LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/IX – 11 settembre 2014)
SALICE SALENTINO – Cerimonia serale a “Santa Maria Assunta”
Don Carmine Canoci festeggia i 40 anni di sacerdozio
In chiesa tanti fedeli e autorità. E il sindaco Pippi Tondo gli consegna una targa-attestato
SALICE – Comunità in festa per i 40 anni di ordinazione presbiteriale di don Carmine Canoci, parroco della chiesa madre “Santa Maria Assunta”. Alle celebrazioni dell’anniversario, che si sono tenute lunedì sera, hanno partecipato numerosi fedeli e autorità.
Fra i presenti, anche il sindaco Pippi Tondo il quale, attraverso il conferimento di una targa, ha manifestato gratitudine per l’instancabile opera pastorale svolta dal sacerdote. Attestazioni di riconoscenza e stima sono state espresse anche dal Consiglio pastorale parrocchiale.
Don Carmine guida la chiesa madre dal 2001. In precedenza è stato parroco di San Giuseppe (dal 1987 al 2000). Dal 1974 al 1975 ha ricoperto l’incarico di viceparroco a Brindisi (rione Paradiso) e dal 1976 al 1986 a San Pancrazio. Attualmente è anche vicario foraneo, responsabile e coordinatore delle parrocchie della Vicaria del Salento.
Durante la ricorrenza giubilare all’arciprete è stata consegnata anche una pergamena con la benedizione di Papa Francesco.
Don Carmine, nel ringraziare i presenti e coloro che, impossibilitati a partecipare, hanno manifestato vicinanza, ha invitato tutti a guardare ed aiutare “un uomo, un prete che non chiede né lodi, né riconoscimenti, ma solo preghiera, cuore, amicizia, partecipazione e, cosa che non guasta mai, sopportazione, sempre più convinto e capace, in forza dello Spirito Santo, malgrado tutto e tutti, di continuare a fare da bandiera e da battistrada di Qualcuno per cui vale la pena spendere la vita, di null’altro preoccupato se non di impiegare buona parte di tempo nella ricerca di una preghiera edificante e un annuncio della Parola di Dio convincente”.
“ Vorrei – ha concluso l’arciprete - che la mia vita sia come un dito che indichi il cielo, ma voi carissimi, non restate imbambolati a guardare il dito, fissate lo sguardo sul cielo indicato. La vostra partecipazione mi colpisce profondamente, mi edifica, non meritavo tanto, sono grato anche a coloro che hanno voluto parlare bene di me, parlare in positivo, lascio a Dio però verificare quanto ci sia di vero nelle loro valutazioni. Di tutto siano rese grazie al Signore, Sacerdote grande ed eterno”.
Rosario Faggiano
* Articolo integrato rispetto a quello ridotto pubblicato da “La Gazzetta di Lecce”