LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/VI – 5 maggio 2011)

ENERGIE RINNOVABILI – In campo tre associazioni

“Centrali illegali da smantellare”

Secco no ad ogni possibile ipotesi di sanatoria. “Quei siti vanno bonificati”
L’APPELLO – Invito alle istituzioni e agli investigatori ad operare maggiori controlli per evitare speculazioni all’ombra degli incentivi di Stato
“Smantellare le centrali fotovoltaiche ed eoliche illegali, bonificare i siti e ripristinare la natura”. Il Coordinamento civico per la “Tutela del territorio, della salute e dei diritti del cittadino”, l’Associazione “Save Salento” e il Forum “Ambiente e salute del Grande Salento”, scendono in campo contro ogni ipotesi di “vile sanatoria” per i numerosi impianti sequestrati nei giorni scorsi nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
E con un documento, posto all’attenzione della Magistratura, delle Forze dell’ordine e delle Istituzioni, rivolgono un appello agli inquirenti “affinché indirizzino con decisione i controlli e le indagini sulle connessioni, le reti e le pratiche illegali della speculazione cresciuta all'ombra degli incentivi di Stato alle rinnovabili”. Nella nota, che è una vera e propria “dichiarazione di guerra” contro il fotovoltaico ed eolico industriale, le tre associazioni promotrici chiedono che “siano riviste anche le situazioni di tutti quegli impianti che hanno goduto di decisioni troppo favorevoli da parte della giustizia amministrativa” e che la Regione, in occasione dell’anno internazionale delle foreste, “ finanzi i boschi sui terreni dove si sono compiute le illegalità fotovoltaiche”.
“Sono tantissimi – affermano - gli impianti fotovoltaici industriali sequestrati nel Grande Salento. Nel ringraziare inquirenti, magistrati e forze dell´ordine per questi primi interventi, purtroppo è necessario sottolineare come si tratti ancora solo della puntina smascherata di un enorme iceberg ramificato. Chiediamo, pertanto, che si estendano a tappeto i controlli su tutti i progetti di eolico e fotovoltaico industriali, volti cioè alla vendita dell´energia prodotta e non per mero autoconsumo, e che si rivedano quegli impianti, alcuni anche di parecchi ettari, su cui la fallace giustizia amministrativa, a livello di Tar o di Consiglio di Stato, con sconcertanti sentenze, ha posto un velo di fuorviante legittimità, basata sulla correttezza di procedimenti amministrativi, redatti spesso da un sistema amministrativo locale corrotto o comunque compiacente e superficiale. Di fronte a questi impianti di grave impatto ambientale e paesaggistico realizzati da speculatori che stanno palesemente frodando lo Stato, è intollerabile che meri difetti di forma, nei ricorsi presentati da cittadini e associazione di cittadini, o da enti pubblici, possano consentire che siano emesse sentenze che poi di fatto finiscono con legittimare la frode in assenza di ulteriori serie indagini”. “
Per gli stessi reati - aggiungono - come il frazionamento degli impianti per eludere la legge ed i controlli, per cui i giudici amministrativi hanno dato talvolta il via libera, le ben più accorte Procure della Repubblica stanno invece facendo opportunamente sequestrare, secondo giustizia, parecchi insediamenti fotovoltaici ed eolici”.
Nel documento, infine, oltre a ricordare il fenomeno dello sfruttamento di manodopera extracomunitaria e lo sterminio dei vigneti per realizzare gli impianti, viene lanciato l’allarme anche rispetto ad eventuali tentativi in corso per una ripresa dei lavori nelle centrali illegali. Secondo le tre associazioni, infatti, gli speculatori avrebbero interesse a completare i lavori entro il 31 maggio, data ultima per accedere agli incentivi pubblici.
“Permettere l'allaccio di quegli impianti – concludono - vorrebbe dire legittimare il neo-colonialismo della mala della Green economy industriale, la neo-schiavitù di forze lavoro, la frode e il vilipendio che in Salento si sta compiendo”. (r.f.)