CORRIERE VINICOLO (pag. 10/Cronache italiane del 16 marzo 2009)

La situazione nel Salento

Alberello pugliese a rischio estinzione

I costi divenuti insostenibili e gli incentivi all’espianto previsti dalla nuova Ocm minacciano un patrimonio millenario. Sensibilizzata la Regione
CELLINO SAN MARCO (Br) – Le coltivazioni ad alberello pugliese stanno subendo un forte ridimensionamento. Il territorio salentino rischia di perdere il suo allevamento più importante e, soprattutto, il suo paesaggio agrario tradizionale.
L’enologo Angelo Maci, presidente delle Cantine “Due Palme”, lancia l’allarme contro il rischio di depauperamento del territorio, determinato dalla tendenza ad estirpare impianti “storici” di alta qualità non più remunerativi. E’ il prezzo altissimo che il Salento sta pagando dopo il definitivo sopravvento di nuove tecniche di viticoltura. L’alberello pugliese, con i suoi elevati costi di gestione, da tempo non risulta più essere in grado di competere con le altre tipologie di allevamento (soprattutto a spalliera) adatte alla coltivazione meccanizzata. Da stime approssimative, si calcola che l’alberello, negli ultimi 10 anni, dal 70% sia passato ad interessare soltanto il 30% circa della superficie vitata. E questa tendenza potrebbe essere incrementata dagli incentivi messi in campo dalla nuova Ocm.

Oltre 9000 ha di espianti. Secondo dati ufficiali disponibili presso l’Assessorato regionale alle Risorse agroalimentari, le domande per lo svellimento con premio, attualmente in corso di istruttoria da parte dell’Agea, in Puglia riguarderebbero circa 9.119 ettari per l’anno 2009. Il timore degli operatori è che sia proprio il territorio salentino quello maggiormente interessato dalla nuova massiccia ondata di estirpi.
“In attesa di conoscere le graduatorie definitive elaborate dall’Agea – dice Maci – è necessario fare alcune riflessioni. L’incentivo ad estirpare è un provvedimento tendente ad alleggerire il settore, aiutando i coltivatori in difficoltà ad uscire dal mercato e professionalizzando sempre più l’imprenditoria vitivinicola. In quest’ottica diviene ancora più attuale e perseguibile il progetto di salvaguardia e promozione del vigneto ad alberello. Siamo consapevoli che i costi di gestione per portare a produzione un vigneto ad alberello superano di gran lunga i ricavi e che la riconversione in molti casi è indispensabile. Eppure la tutela del nostro territorio viticolo, quanto quella delle modalità storiche di allevamento delle piante come l’alberello pugliese, sono la nostra unica vera arma per competere con gli altri Paesi produttori. Il nostro alberello pugliese va tutelato, salvaguardato e incoraggiato con un contributo annuale per ettaro, da corrispondere al viticoltore in quanto incentivo per la conservazione del patrimonio paesaggistico e non in quanto mero sussidio”.

Consorzio in prima linea. La posizione di Maci è condivisa anche dall’imprenditore Piernicola Leone De Castris, presidente del Consorzio di tutela del “Salice Salentino doc” e titolare dell’omonima cantina salentina: “Riteniamo che la conservazione del patrimonio costituito dalla presenza millenaria dell’alberello pugliese nel Salento sia fondamentale. Noi, che siamo operatori del territorio, non possiamo disconoscere l’importanza storica di questo tipo di allevamento. Ecco perché, come Consorzio, stiamo cercando di comprendere meglio cosa è possibile fare e, quindi, individuare eventuali iniziative da portare avanti. Il Consorzio di tutela – conclude Leone De Castris – è molto sensibile a questo problema”.
Lo scorso dicembre, intanto, un segnale di “inversione di tendenza” si è avuto dalla Regione, che nel nuovo Piano per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti, approvato con Deliberazione n. 2531/2008, per la prima volta ha previsto l’ammissione a contributo anche degli impianti ad alberello.
“Prendiamo atto con soddisfazione – riprende Maci – dell’attenzione che la Regione ha riservato al problema. L’assessore alle Risorse agroalimentari Enzo Russo ha mantenuto l’impegno preso con gli operatori durante la manifestazione svoltasi a Cellino a luglio del 2008. Quanto previsto nel nuovo Piano di ristrutturazione e di riconversione – conclude - è un primo passo nella direzione che auspichiamo”.
Rosario Faggiano