Cristo e amata con tutto te stesso, in risposta ad una chiamata, ad un atto di fiducia da parte di Dio. Perciò hai saputo misurarti con la vita degli altri, immedesimandoti nei drammi umani di tutti, testimoniando in ogni circostanza, lieta o triste, che la Fede è la vera nostra forza e Cristo l’unica nostra gioia, il resto conta ben poco.
Hai fatto risplendere in te la figura del Padre che ama e vigila, dice il Vangelo….Sì, ecco, il verbo che caratterizza il tuo essere è: VIGILARE. Sei stato una sentinella sempre all’erta, in qualsiasi ora, di qualunque giorno, di qualsiasi stagione, a scrutare i segni di un eventuale passaggio, di una richiesta, di uno squillo telefonico o di campanello. Non hai disdegnato tempo, energie e forze perché questa comunità, pur non tralasciando il suo passato, facesse un salto di qualità.
Coralba Rosato
Fin dall’inizio del tuo ministero, hai voluto focalizzare, mettendola al primo posto, la dimensione spirituale-ecclesiale e formativa della comunità tutta: fanciulli, famiglie, giovani, fidanzati, adulti. Quanto la comunità ha imparato e ricevuto da te, nelle omelie, sempre studiate e appropriate, mai improvvisate, negli incontri di catechesi per i gruppi e, non solo, preparati nei minimi dettagli, nelle diverse riflessioni offerte nei momenti forti dell’anno liturgico: l’Avvento, il Natale, preceduto dalla bella e preziosa esperienza della Novena, la Quaresima con l’attenzione alla Parola e le lectio divine, le Veglie di Pentecoste, la Festa dell’Assunta, tanto desiderata e realizzata anche a costo di rinunciare a quel poco di riposo che la pausa estiva può riservare, la cura nelle celebrazioni dei Sacramenti e la preoccupazione che mai mancasse la possibilità di far accostare quante più persone possibile al Sacramento della Riconciliazione.
Hai lavorato per offrire alla Comunità un’identità che potesse confrontarsi ed accogliere nello stesso tempo, lo stile della Nuova Evangelizzazione proposta dal Concilio Vaticano II, con una determinazione straordinaria verso il protagonismo e la responsabilità dei laici. Quante sollecitazioni al consiglio Pastorale, perché divenisse il volano della programmazione pastorale, senza attendere sempre la ricetta pronta del parroco.
Il tuo intento era quello di riuscire a formare un Laicato adulto, che attraverso l’elaborazione attenta di una riflessione sui fenomeni sociali, sapesse produrre una cultura nuova e dare motivi di speranza fondati sulla testimonianza di fede matura e su una presenza costante ed operosa, in tutti i laboratori della vita, senza cedere allo scoraggiamento, ma continuando ad impegnarsi insieme, da autentici fratelli. È di questo periodo l’organizzazione di un ciclo di incontri pubblici su temi, quali la salvaguardia della vita, la giustizia, la bioetica.
Gli anni dedicati alla riflessione sulle persone della santissima Trinità, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, la Settimana della Fede, la presenza dell’effigie della Madonna di Loreto, il pellegrinaggio a Lourdes, le celebrazioni di approfondimento e riflessione sul sacerdozio, in occasione del tuo 40° Anniversario di ordinazione, la preparazione della Celebrazione Eucaristica trasmessa su RAI UNO, l’anno della Misericordia con il pellegrinaggio giubilare a Roma, la presenza della Madonna pellegrina di Fatima hanno segnato come eventi indimenticabili il percorso pastorale, ma insieme a queste tantissime altre iniziative ed opere di carattere sociale, culturale a testimonianza incontestabile della vitalità e creatività della nostra parrocchia, sospinta in avanti dal soffio dello Spirito.
