LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XIV – 15 sett. 2012)
VEGLIE – Insolito addio a Roberto Costa, morto nell’incidente stradale di mercoledì scorso
Banda, cavalli e fuochi d’artificio, “il mio funerale dovrà essere una festa”
VEGLIE – Una folla commossa per l’ultimo saluto a Roberto Costa, il trentanovenne che mercoledì scorso ha perso la vita in un terribile incidente stradale, sotto gli occhi dei suoi due bambini. I funerali dello sfortunato papà si sono svolti ieri, alle 16.30, nella chiesa parrocchiale di San Antonio Abate in un’atmosfera di profonda tristezza, acuita da apparenti toni di festa. Il corteo funebre è stato preceduto da quattro cavalli montati da altrettanti amici (uno dei cavalli era quello di Roberto). La sua passione. E gli amici non lo hanno dimenticato. Poi c’era la banda musicale che ha eseguito, per tutto il tragitto dalla casa paterna di via Parini alla chiesa, musiche allegre e infine, alla conclusione del rito religioso, una batteria di fuochi d’artificio, dinanzi alla chiesa. Probabilmente, l’intento degli amici, è stato quello di dar corso ad un desiderio espresso da Roberto in qualche occasione.
“Quando parlava della morte – ha spiegato don Piero Tundo durante l’omelia – lui la esorcizzava dicendo: la mia dovrà essere una festa”.
Roberto era un “appassionato della vita”, un trascinatore, e gli amici apprezzavano questa sua capacità di metterli insieme.
Al funerale hanno partecipato la moglie Marilena, papà Liberato, mamma Dorina, i fratelli Andrea, Costantino e Maria Antonietta, nonché gli altri parenti e tantissimi amici e conoscenti.
“Questo lutto – ha aggiunto don Piero – non ha colpito solo una famiglia. Ho colto nell’intera comunità un senso di mestizia e di dolore. Roberto non lo troveremo più in casa, non lo troveremo nei nostri ambienti di amicizia, nei nostri cortili, nelle nostre campagne, nelle nostre strade, ma è certo che sarà per sempre nei nostri cuori”.
Alla conclusione delle esequie il fratello Andrea, soffocando a stento il pianto, dall’altare ha voluto dare un ultimo commovente saluto a Roberto. La salma, che sarà tumulata nel cimitero comunale, è uscita dalla chiesa fra gli applausi.
Al funerale, naturalmente, non erano presenti i figli, entrambi ancora ricoverati all’ospedale.
“Quando parlava della morte – ha spiegato don Piero Tundo durante l’omelia – lui la esorcizzava dicendo: la mia dovrà essere una festa”.
Roberto era un “appassionato della vita”, un trascinatore, e gli amici apprezzavano questa sua capacità di metterli insieme.
Al funerale hanno partecipato la moglie Marilena, papà Liberato, mamma Dorina, i fratelli Andrea, Costantino e Maria Antonietta, nonché gli altri parenti e tantissimi amici e conoscenti.
“Questo lutto – ha aggiunto don Piero – non ha colpito solo una famiglia. Ho colto nell’intera comunità un senso di mestizia e di dolore. Roberto non lo troveremo più in casa, non lo troveremo nei nostri ambienti di amicizia, nei nostri cortili, nelle nostre campagne, nelle nostre strade, ma è certo che sarà per sempre nei nostri cuori”.
Alla conclusione delle esequie il fratello Andrea, soffocando a stento il pianto, dall’altare ha voluto dare un ultimo commovente saluto a Roberto. La salma, che sarà tumulata nel cimitero comunale, è uscita dalla chiesa fra gli applausi.
Al funerale, naturalmente, non erano presenti i figli, entrambi ancora ricoverati all’ospedale.
Rosario Faggiano