LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/VII – 5 settembre 2014)
SALICE – Giorni contati per il presidio dell’Arma. Nessuno sembra in grado di versare duemila euro in più all’anno per conservare l’attuale immobile
Caserma troppo cara, sfrattati i carabinieri
Il proprietario dello stabile chiede l’adeguamento del canone d’affitto ma la Prefettura non paga
Inutile ogni tentativo del sindaco di trovare un’altra sede; il rischio è il dirottamento in una stazione vicina
SALICE – Carabinieri sfrattati dalla caserma. Il proprietario dello stabile di via Vittime di Marcinelle, sede della struttura, non aver ottenuto dalla Prefettura l’adeguamento del canone d’affitto, spettante da diversi anni e poi bloccato dalla spending review. E così ha promosso lo sfratto.
Entro settembre dovrà essere trovata una soluzione al problema per non perdere la storica caserma istituita alla fine dall’800, prima di quella di Veglie il cui territorio comunale, fino agli inizi degli anni ’90, era di competenza dei carabinieri di Salice. Se davvero venisse cancellata la locale stazione, sarebbe considerata, dalla comunità e dall’Amministrazione, una perdita inaccettabile.
“Da sempre – dice il sindaco Pippi Tondo – i carabinieri hanno svolto in paese un ruolo prezioso, sia sotto l’aspetto di efficaci azioni di prevenzione che sotto l’aspetto dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché del controllo e della tutela del territorio. Noi ci opporremo con forza all’ipotesi di privare Salice di un punto di riferimento così importante. Per tale ragione, nei prossimi giorni, proporremo al Consiglio l’approvazione di un ordine del giorno da inoltrare alla Prefettura; spetta ad essa trovare una soluzione. Da parte nostra abbiamo fatto tutto il possibile”.
La Prefettura, per la verità, già dallo scorso maggio, con apposita nota, ha informato Tondo della situazione. Da allora, per scongiurare l’infausta prospettiva, non si conterebbero le iniziative promosse, anche in collaborazione con l’Arma e con la Prefettura.
Si sono tenute riunioni, si è cercato di trovare un altro stabile in paese, è stato ricercato in extremis un accordo con il proprietario. Tutto inutile. Gli immobili individuati, anche di altri privati, sono risultati non idonei dal punto di vista della logistica e della sicurezza. Anche l’ultimo stabile offerto, Villa Alemanno, di proprietà comunale, non avrebbe i requisiti.
C’è da aggiungere che la richiesta del proprietario è di un aumento di circa 2mila euro all’anno (al momento il canone annuo, fra i più bassi pagati dalla Prefettura di Lecce per una caserma, è di circa 12mila euro lordi). La differenza non sembrerebbe spropositata, ma tutti avrebbero le mani legate: la Prefettura dalla spending review e il Comune, che pure è disponibile a versare l’integrazione, dai vincoli della Corte dei Conti.
L’unica cosa fattibile, da parte dell’Amministrazione, è quella di esentare l’immobile dal pagamento dell’Ici (circa 300 euro). Offerta già fatta, ma rispedita al mittente dal proprietario. Ed ecco l’impasse. Come uscirne? Una cosa è certa, se la soluzione non arriverà entro settembre, lo sfratto sarà eseguito. E i carabinieri saranno dirottati in una stazione limitrofa.
Entro settembre dovrà essere trovata una soluzione al problema per non perdere la storica caserma istituita alla fine dall’800, prima di quella di Veglie il cui territorio comunale, fino agli inizi degli anni ’90, era di competenza dei carabinieri di Salice. Se davvero venisse cancellata la locale stazione, sarebbe considerata, dalla comunità e dall’Amministrazione, una perdita inaccettabile.
“Da sempre – dice il sindaco Pippi Tondo – i carabinieri hanno svolto in paese un ruolo prezioso, sia sotto l’aspetto di efficaci azioni di prevenzione che sotto l’aspetto dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché del controllo e della tutela del territorio. Noi ci opporremo con forza all’ipotesi di privare Salice di un punto di riferimento così importante. Per tale ragione, nei prossimi giorni, proporremo al Consiglio l’approvazione di un ordine del giorno da inoltrare alla Prefettura; spetta ad essa trovare una soluzione. Da parte nostra abbiamo fatto tutto il possibile”.
La Prefettura, per la verità, già dallo scorso maggio, con apposita nota, ha informato Tondo della situazione. Da allora, per scongiurare l’infausta prospettiva, non si conterebbero le iniziative promosse, anche in collaborazione con l’Arma e con la Prefettura.
Si sono tenute riunioni, si è cercato di trovare un altro stabile in paese, è stato ricercato in extremis un accordo con il proprietario. Tutto inutile. Gli immobili individuati, anche di altri privati, sono risultati non idonei dal punto di vista della logistica e della sicurezza. Anche l’ultimo stabile offerto, Villa Alemanno, di proprietà comunale, non avrebbe i requisiti.
C’è da aggiungere che la richiesta del proprietario è di un aumento di circa 2mila euro all’anno (al momento il canone annuo, fra i più bassi pagati dalla Prefettura di Lecce per una caserma, è di circa 12mila euro lordi). La differenza non sembrerebbe spropositata, ma tutti avrebbero le mani legate: la Prefettura dalla spending review e il Comune, che pure è disponibile a versare l’integrazione, dai vincoli della Corte dei Conti.
L’unica cosa fattibile, da parte dell’Amministrazione, è quella di esentare l’immobile dal pagamento dell’Ici (circa 300 euro). Offerta già fatta, ma rispedita al mittente dal proprietario. Ed ecco l’impasse. Come uscirne? Una cosa è certa, se la soluzione non arriverà entro settembre, lo sfratto sarà eseguito. E i carabinieri saranno dirottati in una stazione limitrofa.
Rosario Faggiano