LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/XI – 22 marzo 2016)
Terminata nella giornata dell’acqua la posa in opera della condotta che va da Salice a Seclì attraversando Nardò, Veglie, Leverano e Galatone
Acquedotto, ultimati i lavori del Sinni e ricollocati 2500 ulivi
Il tracciato è lungo 37 chilometri. L’opera sarà inaugurata nelle prossime settimane.
Momento storico per il Salento in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Sono stati ultimati i lavori per la posa in opera delle condutture del Sinni, la vasta canalizzazione realizzata dall’Acquedotto pugliese per il collegamento del serbatoio di San Paolo di Salice Salentino (oltre 70mila metri cubi di capacità) al serbatoio di Seclì.
Circa 37 chilometri di imponenti tubazioni, con capacità di trasporto pari a 1,5 metri cubi al secondo di acqua potabile, per soddisfare le esigenze idriche soprattutto del Basso Salento.
Un’opera ciclopica realizzata attraversando innumerevoli campi e contrade, senza mai rinunciare a salvaguardare il paesaggio e, soprattutto, gli ulivi “incrociati” lungo il tracciato degli scavi.
Ben 2mila e 500cento piante sono state espiantate e poi riposizionate, dopo un periodo di “incubazione” in vivaio, a lavori ultimati.
“L’intervento – spiegano dall’Aqp - sarà inaugurato nelle prossime settimane. Esso costituisce il raddoppio di una delle più importanti opere realizzate dall’Acquedotto Pugliese nei primi decenni dello scorso secolo per l’approvvigionamento idrico-potabile del Salento”.
I lavori, realizzati dalla Igeco e che hanno comportato l’uso di complesse e innovative tecnologie, hanno interessato i territori di Salice Salentino, Nardò, Veglie, Leverano, Galatone e Seclì.
“Si tratta – viene aggiunto – di una grande opera di ingegneria idraulica e, insieme, un esempio virtuoso di progettazione al servizio dell’ambiente e del paesaggio. Si sono sommate le esperienze tecnologiche più sofisticate con la dedizione più amorevole nei confronti di un patrimonio naturale di inestimabile valore. Ogni singolo ulivo, censito con un’apposita targa, è stato divelto e quindi, a scavi ultimati, ricollocato al proprio posto, lasciando inalterato il paesaggio. Nella Giornata mondiale dell’acqua è questa una singolare testimonianza del patto che si rinnova tra gli uomini e la natura, per un futuro più prospero e soprattutto più sostenibile, unica garanzia di futuro per il mondo in cui viviamo”.
Circa 37 chilometri di imponenti tubazioni, con capacità di trasporto pari a 1,5 metri cubi al secondo di acqua potabile, per soddisfare le esigenze idriche soprattutto del Basso Salento.
Un’opera ciclopica realizzata attraversando innumerevoli campi e contrade, senza mai rinunciare a salvaguardare il paesaggio e, soprattutto, gli ulivi “incrociati” lungo il tracciato degli scavi.
Ben 2mila e 500cento piante sono state espiantate e poi riposizionate, dopo un periodo di “incubazione” in vivaio, a lavori ultimati.
“L’intervento – spiegano dall’Aqp - sarà inaugurato nelle prossime settimane. Esso costituisce il raddoppio di una delle più importanti opere realizzate dall’Acquedotto Pugliese nei primi decenni dello scorso secolo per l’approvvigionamento idrico-potabile del Salento”.
I lavori, realizzati dalla Igeco e che hanno comportato l’uso di complesse e innovative tecnologie, hanno interessato i territori di Salice Salentino, Nardò, Veglie, Leverano, Galatone e Seclì.
“Si tratta – viene aggiunto – di una grande opera di ingegneria idraulica e, insieme, un esempio virtuoso di progettazione al servizio dell’ambiente e del paesaggio. Si sono sommate le esperienze tecnologiche più sofisticate con la dedizione più amorevole nei confronti di un patrimonio naturale di inestimabile valore. Ogni singolo ulivo, censito con un’apposita targa, è stato divelto e quindi, a scavi ultimati, ricollocato al proprio posto, lasciando inalterato il paesaggio. Nella Giornata mondiale dell’acqua è questa una singolare testimonianza del patto che si rinnova tra gli uomini e la natura, per un futuro più prospero e soprattutto più sostenibile, unica garanzia di futuro per il mondo in cui viviamo”.
Rosario Faggiano