LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/IX – 26 luglio 2012)

SALICE – Sull’assessore condannato, Fina ribadisce la necessità di un allontanamento

Caso Ianne, il Pd rinvia ogni decisione a Lecce

SALICE – Questione vicesindaco: il Pd decide di non decidere. Sarebbe questo l’approdo del vertice cittadino del Partito democratico riunito, l’altra sera, per discutere il da farsi dopo la diffusione della notizia, da parte dell’Idv, dell’esistenza di una condanna per falsa testimonianza a carico di Gaetano Ianne. Quest’ultimo nel 2008 è stato coinvolto, in qualità di teste, in un processo per abuso edilizio riguardante un cittadino salicese. La sezione Pd, che dopo le dimissioni del gruppo di dissidenti è stata affidata all’ex sindaco Donato De Mitri, a tre mesi dalla vittoria elettorale avrebbe valutato la vicenda “delicata”. La riunione, presieduta dal consigliere provinciale Cosimo Durante, si sarebbe svolta alla presenza, oltre che di De Mitri, anche del sindaco Pippi Tondo, dei consiglieri comunali e di altri esponenti locali. Nessuno dei dissidenti (esattamente quelli che nei giorni scorsi hanno chiesto a Tondo di “congedare” Ianne) ha partecipato alla riunione. Al momento non si registrano posizioni ufficiali, né da parte di Durante né da parte di De Mitri. Tuttavia, secondo indiscrezioni, il Pd avrebbe deciso di riesaminare la vicenda coinvolgendo direttamente la segreteria provinciale. Insomma, se qualche decisione dovrà essere presa, meglio farla prendere dalle alte sfere del partito.
Francesco Fina, già assessore con De Mitri e attuale delegato provinciale all’Assemblea del Pd, fa sapere la sua posizione: “Il reato di falsa testimonianza è commesso da chi, volontariamente, afferma il falso per coprire la consumazione di un reato; e se a macchiarsi di un simile comportamento è un privato cittadino che come Amministratore avrebbe l’obbligo di accertare il rispetto delle regole e di far perseguire coloro che le violano, allora vengono in rilievo profili di etica pubblica da cui la politica ha l’obbligo di prendere le distanze. Nessuno di noi è mai stato a conoscenza della condanna subita da Ianne e bene ha fatto chi da subito ha invocato una rapida soluzione della vicenda”.
Rosario Faggiano