Esse ci hanno permesso di riscoprire la nostra identità cristiana, contemplando il volto misericordioso di Cristo e quello materno della Chiesa, che in suo nome accoglie, perdona e si apre alle relazioni sul territorio. Una chiesa sempre al passo con i tempi che vive sul territorio e che, grazie al ruolo dei laici, si fa promotrice dell’annuncio e della testimonianza dei valori umani e cristiani, anche a costo di andare controcorrente…Questo è quello che hai sempre desiderato dalla tua amata Azione Cattolica…
Gli anni sono trascorsi scanditi da cammini pastorali caratterizzati dalla serietà e ricchezza di contenuti, sempre in sintonia con le linee pastorali dell’Arcivescovo, alla stesura delle quali, in particolare, in questi ultimi cinque anni tu hai contribuito in prima persona, come vicario foraneo. Un dialogo sempre aperto e una disponibilità, mista a collaborazione sempre assicurata verso tutte le Rettorie, verso il Centro Sociale parrocchiale, la comunità delle Suore Missionarie, le associazioni e le Amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni, compresa l’attuale.
La tua attenzione premurosa e la tua generosità silenziosa, mai sbandierata, soprattutto nei riguardi dei bisogni della parrocchia e di chi vive situazioni di difficoltà di varia natura, sono un tesoro da custodire, il segno di quella Parola annunciata e per la quale hai lasciato sempre a ciascuno libertà di accoglierla. “La chiesa non cresce per proselitismo”, ci hai ripetuto sempre, “a noi spetta solo la semina, saranno altri a vedere i frutti, l’importante è affidarsi e fidarsi…”; “la fede, infatti, sono tue parole, non è una zavorra, un peso, la fede è libertà, è gioia, è capacità di volare per arrivare a vivere da Dio, attraverso Dio stesso, tutte le vicissitudini che la vita ci riserva”.
E in questo tuo dire e fare senza tregua ci hai coinvolti e travolti, spronandoci sempre a volare alto. E in ultimo, non possiamo non menzionare il tuo impegno, il sacrificio, anche economico per rendere bello e decoroso questo tempio e non solo…. Il restauro degli altari, del Crocifisso, la realizzazione del monumento alla Madonna di Loreto, la donazione dell’organo. Tanto altro potremmo dire, ma ci fermiamo qui, per dare ancora valore alle tue raccomandazioni di questi giorni…”mi raccomando, sobrietà!”.
Ma, sai, tante volte, alla fine di una celebrazione importante, o di un’iniziativa particolare abbiamo avvertito il bisogno di esprimerti il nostro grazie corale, pubblico…non lo abbiamo fatto, te lo abbiamo forse fatto capire, sempre aggrappandoci alla teoria della prossima volta…oggi, in cuor nostro, te lo confessiamo, ne siamo rammaricati…è vero, col tempo si diventa più saggi…e poi sopraggiunge, di colpo, il momento quando ringraziare è quasi doveroso…
Non vogliamo certo affermare che siamo una comunità perfetta con un parroco altrettanto perfetto. Inganneremmo noi e anche te. Non sono mancati momenti di delusione, di dispiacere, di sofferenza, tempi in cui il cammino si faceva faticoso. Forse a qualcuno sei sembrato il parroco dal carattere introverso…per altri il parroco intransigente…, poco presente sui social, senza un profilo whatsapp, senza una pagina facebook,… ma tu sicuramente altrettanto potrai dire di noi, che invece parliamo tanto, facciamo poco e siamo sempre lì, cellulare alla mano, a fare il buono e il cattivo tempo.
Fiduciosi nella misericordia divina che apre il nostro cuore alla speranza dandoci lo slancio per andare sempre avanti sereni nel nostro cammino, metteremo tutto nel calice che tu tra poco innalzerai, perché il Signore, trasformi ogni nostro peccato in sorgente di benedizione per la nostra comunità.
