LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (p. 15/Naz. - 23 maggio 2020)
SAN CESARIO DI LECCE – Si è spento all’età di 76 anni il fondatore della prestigiosa Casa editrice salentina
Addio a Piero Manni editore gentiluomo intellettuale militante
Pubblicò in Puglia Luzi, Merini, Sanguineti
Un gentiluomo, Piero Manni, era un gentiluomo, dalla grazia antica, dai toni sommessi ed eleganti, mai sopra le righe. Dolore immenso nel mondo della cultura pugliese, e non solo, per la scomparsa sopraggiunta ieri del timoniere e co-fondatore nel 1985 della casa editrice salentina, dall’ampio respiro nazionale.
È andato via a 76 anni, in questo tempo sospeso dall’emergenza globale, dopo una lunga malattia trascorsa nelle ultime ore all’Hospice di San Cesario di Lecce, cittadina dove ha sede quel palazzotto del ‘700 al profumo di libri e inchiostro firmato Manni.
Attorno a Piero, la moglie Anna Grazia con figli Grazia, Daniele e Agnese. E un’ondata di commozione ha invaso la pagina Fb della casa editrice dove nella tarda mattinata è apparso il post che ne dava annuncio: «Il vuoto che lasci è tremendo, ma ci hai insegnato così tanto, e sei in ogni nostro libro - quelli fatti, quelli immaginati e mai realizzati, quelli che hai scritto e tradotto e curato, e in quelli che hai inventato negli ultimi giorni e su cui hai scocciato fino all’ultimo perché ci lavorassimo! - che ti ritroveremo per sempre dappertutto».
Piero Manni era griko, nato a Soleto il 19 maggio 1944, un compleanno «celebrato» sui social dalla figlia Grazia («Papà mio, unico») e dalla «sua» Anpi Lecce, di cui era presidente onorario. Iconica la sua foto con Arafat scattata nel corso di una storica visita fra dicembre 2003 e gennaio 2004.
Vigoroso e fermo era di fatto l’impegno politico e sociale dell’editore, scrittore e docente di filosofia, dal 2005 al 2010 consigliere regionale durante il primo governo Vendola nelle fila di Rifondazione comunista. È stato insegnante per lunghe stagioni nella scuola media, nelle superiori e per vent’anni nel carcere di Lecce. Ha ideato e curato riviste e periodici, con la sua casa editrice ha pubblicato il libro di racconti Salento Salento (2000), un saggio in Salento d’autore. Guida ai piaceri intellettuali del territorio (2004), ha curato numerosissimi testi fra cui le antologie Che dice la pioggerellina di marzo e Cloffete cloppete clocchete. Nel 2012, con Sonda, ha pubblicato il saggio Salentini. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù.
Al suo fianco, compagna di una vita, Anna Grazia D’Oria, che fa parte degli «Amici della domenica» del Premio Strega. Entrambi erano figli delle utopie del ‘68, immersi nei movimenti studenteschi dell’Università di Lecce, della nuova sinistra di quegli anni legata a il manifesto. Perciò non è un caso che quando pubblicarono la rivista da cui partì la casa editrice decisero di chiamarla l’immaginazione, che, fra letteratura e arte, nell’agosto 2019 ha tagliato il traguardo dei 35 anni con il coinvolgimento di Agnese, direttrice editoriale della Manni, e proposta anche on line... (continua).
È andato via a 76 anni, in questo tempo sospeso dall’emergenza globale, dopo una lunga malattia trascorsa nelle ultime ore all’Hospice di San Cesario di Lecce, cittadina dove ha sede quel palazzotto del ‘700 al profumo di libri e inchiostro firmato Manni.
Attorno a Piero, la moglie Anna Grazia con figli Grazia, Daniele e Agnese. E un’ondata di commozione ha invaso la pagina Fb della casa editrice dove nella tarda mattinata è apparso il post che ne dava annuncio: «Il vuoto che lasci è tremendo, ma ci hai insegnato così tanto, e sei in ogni nostro libro - quelli fatti, quelli immaginati e mai realizzati, quelli che hai scritto e tradotto e curato, e in quelli che hai inventato negli ultimi giorni e su cui hai scocciato fino all’ultimo perché ci lavorassimo! - che ti ritroveremo per sempre dappertutto».
Piero Manni era griko, nato a Soleto il 19 maggio 1944, un compleanno «celebrato» sui social dalla figlia Grazia («Papà mio, unico») e dalla «sua» Anpi Lecce, di cui era presidente onorario. Iconica la sua foto con Arafat scattata nel corso di una storica visita fra dicembre 2003 e gennaio 2004.
Vigoroso e fermo era di fatto l’impegno politico e sociale dell’editore, scrittore e docente di filosofia, dal 2005 al 2010 consigliere regionale durante il primo governo Vendola nelle fila di Rifondazione comunista. È stato insegnante per lunghe stagioni nella scuola media, nelle superiori e per vent’anni nel carcere di Lecce. Ha ideato e curato riviste e periodici, con la sua casa editrice ha pubblicato il libro di racconti Salento Salento (2000), un saggio in Salento d’autore. Guida ai piaceri intellettuali del territorio (2004), ha curato numerosissimi testi fra cui le antologie Che dice la pioggerellina di marzo e Cloffete cloppete clocchete. Nel 2012, con Sonda, ha pubblicato il saggio Salentini. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù.
Al suo fianco, compagna di una vita, Anna Grazia D’Oria, che fa parte degli «Amici della domenica» del Premio Strega. Entrambi erano figli delle utopie del ‘68, immersi nei movimenti studenteschi dell’Università di Lecce, della nuova sinistra di quegli anni legata a il manifesto. Perciò non è un caso che quando pubblicarono la rivista da cui partì la casa editrice decisero di chiamarla l’immaginazione, che, fra letteratura e arte, nell’agosto 2019 ha tagliato il traguardo dei 35 anni con il coinvolgimento di Agnese, direttrice editoriale della Manni, e proposta anche on line... (continua).
Gloria Indennitate
Articolo integrale pubblicato da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, edizione nazionale, cultura & spettacoli