LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/X – 15 giugno 2016)

SALICE – Ieri sera il patto fra Comune e proprietà. L’Amministrazione pagherà la differenza del canone di locazione di 2.106,92 euro annui

Caserma salva in extremis, 5mila euro evitano lo sfratto

Caserma salva in extremis, 5mila euro evitano lo sfratto






SALICE – Caserma dei Carabinieri salva in extremis. Nella serata di ieri, il Comune e il proprietario dell’immobile hanno trovato l’accordo per scongiurare lo sfratto esecutivo fissato per questa mattina.

L’’Amministrazione ha pure raggiunto un accordo sugli arretrati: pagherà 5mila euro a fronte degli 8mila e 400 euro richiesti dal proprietario dell’immobile, tramite l’avvocato Vincenzo Acquaviva.

La somma sarà disponibile dopo un’apposita variazione di bilancio, successiva all’approvazione in Consiglio dello strumento contabile (il 20 giugno).

Gli arretrati rappresentano, in sostanza, la differenza contrattuale che dal 2012 al 2015 non è stata versata dalla prefettura (alla quale spetta il pagamento del canone) e nemmeno dal Comune.

Quest’ultimo, sulla base di un precedente accordo, si era assunto l’obbligo di versare l’integrazione del canone annuale di locazione (2.106,92 euro), ma solo a partire dal 2016. Ma andiamo con ordine.

Tutto è iniziato a seguito della spending rewiew, che ha costretto il ministero  a tagliare gli affitti delle caserme del 15 per cento. Quello di Salice, di conseguenza, fu ridotto di 2.106,92 euro (da 14.046,16 scese a 11.939,24 euro annuali). 

Una vera e propria beffa per il proprietario il quale, poco prima, aveva richiesto l’adeguamento del canone portandolo a 20.400 euro annuali. E su questo aveva ottenuto pure il nulla osta dall’Agenzia del Demanio.

Da qui l’avvio dello sfratto e la decisione del sindaco Pippi Tondo, sostenuto da Giunta, Consiglio e cittadini, di impedire a tutti i costi la soppressione dell’antico presidio dell’Arma.

Mentre sembrava tutto fatto, la nuova tegola: c’erano da pagare anche gli “arretrati”. Ieri, dunque, grazie alla buona volontà del Comune (non è stato facile per Tondo e gli assessori individuare dove reperire i 5mila euro) e del proprietario, è stata raggiunta l’intesa.

Sindaco e Giunta si sono formalmente impegnati a prevedere in bilancio i 5mila euro, mentre Acquaviva, per conto del proprietario, ha accettato l’offerta a stralcio. E lo sfratto esecutivo è stato (forse) definitivamente scongiurato.
Rosario Faggiano