Cosa dirti se non un grazie che parte dal nostro cuore con la speranza che in queste povere parole tu possa sentire il forte abbraccio che da tutti noi attorno a te si stringe. È l’abbraccio dei piccoli, degli ammalati, dei gruppi, dei componenti il Consiglio Pastorale, delle famiglie, delle istituzioni, dell’intera comunità salicese. E con te, permettici di ringraziare tutta la tua famiglia…ce lo permetterai, perché in consiglio, non lo abbiamo fatto, un abbraccio e un sentito grazie anche a Clara…il suo servizio disinteressato, appassionato, sempre preciso e puntuale, in questa comunità, hanno fatto la differenza…
Don Carmine, con te e per te ringraziamo il Signore: riconosciamo che tu sei stato per noi un suo dono, un grande dono. Vogliamo che questa messa di ringraziamento salga a Dio anche come la nostra supplica per te, perché il “Padrone della vigna”, continui a rendere fecondo di bene il tuo essere sacerdotale per molti anni ancora, a servizio della Chiesa e del Regno dei cieli.
La nostra comunità avverte il bisogno di continuare a vivere la propria storia umana, religiosa, civile e sociale tracciata da te e, con fiducia, ci apriamo alle novità dello Spirito. Perciò, Ti chiediamo di continuare a tenerci presenti nella preghiera e noi pregheremo per te, perché sappiamo essere sempre di più testimoni dell’amore di Cristo.
Grazie e ti diciamo: auguri per il servizio che, in forme diverse, continuerai a rendere in mezzo a noi e ad altri nostri fratelli. Ti vogliamo bene!
Coralba Rosato
* * * * *
Saluto di don Carmine alla Comunità
Siamo giunti ai titoli di coda… qualcuno ancora incredulo continua a chiedersi e a chiedere.. perché?
Nessun problema a rispondere. Nella lettera consegnata al Vescovo esponevo le due principali motivazioni che hanno determinato la scelta: una pastorale e l’altra familiare. Di questa seconda è inutile entrare nel merito, ma, mi raccomando, non fantasticate troppo…
Per la prima, quella pastorale, così scrivevo:
(la scelta è determinata...) dall’ amore nei confronti della chiesa particolare che continuo e continuerò, con onore e umiltà, a servire.
Alla soglia dei 70 anni (mancheranno pochi mesi quando inizierà il nuovo a.p.), dopo 31 di parrocato, di cui 17 nella stessa parrocchia (quella attuale), ritengo sia giunto il momento di un ricambio generazionale di cui, specialmente in questi ultimi tempi, la comunità ne avverte il bisogno, anche se mai richiesto espressamente.
A mio modesto parere, il problematico evolversi della realtà culturale, sociale ed ecclesiale richiede oggi, da parte di chi è chiamato a guidare una comunità, piena efficienza, solida competenza, rinnovata e giovanile passione.
Pur nella convinta e gioiosa scelta sacerdotale, di cui vado fiero, inizio, comunque, a prendere atto della ormai mia inadeguatezza ad affrontare le sfide del presente e del futuro, gravido forse di problemi, ma anche, con l’energia che solo lo Spirito sa donare, foriero di nuove ed esaltanti avventure che potrei non essere all’altezza di affrontare.
Sentirei di tradire la fiducia che la Chiesa mi dà, se a lei Ecc.za, non esprimessi tale mio stato d’animo diventato ormai convinzione.
Carissimi,
è il momento, allora, di consegnare anche a voi tale stato d’animo e la mia riconoscenza.
Sono onorato di aver servito questa comunità per tanto tempo, di essere stato a sua disposizione senza soluzione di continuità. Quella porta dell’ufficio volutamente aperta dalla mattina fino a tarda sera, di inverno e d’estate, ha voluto rappresentare la consapevolezza che lì dietro a quella porta c’era un prete, il parroco, disponibile per uno sfogo da consegnare, un conforto da cercare, una serenità d’animo da recuperare, un abbraccio abbondante del Padre misericordioso da assaporare mediante l’esperienza sacramentale della riconciliazione. Sono contento perché ciò è capitato e più volte!
