LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/X – 17 maggio 2015)

SALICE – Approvato in ordine del giorno contro la chiusura del presidio dei carabinieri. Sarà inviato a prefettura, al Ministero e al comando dell’Arma

Consiglio in piazza per salvare la caserma

Consiglio in piazza per salvare la caserma
Tra le ipotesi, la “sfida” dell’Amministrazione ai giudici contabili della Corte dei conti col pagamento dell’integrazione dell’affitto



SALICE – “La caserma dei carabinieri non si tocca, siamo pronti ad opporci con tutti i mezzi alla sua chiusura”. Questa la posizione di tutti i gruppi politici espressa l’altra sera, in piazza Plebiscito, durante il Consiglio comunale aperto.

Lo storico presidio dell’Arma rischia la soppressione a causa dello sfratto promosso dal proprietario dello stabile il quale, per i i vincoli della spending review, non si è visto riconoscere dalla prefettura un aumento contrattuale dell’affitto di circa duemila euro annui.

Contro la chiusura si sono dichiarati, con pochi non sostanziali “distinguo”, i consiglieri di maggioranza e di opposizione.

Hanno preso la parola il sindaco Pippi Tondo, che ha introdotto l’argomento, e i consiglieri Tonino Rosato, Gaetano Ianne, Mimino Leuzzi, Arcangelo Fina, Alessandro Ruggeri, Enzo Marinaci e Paolo Quaranta.

Sono intervenuti anche il consigliere regionale Antonio Buccoliero (l’unico dei rappresentanti politici regionali e nazionali che ha raccolto l’invito a partecipare) e l’avvocato Francesco Fina, nei mesi scorsi fra i promotori di un comitato cittadino contro la chiusura della caserma.


Precise “vie d’uscita” per risolvere la vicenda, non ne sono state trovate. Tutte quelle messe in campo, infatti, potrebbero incontrare ostacoli normativi, oppure andare incontro a contestazioni da parte della Corte dei conti.

Un’ipotesi sarebbe quella che il Comune prenda direttamente in affitto l’immobile per poi subaffittarlo alla prefettura. L’idea è stata lanciata da Leuzzi che ha citato, come precedente, l’esempio di un Comune del Nord che ha dovuto affrontare lo stesso problema.

Un’altra ipotesi sarebbe quella di adattare un immobile comunale (Villa Alemanno o un edificio scolastico) per poi offrirlo alla prefettura. Questa soluzione, però, è stata considerata “avventata” per il notevole investimento che richiederebbe (più di 300mila euro) senza la garanzia, da parte del Ministero, del mantenimento della caserma (si teme che sia stata già presa la decisione della chiusura).

La terza ipotesi, quella al momento forse più praticabile, è che il Consiglio “sfidi” la Corte dei conti decidendo di pagare la differenza di duemila euro, istituendo sul bilancio comunale un capitolo ad hoc utilizzando fondi delle indennità di carica.

Alla conclusione del dibattito, all’unanimità è stato approvato un ordine del giorno contro la chiusura della caserma da inviare alla prefettura, al ministero e al comando provinciale dell’Arma.
Rosario Faggiano