Don Carmine Canoci
Guardando indietro mi sembra solo ieri quando, con tanta trepidazione, da parte mia ma anche vostra, ho fatto l'ingresso in parrocchia. Numerose sono state le circostanze: solenni, gioiose, dolorose, in cui sono entrato nella vostra vita e nella vostra famiglia: in occasione di matrimoni, battesimi, malattie, funerali, nel segreto della confessione ed anche nella partecipazione corale alla celebrazione della Santa Messa.
Non sono stato estraneo anche in momenti più semplici e quotidiani, quelli, del resto, più preferiti: per strada, al bar, facendo la fila alla posta, alla banca,una battuta di qua e di là, un commento a un fatto di cronaca, di sport, una stretta di mano o un sorriso. Così facendo si è andata approfondendo la conoscenza da cui con molti è nato l’apprezzamento diventato man mano stima, affetto e amicizia corrisposta. Anche per questo sento di dirvi grazie.
Con la primaria attenzione alla Parola annunciata, celebrata e spezzata, musa ispiratrice indispensabile del nostro operare, abbiamo costruito belle cose, rese operose le attività parrocchiali e i vari servizi. Tutto ciò ha permesso di approfondire la nostra vicendevole conoscenza e perfezionare la collaborazione reciproca in piena condivisione di spirito, di servizio e di carità.
È stato un tempo fecondo e intenso che mi ha permesso di maturare una esperienza pastorale di notevole spessore.
Vi ringrazio di cuore per questi anni di cammino condiviso, accompagnati dalla fede, dalla speranza, dalle amicizie, dal servizio per il bene della nostra Comunità parrocchiale e Vi ringrazio per la benevola attenzione che, specialmente in questi ultimi anni, avete accreditato a me e, lo voglio dire, anche alle mie due sorelle.
Il mio servizio è stato accompagnato da giorni e momenti gioiosi vissuti insieme ma anche da altri meno brillanti e tonificanti. Qualche volta, infatti, ci sono stati anche piccoli fallimenti o incomprensioni; forse, direbbe qualcuno, è fisiologico che ciò accada, ma non per questo non sento di chiedere scusa a tutti voi.
Ma sento anche di chiedere perdono per tutte le volte che ho frenato l’audacia di volare alto per essere visti meglio e quindi far apprezzare virtù e meriti, ma anche per vedere meglio povertà e miseria altrui, non per gioirne, ma per ricevere conforto per le proprie.
(Forse) Abbiamo rinunciato (proprio quando serviva...) ad essere aquile, accontentandoci di essere rondini di periferia, illudendoci con l’ingannevole poesia della semplicità e della primavera…, perdono ancora..
Vi porterò nel cuore come un padre porta sempre con sé i propri figli che vede crescere e staccarsi per proseguire il cammino. Sono certo che anche don Massimo che verrà al posto mio e al quale auguro tanto bene e tutto il bene, saprà da subito continuare con Voi uno splendido e ancor più proficuo cammino pastorale.
Ringrazio tutti….
Ringrazio tutte le persone di qui e di altrove, che si sono messe al servizio della nostra Parrocchia.
Con tutto il cuore vi ripeto il mio grazie, rinnovo la richiesta di perdono, invoco la vostra preghiera, promettendovi un ricordo quotidiano nella mia.
Vi voglio bene.
E adesso…. che succede?
Madre Teresa di Calcutta ammonisce:
Dietro ogni linea di arrivo
c`è una linea di partenza.
Dietro ogni successo
c`è un`altra delusione.
c`è una linea di partenza.
Dietro ogni successo
c`è un`altra delusione.
e consiglia:
non vivere di foto ingiallite…
Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
E allora?…che faccio?...
prego… e prego così:
Dio mio, vieni a rimpiazzare in me
tutto quel che mi verrà a mancare
man mano che avanza il tempo.
Le mie forze,
rimpiazzale con un di più di amore,
con un modo nuovo,
più delicato, di donare me stesso.
La mia ansia, notturna e diurna,
rimpiazzala con il tuo sorridere.
rimpiazzale con un di più di amore,
con un modo nuovo,
più delicato, di donare me stesso.
La mia ansia, notturna e diurna,
rimpiazzala con il tuo sorridere.
Tu, così buono con tutti,
che sapevi accondiscendere
a quel che gli altri domandavano,
aiutami a sopportare, comprendere gli altri,
e interessarmi, senza invadenza alcuna,
ai loro progetti.
La mia memoria fa' che mi permetta
di ricordare ciò che vi è di migliore,
ciò che vi è di più bello nella mia vita,
per condividerlo con gli altri.
La mia volontà, che potrebbe indebolirsi,
fa' che si pieghi amabilmente
ai desideri ragionevoli
di coloro che mi stanno intorno.
Rendimi capace di irradiare dei segnali…
umilmente,… discretamente,…
per mezzo dell'esempio.
La mia intelligenza,
fa' che accetti con umiltà
di sapersi ridimensionata,
meno brillante, meno rapida,
ma che si applichi sempre di più
a cercare te, a conoscere te
e a far penetrare in me le promesse di eternità
che tu fai a tutti quelli che ti cercano.
Signore mio Dio,
fa' che sia sempre più capace
di distaccarmi, di dimenticarmi, di donarmi.
Con te e per te. Sempre!
che sapevi accondiscendere
a quel che gli altri domandavano,
aiutami a sopportare, comprendere gli altri,
e interessarmi, senza invadenza alcuna,
ai loro progetti.
La mia memoria fa' che mi permetta
di ricordare ciò che vi è di migliore,
ciò che vi è di più bello nella mia vita,
per condividerlo con gli altri.
La mia volontà, che potrebbe indebolirsi,
fa' che si pieghi amabilmente
ai desideri ragionevoli
di coloro che mi stanno intorno.
Rendimi capace di irradiare dei segnali…
umilmente,… discretamente,…
per mezzo dell'esempio.
La mia intelligenza,
fa' che accetti con umiltà
di sapersi ridimensionata,
meno brillante, meno rapida,
ma che si applichi sempre di più
a cercare te, a conoscere te
e a far penetrare in me le promesse di eternità
che tu fai a tutti quelli che ti cercano.
Signore mio Dio,
fa' che sia sempre più capace
di distaccarmi, di dimenticarmi, di donarmi.
Con te e per te. Sempre!
Un saluto e un abbraccio fraterno. A tutti! Ciao!
Don Carmine Canoci
* * * * *
Sui social, intanto, già da questa mattina non sono mancati i commenti sulla “storica” serata. Fra questi, significativo è quello di Daniele Guerrieri.
“Così ieri caro Don Carmine – ha scritto Daniele sulla sua pagina Facebook - hai celebrato la tua ultima messa in Chiesa Madre per dare inizio al nuovo cammino tra noi, seppur non più in veste di parroco. Quanti bei ricordi vengono in mente sin dai tempi della tua missione nella Parrocchia di San Giuseppe. Da una vita sei stato il parroco della mia generazione ed in questo momento sarà un po’ difficile per noi abituarci al cambiamento. Ma come hai affermato tu stesso, l'importante è essere in sintonia con il cuore di Cristo; di conseguenza la presenza di don Massimo sarà anche la tua in quanto segnerà la continuità. E sarà così anche per i suoi parrocchiani di Mesagne. Perchè tutto ruota intorno a Dio. Auguri don Carmine per il tuo nuovo cammino. La nostra Diocesi di Brindisi/Ostuni è fiera di avere Sacerdoti come te. Grazie per tutto ciò che ci hai donato e che darai ancora”.